La dieta Okinawa

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Avete mai sentito parlare dell’arcipelago di Okinawa? Per chi non lo conoscesse, si tratta di un gruppo di 4 isole situate nel tratto di mare tra Giappone e Taiwan, ma facenti parte del territorio giapponese, che negli ultimi anni ha attratto la curiosità degli studiosi di tutto il mondo a causa della straordinaria longevità dei propri abitanti: la durata media della vita ad Okinawa è infatti la più alta del mondo (81.2 anni) e i centenari rappresentano il 20,6% della popolazione; in particolare le donne vivono in media più di 84 anni, contro gli 83 del Giappone e i 79 degli Usa.

Inoltre, gli ultracentenari di Okinawa godono in genere di ottima salute e sono spesso perfettamente in grado di lavorare e condurre una vita socialmente attiva, questo anche grazie alla minore incidenza di malattie come diabete, malattie cardiovascolari, cancro e osteoporosi che è di molto inferiore rispetto al resto del mondo. Secondo gli esperti il motivo di tanta longevità è da ricercarsi, oltre che nella propensione alla spititualità e in uno spiccato senso di appartenenza che conduce gli anziani a sentirsi sempre parte integrante della comunità, nello stile di vita alimentare degli isolani,  cui è sottesa la “filosofia” dello “ishokudoghen“, che  in giapponese significa “il cibo è una medicina”.

In particolare, la dieta degli abitanti di Okinawa è caratterizzata dal consumo di frutta, verdura, soia e derivati, alga konbu e pesce locale in abbondanza, cui va ad aggiungersi però anche un discreto consumo di carni; la quantità di riso è invece inferiore a quella utilizzata nel resto del Giappone e, più in generale, risulta moderato il consumo di carboidrati. Molto diffuso anche il tofu, noto nei paesi occidentali come formaggio di soia: se ne consuma il 50% in più rispetto al resto del Giappone.

Ecco quanto afferma Yukio Yamori, patologo dell’università di Kyoto che ha guidato uno studio dell’ OMS sul rapporto tra alimentazione e longevità in molti paesi del mondo,  a proposito della dieta di Okinawa:

“Il tofu e gli altri derivati della soia sono particolarmente ricchi di isoflavonoidi, simili agli estrogeni che aiutano nell’assorbimento di calcio è combattono l’osteoporosi. Studi effettuati su donne orientali in menopausa hanno evidenziato come a un superiore consumo di soia corrispondano ossa più dense e, per gli uomini, minore incidenza di tumore alla prostata. Inoltre le alghe consumate, grazie agli acidi grassi omega 3 contenuti (non solo nel pesce, quindi) riducono i rischi di malattie cardiache”.

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