L’obesità centrale

Come abbiamo già visto qualche tempo fa a proposito dei diversi tipi di obesità, quest’ultima può essere classificata in base alle cause che l’hanno originata in essenziale ed endocrina e, in base alla distribuzione di grasso a livello corporeo, in androide e ginoide. In particolare, l’obesità androide è caratterizzata dall’accumulo di tessuto adiposo soprattutto a livello addominale ed è per questo motivo che vi si riferisce anche con l’espressione obesità centrale o obesità addominale.

A questo tipo di obesità, più frequente negli uomini che nelle donne, si associa un maggiore rischio di ipercolesterolemia e ipertensione, con aumentato rischio cardiovascolare, a causa della maggiore distribuzione del grasso a livello viscerale (ossia a ridosso degli organi interni). D’altra parte, l’obesità centrale è frequentemente associata a diabete di tipo due, dislipidemie e iperuricemia e concorre insieme a queste a delineare il quadro clinico definito sindrome metabolica.

L’accumulo di grasso a livello addominale tuttavia non è prerogativa esclusivamente delle persone affette da obesità, tutti quanti infatti sappiamo molto bene che la famigerata “pancetta” può affligere anche persone normopeso o solo leggermente in sovrappeso. Bene, sembra proprio che avere un addome troppo prominente, anche in assenza di una franca obesità, esponga ai medesimi rischi di incorrere alle patologie di norma associate ad obesità centrale.

Meno rischiosa per la salute è invece l’obesità ginoide, ovvero quella caratterizzata dalla distribuzione del tessuto adiposo soprattutto nella parte inferiore del corpo (prevalentemente nella zone gluteo-femorale e a livello sottocutaneo) e maggiormente diffusa nella popolazione femminile. Tuttavia quest’ultima è anche più difficile da smaltire, mentre le persone affette da obesità centrale rispondono meglio al “trattamento” con la dieta e l’esercizio fisico regolare.

Si parla di obesità centrale negli uomini in presenza di un girovita superiore a 101,6 centimetri, mentre per le donne è “sufficiente”  una circonferenza vita pari a 88,9 centimetri per correre elevati rischi per la propria saluta.

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