Cellulite: in Italia colpisce 9 donne su 10

La cellulite è un inestetismo della pelle che colpisce circa il 90% delle donne, a prescindere dal fatto che siano magre o meno. Si tratta, infatti, di un complesso di alterazioni del derma e dell’ipoderma, che scatena un aumento delle dimensioni delle cellule adipose e la ritenzione idrica negli spazi intercellulari, che si manifesta con il classico aspetto a buccia d’arancia, soprattutto sulle cosce, sui fianchi e sui glutei.

La panniculopatia edemo fibro sclerotica è comunemente nota come cellulite, un termine spesso utilizzato, sebbene non sempre in maniera corretta, poiché, come spiega Sergio Chimenti, Ordinario di Dermatologia e Venereologia dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, dovrebbe essere riservato a quei casi di natura infettiva causati dallo streptococco piogene o aureo e che si accompagnano, o sono preceduti, da sintomi sistemici quali febbre, tremore e malessere.

La panniculopatia edemo fibro sclerotica (PEFS), interessa quasi esclusivamente il sesso femminile perché le cellule del grasso sono sensibili all’azione degli estrogeni, da cui vengono stimolati. Le cause possono essere diverse, ci può essere, ad esempio, una predisposizione genetica, ma anche un’alimentazione ricca di grassi, zuccheri e sale può scatenare i cuscinetti adiposi, anche se è preferibile parlare di una serie di fattori concomitanti.

Ecco, perché la prevenzione, in questo senso, riveste un ruolo fondamentale. Come spiega Sergio Chimenti:

Lo stile di vita ha sicuramente un impatto notevole sulla patogenesi di molte malattie di competenza dermatologica. Seguire una dieta equilibrata, ricca di fibre e povera di grassi e carboidrati, spesso può risultare di facile attuazione, così come bere molta acqua, limitare il consumo di alcolici ed il fumo di sigaretta, adottare un abbigliamento giusto, correggere la postura e scegliere il prodotto topico più indicato. Più difficile risulta, a mio avviso, evitare lo stress nel mondo attuale, così come modificare lo stile di vita in rapporto all’attività fisica.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento