Corpo perfetto? Le riviste spronano le donne a migliorarsi

Sono anni che si discute sui modelli negativi proposti dalla stampa e dalla pubblicità. In copertina o sui cartelloni, appaiono sempre donne bellissime, dalle gambe chilometriche e senza un filo di cellulite: non hanno certo le braccia cadenti e per loro la gravità non esiste. Molti sostengono che l’esibizione del corpo femminile non sia educativo perché induce molte giovani a diete estenuanti e a cure dimagranti anche quando non necessarie.

Un nuovo studio dell’Università dell’Ohio dice basta a questa teoria. Certe immagini sono d’aiuto e spronano le donne a migliorarsi – per lo meno dal lato fisico. Per giungere a questa tesi c’è stata una ricerca condotta su ragazze giovani e ha confutato la teoria che l’ossessione dei media nel promuovere corpi perfetti e ideali aumenti l’insoddisfazione delle donne per il proprio peso e corpo.

La dottoressa Silvia Knobloch-Westerwick, co-autore dello studio, ha spiegato però il vero problema:

I media sono saturi d’immagini di corpi ideali, che possono far sì che spettatori e lettori aspirino a ottenerli. Ma è una battaglia persa. Le donne sono motivate da queste riviste di fitness e di bellezza per cercare di raggiungere questi corpi apparentemente perfetti, e si può anche avere un ritorno in immagine di corpo ideale quando si comincia una dieta, anche se di breve durata. Tuttavia, la ricerca indica che la maggior parte le diete falliscono e, alla fine, si sarà di nuovo insoddisfatti dei propri corpi.

Insomma, da una parte stimolano il miglioramento, dall’altra se manca una reale motivazione, qualsiasi dieta (o trattamento intrapreso) non porta a nulla e quando le donne non raggiungono il corpo che vogliono (soprattutto in tempi brevi), sono deluse e probabilmente tornano alle riviste per avere ulteriori consigli e ispirazione. Esiste una morale: quando ci si mette a dieta, bisogna fissare obiettivi raggiungibili, anche piccoli, perché il percorso di dimagrimento deve essere a step, affinché arrivati a metà strada non si decida di arrendersi.

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