Olio d’oliva, fa ingrassare?

L’olio d’oliva fa ingrassare? È quanto suggerirebbe uno studio recente condotto negli Stati Uniti e pubblicato sulla rivista specializzata Cell Reports. Cerchiamo di capirne qualcosa di più.

Olio d’oliva alleato, non nemico

Essenzialmente, questa ricerca sostiene che, in alcune condizioni, l’acido oleico potrebbe portare alla formazione di nuove cellule adipose. Ciò che è importante sottolineare, come spiegano i nutrizionisti, è che si tratta di un dato interessante dal punto di vista biologico, ma ottenuto in condizioni sperimentali estreme e su un modello animale.

Questo significa che non esiste una reale corrispondenza con l’utilizzo quotidiano che ne fa un essere umano. Le dosi somministrate ai murini, rapportate al loro peso, sono eccessive e attivano un particolare recettore che favorisce indipendentemente dal numero di calorie ingerite la creazione di cellule adipose. È quindi fondamentale evitare titoli fuorvianti e clickbait, e comprendere nel dettaglio l’oggetto dello studio.

Se seguiamo una dieta equilibrata in cui l’olio d’oliva è presente nelle giuste quantità, non dobbiamo temere di ingrassare per via dell’extravergine utilizzato. Decine di studi controllati condotti nel corso degli anni hanno evidenziato come l’assunzione regolare di olio extravergine d’oliva fino a un litro a settimana, addirittura, non rappresenti un fattore di rischio per l’obesità né comporti un aumento di peso.

Anzi: grazie al suo effetto saziante, in alcuni casi si può osservare perfino una lieve riduzione del grasso corporeo. Insomma, se temiamo di ingrassare per l’olio d’oliva, dobbiamo ricordare che a farci accumulare peso è il bilancio complessivo di nutrienti e calorie nella giornata. Non l’utilizzo di questo alimento in sé.

Colonna portante della dieta mediterranea

Dobbiamo infatti tenere presente che stiamo parlando di un alimento molto sano, colonna portante della dieta mediterranea, uno dei regimi alimentari più equilibrati attualmente esistenti. Tra l’altro, l’olio d’oliva è uno degli alimenti più solidamente supportati dalla letteratura scientifica.

In particolare grazie all’acido oleico, ai polifenoli e ad altri composti, possiede effetti antiossidanti, antinfiammatori e protettivi anche dal punto di vista metabolico. L’uso costante di extravergine all’interno della dieta è associato a una riduzione del rischio cardiovascolare, del diabete di tipo 2, di alcuni tumori, nonché a una diminuzione generale della mortalità. Questo è stato confermato da numerose metanalisi e revisioni sistematiche.

Ovviamente, come per ogni cosa, è necessaria la moderazione: questo ruolo protettivo è garantito dall’utilizzo di quantità raccomandate. Si parla di circa 2–4 cucchiai al giorno, inseriti in una dieta sana ed equilibrata. Dobbiamo quindi considerarlo come un nostro alleato, non come un nemico.

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