Gli strumenti di valutazione dell’introito calorico

La valutazione delle abitudini nutrizionali o dell’introito calorico, è un metodo utilizzato in ambito medico-sanitario per individuare eventuali errori di comportamento alimentare e valutare l’introito calorico della persona, sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo, in modo da proporre soluzioni personalizzate ai problemi di sovrappeso e obesità.

L’obiettivo degli strumenti impiegati è quello di conoscere il numero dei pasti, la ripartizione media delle calorie in ciascuno di essi e la frequenza con cui vengono assunti settimanalmente i principali nutrienti ma la rilevazione dell’introito calorico rappresenta anche uno strumento educativo poichè permette alla persona esaminata di fare il punto sulle proprie abitudini alimentari ed eventualmente modificarle.

A questo scopo vengono utilizzati il Questionario delle Frequenze Alimentari, il Diario alimentare di tre o sette giorni, del quale vi abbiamo già parlato, e la Storia dietetica. Tutti possono essere impiegati nell’ambito di programmi di prevenzione dell’obesità e per l’individuazione di fattori di rischio alimentari ma anche per condurre valutazioni ex ante ed ex post nell’ambito di progetti di educazione alimentare. Il medico di base inoltre potrebbe impiegarli allo scopo di selezionare i pazienti più a rischio da inviare al nutrizionista, così come i medici non nutrizionisti che curano patologie legate a sovrappeso e dislipidemia (cardiologi, angiologi, ortopedici, diabetologi).

Il Questionario delle Frequenze Alimentari consiste in una serie di domande relative alla distribuzione dei pasti nell’arco della giornata, al luogo in cui vengono consumati, all’assunzione settimanale dei principali alimenti (pasta, pane, grissini, carni rosse e bianche, salumi, pesce, formaggi, carne, uova, verdure, legumi, frutta e dolci) e al consumo di bevande alcoliche, caffè, sale, dolcificanti ecc. La storia dietetica è invece un’intervista strutturata che mira a ricostruire l’alimentazione di un individuo nel corso dei 7-30 giorni. Anche se meno precisa, la storia dietetica viene preferita al diario alimentare perché consente una valutazione più rapida delle abitudini alimentari.

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