Fonti alimentari di grassi buoni, quali cibi scegliere?

Quali sono le fonti alimentari di grassi buoni? Come sappiamo i grassi non sono tutti uguali, alcuni sono nocivi per la nostra salute, come quelli saturi, tipici dei cibi di origine animale come carne, formaggio, insaccati, burro, altri – quelli insaturi e polisaturi- invece sono una vera e propria manna.

salmone

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Dieta ipolipidica: come funziona e a cosa serve

La dieta ipolipidica nasce per le esigenze di chi vuole tenere sotto controllo i livelli di colesterolo ma si rivela molto efficace anche per chi vuole perdere qualche chilo o mantenersi in forma. Ciò è possibile grazie alla bassa quantità di grassi saturi che prevede questo regime alimentare.

dieta ipolipidica

Quanto sia importante tenere a bada il colesterolo lo sappiamo bene dal momento che è associato ad un più elevato rischio di malattie cardiovascolari. È dunque essenziale mantenerne i livelli al di sotto della soglia di allarme. Per farlo è necessario seguire un’alimentazione sana come parte di uno stile di vita attento alla salute prima ancora che al peso.

La dieta ipolipidica dunque elimina tutto i cibi troppo ricchi di grassi saturi come frittura e salumi. Di contro aumenta le quantità di cibo a basso valore di grassi come frutta e verdure fresche, carne e pesce magri, formaggi con basse quantità di lipidi.

I cibi da evitare sono tutti quelli che contengono grassi saturi dannosi per il sistema cardiocircolatorio. Vanno ridotti drasticamente o elimininati del tutto le carni rosse non magre, i salumi tra i quali si può salvare la bresaola, tutti i latticini grassi, i condimenti molto ricchi come la maionese, la margarina e il burro, il pesce troppo grasso, lo zucchero, il pane bianco e le merendine.

Tra i cibi da privilegiare ci sono invece pane e prodotti da forno a base di farine integrali, frutta secca, latte scremato, formaggi freschi e probiotici, pesce azzurro, legumi, frutta e verdure fresche. Per condire va preferito l’olio extravergine di oliva, da usare comunque con una certa moderazione.

Come si vede non si tratta di una dieta drastica che impone serie rinunce o gravose limitazioni nelle quantità dei cibi. Si sceglie invece un approccio sano nella scelta della tipologia del cibo preferendo alimenti poveri di grassi di cattiva qualità.

Photo Credits | Lucas Sevilla Garcia / Shutterstock.com

Grassi buoni e grassi cattivi nella dieta, quali sono e dove si trovano

Grassi buoni cattivi dieta quali sono dove si trovano

I grassi (o lipidi) sono spesso demonizzati, accusati di favorire problemi cardiovascolari e l’aumento di peso, eppure rappresentano un’immediata fonte di energia (9 Kilocalorie per grammo) e sono essenziali poiché assolvono importanti funzioni nel nostro corpo, a patto chiaramente di saperli scegliere e dosare. I grassi, infatti, non sono tutti uguali. Vediamo insieme quali sono i grassi “buoni” e i grassi “cattivi” e dove si trovano.

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Contro l’Alzheimer, pochi grassi e pochi zuccheri

Una dieta povera di grassi e di zuccheri migliora la memoria e aiuta a combattere l’Alzheimer. A sostenerlo, è una ricerca del Veterans Affairs Puget Sound Health Care System di Seattle, negli USA, diretta dalla dottoressa Jennifer Bayer-Carter e pubblicata su “Archives of Neurology”.

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Kebab, fa male alla salute?

Il kebab fa male alla salute. A sostenerlo è la Local Authority Coordinators of Regulatory Services, l’agenzia britannica che fornisce pareri scientifici e consulenze a diverse autorità di controllo. Il kebab, infatti, oltre ad essere una bomba calorica, è un mix esplosivo di grassi e sale. Una porzione media, infatti, conterrebbe tra le 1000 e le 1990 calorie, il 150% dei grassi saturi raccomandati e il 98% della quantità giornaliera di sale accettabile.

Inoltre, il 35% dei panini sarebbe farcito con carne diversa da quella dichiarata. La tradizione, infatti, vorrebbe solamente agnello e manzo, montone o pollo, ma di fatto, sono un’amalgama non facilmente identificabile di tacchino, pecora, vitello, maiale, pollo.

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Alimentazione: a Milano arrivano i “distributori della salute”

Da qualche giorno a Milano sono entranti in funzione i primi 15 “distributori della salute“, che permetteranno ai passanti di consumare spuntini virtuosi fuori pasto come spremute, frutta, barrette di cioccolato, yogurt, frullati, tè verde, merendine con i cereali, sandwich farciti con le verdure, e centrifugati di frutta.

Guerra aperta, dunque, agli snack ipocalorici, alle bibite gassate e ai tramezzini pieni di conservanti. I dispenser saranno posizionati in punti strategici della città, come le scuole e i parchi. L’iniziativa è stata promossa dall’Assessorato alla Salute del Comune di Milano e dalla Fondazione Umberto, e ha l’ambizione di migliorare le abitudini alimentari soprattutto dei più giovani.

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Ricette light: lasagna agli spinaci e basilico

Ecco, un piatto davvero molto gustoso e ipocalorico, si, avete letto bene, perché la ricetta che vi consiglia Dietaland è davvero a prova di bilancia, anche se si tratta di lasagne.

Chiaramente, non è la classica lasagna condita con besciamella a profusione, ma di una variante light pensata per chi sta seguendo una dieta dimagrante o semplicemente, non vuole appesantirsi.

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Caffè, dopo un pasto grasso fa salire gli zuccheri

Brutte notizie per chi è solito concludere il pranzo con una bella tazzina di caffè. Dopo un pasto ricco di grassi, infatti, farebbe salire gli zuccheri nel sangue. Lo sostiene una una ricerca condotta dall’Università di Guelph in Canada.

Secondo il team di studiosi, i cibi ricchi di grassi saturi interferiscono con la capacità dell’organismo di neutralizzare gli zuccheri nel sangue, ma la caffeina ne amplificherebbe addirittura l’effetto, con ricadute negative soprattutto per i diabetici.

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Il latte delle mucche al pascolo fa bene al cuore

Il latte è sempre un un alimento che origina discussioni in campo scientifico. C’è chi ne è intollerante per cause fisiologiche e chi lo è nei suoi confronti per cause ideologiche. Ad ogni modo, comunque la pensiate, un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Nutrizione della Harvard School of Public Health, negli Usa, coordinato dal prof. Hannia Campos, ha condotto uno studio in cui si evidenzia che il latte prodotto dalle vacche che pascolano liberamente mangiando erba è moltp più salutare e che avrebbe effetti benefici sulla salute del cuore, al contrario di quello prodotto negli allevamenti intensivi e da mucche che vengono alimentate dai croccantini.

In questo studio i ricercatori hanno analizzato la salute di più di 3.600 persone che vivono in Costa Rica e hanno scoperto che coloro che avevano maggiori livelli di acido linoleico coniugato, meglio noto come CLA, nel loro grasso corporeo avrebbero un minor rischio di infarto rispetto a chi ha minori livelli di CLA nel proprio corpo.

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Cibi fritti e grassi: ecco perché servono in un’alimentazione equilibrata

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I grassi non sono sempre demoni da cui stare alla larga, al contrario, possiamo considerarli amici, un po’ ingombranti ma necessari, dato che svolgono funzioni importanti per l’organismo, come permettere l’assimilazione delle vitamine liposolubili A, D, E e K che vengono appunto assorbite insieme ai lipidi.

In un’alimentazione sana ed equilibrata i grassi devono rappresentare il 25% dell’apporto energetico quotidiano: praticamente pari a circa 375 calorie se la dieta è da 1.500. Non tutti i grassi però sono uguali: i più “buoni” sono gli insaturi, che comprendono anche i famosi omega 3, benefici per cuore e circolazione, che si trovano negli oli vegetali e nei pesci; meno buoni sono invece i grassi saturi, presenti nei cibi di origine animale, soprattutto in carne formaggi e burro. Una dieta troppo ricca di questi alimenti, oltre a far aumentare il peso, può favorire la comparsa di problemi cardiovascolari.

Per quanto riguarda i tanto demonizzati cibi fritti, bisogna dire innanzi tutto, che la frittura ha il potere di esaltare il sapore persino degli alimenti più insipidi e rendere le pietanze più appetitose, ma i grassi cotti non sono salutari. Il calore modifica la composizione di olio e burro che diventano poco digeribili, e se si frigge a temperature troppo elevate, superando il punto di fumo, cioè quando il grasso inizia a bruciare, si sviluppano l’acroleina e gli acidi grassi liberi, che sono sostanze cancerogene.

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Dieta per il cancro al pancreas: meno carni rosse e latticini per la prevenzione di questa neoplasia

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Recentemente sulla rivista Journal of Cancer Research, è stata pubblicata una ricerca eseguita dai ricercatori del National Cancer Institute di Bethesda secondo cui un alimentazione ricca di prodotti caseari (formaggi, latte e yogurt) e carne rossa favorirebbe il rischio di sviluppare il cancro al pancreas. Molti sono stati gli studi che, anche in passato, avevano messo in luce questa relazione, ma quest’ultima ricerca, oltre ad essere l’ultima in ordine cronologico, ha preso in esame un folto numero di persone, è durata ben 6 anni; la conclusione a cui i ricercatori sono giunti è stata la seguente: tra coloro i quali vi era un incidenza regolare di carni rosse e latticini, l’incidenza di tumore al pancreas era del 36% più alta, rispetto incede a chi aveva un alimentazione di tipo vegetariano.

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