Postural yoga therapy

postural yoga therapy

Esercizi yoga per  riequilibrire la postura e dare alla figura un aspetto più e gradevole: è l’obiettivo di un nuovo programma di ginnastica dolce chiamato postural yoga therapy, che trae ispirazione dalle posi­zioni yoga. Nasce dalla considerazione che esistono molti punti di contatto fra Hatha voga, cioè la branca dell’antica disciplina indiana in cui la componente fisico-ginnica è preponderante, e la ginnastica posturale moderna. Basta pensare, ad esempio, all’importanza che entrambe le forme di movimento attribuiscono alla respirazione e il controllo costante del corpo.

Il lavoro prevede lezioni di grup­po in palestra, ma esiste anche la formula individuale con l’aiuto di un personal trainer e infine la possibilità di effettuare gli eserci­zi a casa propria. Chiunque può trarne beneficio, indipendente­incnie dall’età e dal livello di preparazione fisica. Per la forma, la postura e anche per alleviare i tanti disturbi che la sedentarietà e le posizioni scorrette provocano: dai dolori localizzati alla sciatalgia. A que­sto serve il progranuna di postu­ral yoga therapy.

La funzione terapeutica delle asana dello yoga è nota da seco­li: l’esecuzione degli esercizi e il mantenimento delle varie posi­zioni permette di far lavorare in modo armonioso i vari gruppi muscolari, riportandoli con gra­dualità alla loro giusta tensione e correggendo così asimmetrie o squilibri. Poiché, inoltre, le posizioni e le sequenze si eseguono mantenen­do la colonna vertebrale in co­stante allineamento e il corpo perfettamente in asse, la pratica abituale aiuta a poco a poco ad assimilare la giusta postura, so­stituendola poi automaticamente agli atteggiamenti scorretti e sbi­lanciati anche nella vita quoti­diana.

Frequentare un corso di Postural yoga therapy consente di avvicinarsi alla disci­plina in modo completo. Le lezioni di gruppo prevedono 7 livelli di intensità e sono sempre strutturate in cicli trimestrali, con 2-3 sedute alla settimana: in ogni ciclo si affrontano diverse asana con difficoltà crescente. Nel primo mese i movimenti si realizzano con l’aiuto di piccoli attrezzi (sedia, supporto a forma di piccolo mattone). Poi, nel secondo mese, si passa allo yoga a corpo libero. Nel terzo mese, infine, si affrontano delle sequenze dinamiche, che collegano fra loro le asana.

Ogni incontro dura un’ora talvolta anche un’ora e mezza e prevede una scansione in tre parti: riscaldamento, fase centrale e rilassamento. Serve a mobilizzare le articolazioni e sciogliere la muscolatura, a prendere confidenza con il proprio corpo e le sen­sazioni che esso trasmette durante il movimento. In questa fase gli esercizi sono facili e dinamici. Ad esempio si as­sume la posizione yoga del loto facilitato (cioè sedute a terra, con le gambo incro­ciate, ma senza i piedi sopra le cosce), si appoggiano le mani alle ginocchia e si eseguono movimenti di estensione della schiena, poi di inclinazione e inarcamen­to laterale, per scaldare i muscoli e mobi­lizzare la colonna vertebrale.

Ristabilire il giusto equilibrio permette di individuare e correggere le princi­pali cause di sbilancia­menti posturali dovuti alla contrazione della muscolatura. Quando sono troppo contratti e accorciati gli addomina­li, i pettorali o i flessori delle anche (quelli che permettono di sollevare le gambe in avanti), si verificano atteggiamenti di chiusura del corpo: disarmonie e inestetismi come la cifosi, cioè l’inar­camento esasperato della zona scapolare, l’incurvatura delle spalle, l’appiattimento della par­te inferiore della schiena (con un effetto di “sede­re-piatto“).

Per ovviare a questo tipo di squilibri, si eseguono esercizi che allentano le tensioni, al­lungando la muscolatura anteriore. Quando a contrarsi e ad accorciarsi è invece la muscolatura posteriore del corpo, ad esempio i lombari (nella parte bas­sa della schiena) o i dor­sali, l’effetto è di “sgan­ciamento”, perché ci si incurva all’indietro e il ventre risulta più sporgente. Servono quindi esercizi che allentino la catena muscolare  posteriore dei corpo, rinforzando nel contempo quella anteriore.  Infine gli accorciamenti muscolari laterali determinano inclinazioni e lievi torsioni del corpo verso destra o verso sinistra. Li contrastano i  movimenti di torsione, eseguiti nella direzione contraria allo sbilanciamento.

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