Per dimagrire rompere gli schemi

Rompere gli schemi: è la parola d’ordine di vuole di chi vuole dimagrire per davvero. Non solo sul piano psicologico, ma anche su quello alimentare. Chi si mette a dieta e rispetta per 8 settimane i consigli del nutrizionista senza sgar­rare, dimagrisce molto meno (circa 2 kg e mezzo), rispetto a chi mangia ciò che vuole e il giorno dopo fa un piccolo pasto e basta. Questi ultimi perdono 6 kg. Questo è il risultato di una ricerca dell’Università dell’Illinois (USA) con­dotta da un gruppo di ricercatori molto autore­voli. L’indagine smentisce tutti i luoghi comuni: il primo è quello che digiunare, dopo che si è mangiato molto nei giorni precedenti, non serva. Non solo: la “dieta dei giorni alterni“, fatta di cibi da consumare a volontà (con la sola preoccupazione di stare attenti ai grassi) seguiti il giorno dopo da un quasi totale digiuno (solo 400-450 calorie) dà risultati inaspettati.

Dopo 8 settimane, così hanno evidenziato i ricercatori americani, si sono avuti miglioramenti della pressione arteriosa e dei livelli di colesterolo e trigliceridi. Il colesterolo LDI, quello “cattivo”, si riduceva del 25% in coloro che un giorno si lasciavano andare e l’altro optavano per un regi­me di semi-digiuno. Da che cosa dipende questo risul­tato? Perché quelli che fanno una dieta con calorie ben controllare perdono meno peso? Perché la routine li fa sentire inadeguati.

Chi sta a dieta si sente prigioniero di uno schema: chi invece un giorno può mangiare quello che vuole (con pochi grassi) e il giorno dopo mangia poco o niente, si sente più libero, meno costretto in un regime oppressivo. Questo vale per il cibo e vale per tutti i comportamenti. Vita sempre uguale? Stai sicura che ingrassi… Vita equilibrata, coi giorni scanditi per uscire la sera, senza sorprese? Prima o poi metterai su peso. Se invece ci sono novità, un pizzico di follia, se c’è spazio per il cambiamento, il cervello non ha bisogno di cercare il piacere e la gioia di vivere nel cibo. Il senso della ricerca americana è che per il nostro sistema nervoso e per la nostra psiche è molto meglio soffrire un giorno, ma poi godersi il cibo, mangiare le cose che ci piacciono, che ci fanno sentire sazi.

 Il centro della fame recepisce il messaggio e si struttura in modo da non farci ingrassare. Coloro che invece si obbligano a regimi dietetici duri, finiscono per sognare i cibi che non possono mangiare e, di punto in bianco, si trovano a fare scorpacciate che demoliscono in 2 o 3 giorni, mesi di dieta. Il cervello è disposto a soffrire un giorno, per poi godersi la vita il giorno dopo: se sa che poi arriva il piacere, è pronto anche a qualche sacrificio. Una volta di più occorre ribadire che i regimi dietetici lunghi fanno male e non fanno dimagrire.

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