La dieta fusion

dieta fusion

Se vi è venuto a noia il solito piatto di pasta a pranzo o la fettina di carne con insalata a cena e vorreste tanto cambiare menù ma non osate per paura di veder salire l’ago della bilancia, rilassatevi pure, in vostro aiuto arriva la dieta fusion.

Nel caso della fusion, più che di dieta si dovrebbe parlare di regime alimentare, in quanto non si tratta di una dieta dimagrante vera e propria, semmai di una serie di menù che aiutano a mantenere il proprio peso, che non fanno ingrassare e che aiutano a variare l’alimentazione “rubando” piatti alle varie cucine mondiali.

L’anima della dieta fusion sono proprio le cucine dei vari Paesi stranieri, e in particolare quelli con una tradizione culinaria conosciuta anche da noi, come ad esempio la cucina cinese, quella giapponese, l’indiana, la messicana e la greca, che vengono mescolate con alimenti tipici della tradizione italiana.

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Si ingrassa di più con i cibi contaminati

cibi conservati e adipe

Per questo è indispensabile scegliere cibi integri, che non abbiano subito contaminazioni. E tra i migliori materiali per conservare, oggi ci sono i contenitori di metallo di terza generazione. Spesso, come dimostrano le più recenti evidenze scientifiche e in particolare uno studio condotto presso la Washington University School of Medicine di St. Louis, negli Stati Uniti, all’origine del sovrappeso vi è una cattiva funzio­nalità intestinale indotta da squilibri della flora batterica. E nella maggioranza dei casi, secondo la ricerca, chi ingrassa mangia cibi mal conservati che, una volta giunti nell’apparato digerente, sca­tenano meteorismo, gonfiore e affaticano il metabolismo, favorendo adipe e ritenzione.

Anche la confezione di ciò che mangiamo, dun­que, ha il suo “peso” nella tendenza a ingrassare. E per essere certi di non correre rischi uno dei mate­riali più sicuri è il metallo: oltre al “classico” allu­minio, trattato in modo tale che possa essere ido­neo – in fogli o vaschette – al contatto con gli ali­menti caldi e freddi, un ruolo di grande impor­tanza è ricoperto dalla banda stagnata, formata da acciaio dolce (la cosiddetta “latta”) rivestito con uno strato continuo di stagno che protegge gli alimenti dalle alterazioni chimiche in ogni condizio­ne e anche per lunghi periodi.

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Ictus e infarto, ecco i fattori di rischio che hanno in comune

Pressione alta, vizio del fumo, girovita largo, dieta sbagliata (per esempio perchè povera di frutta e verdura e troppo ricca di grassi), vita sedentaria, grassi nel sangue, diabete mellito, alcol, stress e depressione, sono i nove fattori di rischio comuni a ictus e infarto. A dimostrarlo sono stati due studi, condotti dai canadesi Martin ÒDonnell e Salim Yusuf, della McMaster University, presentati durante il Congresso Mondiale di Cardiologia tenutosi nei giorni scorsi a Pechino.

Gli studi, che hanno visto coinvolte circa 21.000 persone residenti in 22 Paesi del mondo, hanno inoltre dimostrato che per l‘ictus ischemico e cerebrale esiste un decimo fattore di rischio rappresentato dalla malattie cardiache. Tuttavia, tali fattori, che sono responsabili al 90% del rischio di infarto e ictus, giocano un ruolo differente nella loro insorgenza:  per esempio, sembra che la pressione alta sia il più importante fattore di rischio per gli ictus mentre i grassi nel sangue rappresentino il più importante fattore di rischio per l‘infarto cardiaco.

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La dieta dei frullati

dieta dei frullati

Qualche giorno fa vi avevamo illustrato le proprietà brucia grassi dei frullati, oggi vogliamo tornare sull’argomento presentandovi una dieta ad hoc, la dieta dei frullati appunto. Per mantenere una linea perfetta è indispensabile consumare molta frutta, ma se non vi piace oppure vi causa gonfiori, l’ideale è assumerla sotto forma di frullato, da preparare con frutta fresca senza l’aggiunta dello zucchero.

Per rendersi conto dei benefici che offre il frullato basti pensare che un solo smoothie, come viene chiamato in inglese, copre più della metà del fabbisogno giornaliero raccomandato di frutta con in più il vantaggio di essere facilmente digeribile e assimilabile per l’organismo.

Per chi soffre di gonfiori addominali quando mangia la frutta, il frullato è la soluzione ideale, in quanto la frutta in purea, e quindi frullata, riduce la possibilità di fermentazione, perché facilita il procedimento di assimilazione gastrica.

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Una dieta sana previene la cataratta

La cataratta è una malattia dell’occhio che provoca un abbassamento progressivo della vista e può portare alla cecità. In Italia, secondo l’Istat, colpisce circa l’8,5% della popolazione anziana. Ma è per forza una condizione inevitabile? A quanto pare, no. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Archives of Ophthalmology, ovvero JAMA, le donne che seguono una dieta corretta vedono ridurre significativamente il rischio di sviluppare la cataratta. Lo affermano i ricercatori dell’University of Wisconsin, negli Usa, i quali hanno condotto una ricerca che ha coinvolto 1.808 donne di età compresa tra i 55 e gli 86 anni che partecipavano al programma Carotenoids in Age-Related Eye Disease Study.

La dott.ssa Julie A. Mares e colleghi hanno analizzato dapprima le risposte ottenute tramite un questionario che verteva sulle abitudini alimentari delle partecipanti. Dopodiché hanno verificato la presenza della malattia oculare. Si è scoperto che il 29% delle donne erano affette da cataratta nucleare in almeno uno dei due occhi. Inoltre il 16% ha riferito di aver subito un intervento per l’estrazione della cataratta.

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Prevenzione cancro al colon, importante anche per le donne

Anche le donne, esattamente come gli uomini, si ammalano di tumore al colon ma per la prevenzione al femminile non si fa ancora abbastanza.  A rilevare il dato è  l‘Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) che per questo motivo ha organizzato, nei giorni scorsi a Milano, un incontro pubblico di sensibilizzazione sul tema il cui obiettivo era quello di invitare noi tutte a non sottovalutate eventuali sintomi e a fare molta attenzione a dieta e stili di vita.

All’incontro sono intervenuti Pasquale Spinelli, dell’Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano, e Armando Santoro, del Dipartimento di oncologia ed ematologia dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano.

Come spiega Francesca Merzagora, la presidente di Onda:

L’Osservatorio ha riunito alcuni esperti del settore nel tentativo di portare l’attenzione sul problema della prevenzione di tumori meno conosciuti, eppure così diffusi e temibili, come quello del colon

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Latte, se accompagna alcuni alimenti ne riduce il potere antiossidante

Durante gli ultimi anni il latte è stato oggetto di dibattito in ambito scientifico. Molti ricercatori hanno condotto gli studi più disparati sul latte, per constatare se fosse un alimento light, per trovare un alimento che potesse essere una sua alternativa in caso di intolleranze al lattosio, ecc. Ultimamente ad essere oggetto di studio è stato il comportamento del latte quando è accompagnato da altri alimenti ad alto potere antiossidante, ad esempio il tè verde e il tè nero, il cioccolato e i mirtilli.

Sembra proprio che il latte azzeri completamente la capacità di impedire l’ossidazione di queste sostanze. La sperimentazione, condotta sull’uomo da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, meglio noto con l’acronimo Inran, è stata presentata alla Fondazione Ettore Majorana di Erice nell’ambito di un workshop internazionale sui tumori in età geriatrica.

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Una dieta sbagliata è nemica della fertilità maschile

Una dieta troppo ricca di zuccheri e carboidrati, il consumo eccessivo di alcolici, l’esposizione a pesticidi e metalli pesanti, sono nemici giurati della fertilità maschile. Ad affermarlo è Severino Antinori, il ginecologo presidente della World Association Reproductive Medicine (Warm) e del Congresso mondiale sull’infertilità maschile, che si terrà dal 24 giugno prossimo a Roma.

Come ha ricordato lo stesso Antinori all’Adnkronos Salute

La sterilità maschile si manifesta dopo almeno un anno di rapporti sessuali non protetti

e nella sua insorgenza hanno un ruolo fondamentale molteplici fattori fra cui l’esperto cita

…i farmaci o le cure mediche, ma anche l’inquinamento ambientale causato dai cosiddetti distruttori endocrini come pesticidi, metalli pesanti e fenomeni fisici come le radiazioni…le malattie a trasmissione sessuale, seguite da diabete, ipertensione e dalla rara sindrome di Cushing. Ma anche l’abuso di alcol e droghe oppure l’esposizione prolungata ad arsenico e piombo, i trattamenti chemioterapici o radioterapici e i traumi riportati al testicolo…

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I frullati che aiutano a bruciare le calorie

Durante la stagione estiva, per contrastare il caldo, abbiamo bisogno di assumere più liquidi e più frutta; un buon compromesso per fare ciò senza rinunciare al gusto è rappresentato dai frullati, le gustose bevande che si ottengono frullando insieme vari tipi di frutta con l’aggiunta di acqua, succhi di frutta o latte.

Fondamentale per la realizzazione di un buon frullato è la frutta, che deve essere matura, e quindi dolce, in modo da non dover aggiungere lo zucchero alla bevanda, che servirebbe soltanto ad alzare il numero delle calorie e ad aumentare il senso di sete anziché fermarlo.

Se volete far diventare il vostro frullato un mini pasto, unite alla frutta il latte, che aggiungerà al frullato dei nutrienti come il calcio e le proteine; il latte renderà, sì, il frullato più calorico, ma potrete utilizzarlo, anziché come bevanda, come spuntino energetico. I frullati sono utili anche per dimagrire; se preparati con frutta, succhi di frutta, spezie e senza l’aggiunta di zuccheri, aiutano a bruciare le calorie e a sgonfiare l’addome.

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Le diete drastiche: utili o dannose?

Attualmente si fa qualunque cosa, ci si sottopone ad esempio a diete notevolmente drastiche ipoca­loriche, per perdere in poco tempo i chili accu­mulati, senza tener conto sia dello stress psico-fisico che tutto ciò comporta, sia che quando s’intraprende una dieta dimagrante l’organismo mette in atto una serie di strategie difensive per superare il momento di deficit calorico-nu­trizionale riducendo il suo metabolismo basale (dispendio energetico giornaliero minimo necessario per svolgere le normali e fisiologiche attività cardiocircolatoria, respirato­ria, ghiandolare, ecc.)

Durante le diete ipocaloriche severe (800-1100 kcal) la ve­loce perdita di peso superiore a 0,5-1 kg alla settimana è determinata non solo dalla riduzione della massa grassa, ma anche da quella magra, ossia della massa muscolare, poiché l’organismo utilizza le proteine muscolari per sod­disfare le proprie necessità energetiche riducendo ancora di più il suo metabolismo basale. Ecco perché, dopo un certo periodo di dieta fortemente ipocalorica, diventa sempre più difficile perdere peso e l’assunzione anche di poche calorie in più rispetto a quelle prescritte, produce un rapido au­mento di peso.

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Gli effetti della menopausa e dell’infarto si curano camminando

Chi è appassionato di trekking lo sa, dietro al silenzio dei passi si nasconde una melodia che ti fa sentire parte della natura. Ma l’escursionismo non è solo contemplazione e relax, è anche allenamento, ed è per questo che sempre più numerosi studi cercano di spiegare agli appassionati qual è il modo migliore per mantenersi in forma camminando. Uno studio condotto dai ricercatori della Quebec’s Laval University di Ville de Quebec, in Canada, afferma che fare una passeggiata di 45 minuti tre volte la settimana per un periodo di quattro mesi aiuta a perdere peso, riduce gli acciacchi e rende le donne in menopausa più vitali ed attive, alleviando anche sintomi frequenti e fastidiosi come vampate, tachicardia e sbalzi d’umore.

Camminare, infatti, non è solo un modo per tenersi in forma, ma anche per curare disturbi precisi. Come spiega il dott. Adriano Rinaldi, medico anestetista, membro della commissione medica del Cai,

“Qualsiasi  persona può praticare questa attività.Questo vale anche per gli appassionati del trekking che soffrono di ipertensione e diabete o che sono coronaropatici, ovvero che hanno avuto un infarto, che anzi da questa attività possono trarre benefici concreti. Ovviamente adottando le dovute precauzioni”.

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Consigli per una cucina con pochi grassi

Nonostante i grassi vengano spesso demonizzati tout court in realtà rappresentano anch’essi dei nutrienti fondamentali per la salute dell’organismo: svolgono infatti una funzione energetica, limitano la dispersione di calore, isolano termicamente il corpo dall’ambiente esterno, partecipano alla sintesi di ormoni e cellule e sono indispensabili per l’assorbimento delle vitamina A-D-K-E-F.

Tuttavia, mentre complessivamente (saturi, monoinsaturi e polinsaturi) non dovrebbero costituire oltre il 30% dell’introito giornaliero di nutrienti, spesso questo limite viene eluso a causa abitudini alimentari scorrette e/o da modalità “superficiali” di preparazione e consumo dei cibi.

Per tenere sotto controllo la quantità dei grassi che ingeriamo ogni giorno però basta non solo tenersi alla larga dal cosiddetto cibo spazzatura ma anche adottare  qualche piccolo accorgimento cambiando, in minima parte, le proprie abitudini in cucina. A quest’ultimo proposito vediamo qualche utile consiglio:

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La dieta dell’acqua

Le sospirate vacanze estive si avvicinano e con esse anche la temuta prova costume; se a preoccuparvi sono quel paio di chiletti che vi portate dietro da fine inverno, l’unica soluzione è mettervi a dieta, ma senza esagerare: bastano tanta acqua e fibre per depurarsi.

E a questo serve proprio la dieta dell’acqua; non preoccupatevi, non stiamo per proporvi una dieta che prevede il solo consumo di acqua; questo regime dietetico si chiama così perché durante la settimana di trattamento dovrete mangiare soprattutto cibi liquidi o che contengono acqua.

L’acqua è fondamentale per il nostro organismo e l’ideale sarebbe berne almeno un litro e mezzo al giorno, che d’estate dovrebbero diventare due; per molti, però, bere così tanta acqua non è facile, e quindi è necessario farsi aiutare dai cibi che contengono una buona percentuale di acqua: non solo verdura o frutta, ma anche alimenti come il riso o la mozzarella.

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Vivi più a lungo con la dieta dei CRONisti

Sono almeno in tremila, sparsi in tutto il mondo. Mangiano chili di verdure ogni giorno. Fanno la guerra alle calorie. Fanno camminate a non finire. Per lo più sono magrissimi e mantengono un cervello sveglio e una memoria di ferro anche a 80 anni. Longevità, sperano, oltre i 100 anni. Si autodefiniscono CRONisti. Ma con la stampa non hanno niente a che fare. Sono i membri di una curiosa società, nata agli inizi degli anni ’90 negli Stati Uniti, la Calorie Restriction Society International.

Si tratta di persone con un livello culturale molto elevato che, per mantenere la propria brillantezza fisica e mentale, hanno scelto di tagliare sino al 30% di calorie quotidiane per raggiungere un indice di massa corporea più basso del 18,5 considerato il limite minimo della normalità, che mangiano moltissima verdura, cereali integrali, legumi, poco pesce 3-4 volte la settimana, pochissima carne un paio di volte. Ovviamente non tutti ce la fanno a reggere ristrettezze caloriche così severe. Il problema non è la fame, ma i crampi addominali e l’infertilità temporanea. Alla base della perseveranza degli altri  c’è la convinzione che una moderata ristrettezza calorica  possa permettere di vivere più a lungo.

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Il cervello ci vede più grassi di due taglie

E’ piuttosto comune che, nonostante una forma fisica invidiabile, alcune persone si percepiscano più “pesanti” di quanto in realtà non siano. Questo anche se non sono affette da disturbi del comportamento alimentare nei quali , come è noto, la cosiddetta dismorfofobia interviene a distorcere pesantemente la percezione del proprio corpo riflesso allo specchio.

Infatti, secondo uno studio condotto presso lo University College di Londra dal dottor Micheal Longo e collaboratori e pubblicato sulla rivista Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences), il cervello può arrivare a percepire il corpo più grande di ben due terzi della sua dimensione reale, il che, tradotto in pratica, vuol dire che più o meno tutti guardandoci allo specchio ci vediamo più grassi di ben due taglie.

Nel corso dello studio è stato chiesto a diciotto volontarie di mettere la loro mano sinistra sotto un tavolo, al di fuori quindi della loro vista, e di indovinare la lunghezza delle dita, la posizione delle nocche o la distanza tra indice e pollice in modo da ottenere un disegno mentale della mano da confrontare poi con le dimensioni reali di questa. Bene, dal confronto dei dati ottenuti è emerso che nella maggior parte dei casi la stima delle dimensioni corporee fatta a memoria ingigantiva addirittura del 69% la distanza tra indice e pollice mentre vedeva ridotta di oltre il 27% la lunghezza delle dita.

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Tutte le proprietà delle mele

Che le mele siano un toccasana per la salute e il benessere dell’organismo è risaputo, ma ora arriva anche una nuova conferma da una fonte autorevole come l’istituto Mario Negri di Milano, che ha individuato nelle mele delle importanti capacità antitumorali. Secondo uno studio condotto da questo istituto, il rischio di tumore sembrerebbe diminuire grazie ad un consumo regolare di mele.

Le proprietà antitumorali della mela sarebbero da ricercare nella presenza in questo frutto delle proantocianine, i polifenoli della mela che sarebbero in grado di fermare i geni che impediscono la morte programmata delle cellule tumorali.

Oltre a questa importantissima proprietà, la mela ne ha anche altre; innanzi tutto, essendo disponibile tutto l’anno, è l’alleato ideale nei regimi dietetici ipocalorici, è priva di grassi e di zuccheri, ma ricca di vitamine, fibre, potassio e altri minerali, tanto da essere diventata protagonista di una dieta tematica.

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Dieta anti-invecchiamento

cibi antiossidanti

Un pizzico di moderazione e una spolverata  di fantasia: sono questi gli ingredienti principali da por­tare in tavola se si vuole preservare la propria salute. E per essere sicuri di non farsi sopraffare dai radicali liberi, principali minacce deIl’organismo, basta seguire una regola molto semplice: “Poco, ma di tutto”. Ridurre le dosi è fondamentale se si vuole evitare un eccesso di introito calorico. Perché i chili di troppo sono condizioni che favoriscono la produzione di radicali liberi da parte del nostro organismo. E ciò richiede un lavoro maggiore da parte degli antiossidanti, interni o assunti con la dieta, che non sempre riescono ad ottemperare.

Un po’ di moderazione non guasta, visto che la nostra tendenza, almeno secondo le indagini stati­stiche, è di tendere alle dosi abbondanti. Poi bisogna aumentare la varietà: molti nutrizionisti oggi la­mentano che la nostra dieta di tutti i giorni sta diventando sempre più monotona mangia­mo più o meno sempre le stes­se cose, un po’ per pigrizia un po’ perché non abbiamo tempo per pensare a nuove ri­cette o cibi mai provati. Le verdure più antiossidanti sono quelle verdi, le colorate in genere e quelle piccanti. Via li­bera dunque a crescione, ru­ghetta, spinaci, broccoli, foglie di rapa, foglie di ravanello, ca­volo, verza, cavolo nero, agretti, biete. Aglio e cipolla, le piccan­ti, contengono anche composti solforati che sono stati dimo­strati validi anticancro.

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