L’invecchiamento cellulare dipende dall’acidità e dalla restrizione alimentare

Da che cosa dipende l’invecchiamento? È una domanda che si stanno facendo in molti nel mondo della scienza e della medicina. Secondo uno studio condotto Centro di ricerche sul Cancro Fred Hutchinson, la diminuzione dell’acidità di strutture cellulari sta alla base dell’ossidazione. Ancor più interessante. Questo meccanismo spiegherebbe il motivo per alcune restrizioni alimentari siano in grado di ritardare l’invecchiamento.

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La restrizione calorica mantiene giovane il cervello

L’alimentazione mantiene giovani. È una teoria, questa, abbastanza nota, soprattutto agli appassionati di dieta. Di solito si consiglia il consumo di cibi contenenti antiossidanti, come frutta e verdura, per contrastare l’azione dei radicali liberi. Considerando valida questa tesi, oggi aggiungiamo un altro tassello: anche evitare l’eccesso calorico aiuta a preservare il corpo dall’invecchiamento.

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Le diete drastiche conducono all’infertilità

Le diete drastiche possono portare all’infertilità. Questo almeno è quanto suffragato da una ricerca dell’Institute of Healthy Ageing dell’University College di Londra (GB) condotta dal team di Linda Partridge che ha osservato gli effetti della restrizione calorica sui moscerini della frutta. I risultati sono stati sorprendenti: una vita breve mangiando troppo e la ridotta fertilità, mangiando troppo poco, sono dovuti ad uno squilibrio negli aminoacidi.

Queste sostanze sono infatti estremamente importanti per la longevità e la fertilità (zuccheri, vitamine e lipidi hanno invece effetti scarsi o nulli). In particolare è la metionina ad offrire maggiori garanzie di longevità e senza avere alcun effetto nocivo sulla capacità riproduttiva degli organismi e, nonostante lo studio sia stato condotto sui moscerini della frutta, pare proprio che l’effetto di tale restrizione alimentare sia presente anche nei mammiferi e nell’uomo. E’ dunque il giusto bilanciamento di elementi nutrizionali ad offrire gli innegabili effetti positivi in termini di salute.

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La dieta del guerriero

dieta del guerriero

La cosiddetta dieta del guerriero è uno stile di vita alimentare messo a punto dallo statunitense Ori Hofmekler che l’ha descritta, insieme a Diana Holtzberg, nel libro dal titolo The warrior diet. Questo modello si basa sul presupposto che nutrire il corpo assecondando i ritmi circadiani propri dell’uomo primitivo è funzionale al mantenimento della forma fisica e della salute poichè potenzia l’utilizzo dei nutrienti e la trasformazione del grasso corporeo in energia, aumentando allo stesso tempo la resistenza allo stress. Il risultato? Un corpo più forte, più snello, più sano.

Più precisamente il modello di Hofmekler, che si rifà in parte anche agli studi sul digiuno intermittente e sulla restrizione calorica, prevede un solo pasto abbondante al giorno dopo aver praticato 10-12 ore di digiuno o essersi limitati all’assunzione di piccoli spuntini proteici o succhi di frutta o verdura. In queste condizioni l’organismo interpreterebbe il digiuno come una sorta di stato di emergenza e sintetizzerebbe di conseguenza tutta una serie di ormoni che favoriscono la trasformazione dei grassi in energia (ormone della crescita, adrenalina, noradrenalina) e migliorano la risposta del fisico alle circostanze ambientali.

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