Giornata Mondiale dell’Omeopatia, una cura alternativa

omeopatiaIl 10 Aprile è la Giornata Mondiale dell’Omeopatia. In tutto il mondo si festeggia Samuel Hahnemann, il fondatore della medicina omeopatica . Per l’anniversario del 2010, la FIAMO, Federazione Italiana delle Associazioni e dei Medici Omeopati, aderisce insieme alle associazioni europee, all’iniziativa e lancia in venti città italiane la sua campagna di informazione e di raccolta fondi per le iniziative umanitarie, come l’ambulatorio gratuito all’Aquila, e per la ricerca in medicina omeopatica, con la quale si sono curati già quasi dieci milioni di italiani negli ultimi due anni.

La FIAMO promuove la Giornata dell’Omeopatia, con una serie di manifestazioni che coinvolgono venti città italiane (Torino, Milano, Bergamo, Verona, Trieste, Trento, Modena, Bologna, Genova, Firenze, Lanciano, L’Aquila, Roma, Cagliari, Terni, Perugia, Napoli, Barletta, Reggio Calabria, Palermo, Catania), nelle cui piazze sono presenti Gazebo per fornire informazioni, distribuire materiale informativo, fra cui la rivista gratuita per i pazienti Il Granulo e notizie sull’attività della FIAMO. In ognuna delle venti città si svolgono eventi, conferenze, presentazioni di libri sull’omeopatia, convegni con la partecipazione di pazienti e medici omeopati.

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Ricette light: le minestre primaverili

Di solito, quando si parla di minestre vengono subito in mente quelle fumanti e piene di verdure in pezzi che generalmente vengono consumate nelle fredde sere d’inverno; in realtà esistono due grandi categorie di minestre: quelle a lunga cottura, ricche di ingredienti, come ad esempio il minestrone, adatte ai mesi invernali, e quelle a breve cottura, con poche verdure e molto leggere che rappresentano perfettamente la stagione primaverile. 

Quest’ultime sono minestre veloci da preparare, nelle quali l’acqua esalata la freschezza delle verdure di primavera, che nella loro semplicità costituiscono un’ottima alternativa light e gustosa per assumere una delle 5 porzioni di verdura e frutta consigliate dai dietologi.

Il procedimento per preparare queste minestre è molto semplice e si può riassumere con alcuni passaggi base. Le verdure devono essere grattugiate o tagliate a dadini affinché possano cuocere più in fretta, insaporite in un soffritto, coperte con l’acqua e poi portate a cottura per 10 o 15 minuti; dopodiché devono essere passate al mixer e amalgamate con una noce di burro e cosparse di erbe aromatiche.

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Pancia piatta con l’impacco alle terre vulcaniche

impacco alle terre vulcaniche

Alla base di un addome un po’ prominente possono esservi le cause più disparate; questo sgradevole inestetismo infatti può dipendere da un accumulo di grasso localizzato o da problemi di circolazione piuttosto che da difficoltà digestive o intestinali e se in alcuni casi il problema può essere risolto cambiando le proprie abitudini alimentari e praticando un po’ di sport, in altri può essere d’aiuto il ricorso a trattamenti estetici che oltre a donarci una pancia piatta rappresentano l’occasione perfetta per scaricare stress e tensioni.

E’ proprio questo il caso dell’impacco alle terre vulcaniche, un trattamento anti-pancia che si avvale di un miscuglio di acqua termale e terre vulcaniche ad azione drenante e snellente in grado di assorbire ed eliminare l’accumulo di liquidi nei tessuti, rilasciando allo stesso tempo sostanze nutritive che rendono la pelle più morbida e luminosa.

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Salsa barbeque, un potente antiossidante

A chi non piace il barbecue? Che sia a base di carne, pesce o di verdure, almeno una volta nella vita tutti lo abbiamo preparato, così come in genere abbiamo preparato la salsa barbeque per accompagnare la cottura degli alimenti. Ed è proprio questa salsa, a base di erbe e spezie, a essere una buona fonte di antiossidanti che svolgono un ruolo chiave nella prevenzione di infiammazioni, malattie cardiovascolari, tumori, malattie neurodegenerative.

Ad affermare ciò sono i risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’University of Western Ontario, in Canada, che sostiene che la salsa barbecue svolge un’ottima azione preventiva per diverse patologie e una grande fonte di antiossidanti che contribuiscono a combattere l’invecchiamento. Il potere antiossidante della salsa barbeque che si trova comunemente in commercio dipende ovviamente dal tipo di produzione e conservazione.

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Il gelato è utile contro l’infiammazione dell’intestino

Con l’arrivo della bella stagione diventa sempre più difficile resistere alla tentazione di mangiare un bel cono gelato; non c’è niente di pericoloso, nemmeno per la linea a concedersi un gelato ogni tanto, magari alla frutta, e presto sarà così anche per chi soffre di infiammazione, almeno stando ai risultati di una sperimentazione in corso negli Stati Uniti.

I ricercatori della Buck’s Ice Cream dell’Università del Missouri stanno sperimentando la possibilità di far diventare il gelato un alimento utile per la salute del nostro organismo, in quanto ricco di fibre e proprietà antiossidanti che sarebbero in grado di contrastare l’infiammazione dell’intestino, senza perdere nulla in termini di gusto e golosità.

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Sughi gia pronti: come sceglierli per mantenersi in linea e in salute

Il sugo all’olio d’oliva deve essere di qualità, che conserva bene il sugo e lo trasforma in un vero alleato se il tuo intestino è un po’ pigro.  In linea generale, se si desidera dimagrire, vanno privilegiati i sughi con contenuto vegetale e non proteico (come pesce, formaggi): gli ingredienti di origine animale, infatti, per conservarsi nel tempo devono essere trattati con più additivi, con la conseguenza che il sugo diventa un ricettacolo di sostanze chimiche. D’altronde, con un po’ di fantasia, i  sughi pronti possono essere abbinati agli alimenti freschi. Se c’è qualche chilo da smaltire, è meglio scegliere sughi di qualità biologica certificata che contengono una cospicua base di pomodoro, solo olio extravergine d’oliva (e non il semplice “olio di oliva”) nessun conservante, colorante e additivo.

Questi sughi sono facilmente reperibili on line, nei negozi dì alimentazione naturale o in alcuni supermercati. Ecco un esempio di sugo genuino, a base prevalentemente di salsa di pomodoro. Anche il pesto risulta un ottimo condimento a patto che sia prodotto con ingredienti Dop (ovvero con denominazione di origine protetta) olio extravergine d’oliva, nessun conservante e aroma. Costerà un po’ di più ma sarete sicuri di mangiare un alimento naturale e sano. L’unica accortezza è di usarne poco perché il pesto, data l’alta percentuale di olio che contiene, è un condimento molto calorico.

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Rimonabant, ecco perchè non ha funzionato

Come abbiamo accennato appena ieri, il farmaco dimagrante Acomplia (principio attivo rimonabant) è stato ritirato dal commercio nell’ottobre del 2008 dietro disposizione dell’Agenzia Italiana del Farmaco a seguito della conferma, da parte del comitato per i medicinali per uso umano dell’EMEA (Agenzia Europea per i medicinali), dell’elevatissimo rischio di effetti collaterali a livello psichico dovuti alla sua assunzione. All’epoca il farmaco, in commercio in Europa dal 2006, aveva fatto il proprio ingresso nelle nostre farmacie da soli cinque mesi (nel maggio 2008) e veniva usato dietro controllo medico come terapia aggiuntiva a dieta ed esercizio fisico nel trattamento dell’obesità in presenza di fattori di rischio. Ma qual era il suo meccanismo di azione?

Il rimonabant è una molecola che agisce sul sistema dei cannabinoidi endogeni, recettori localizzati sia a livello cerebrale che periferico, coinvolti nella regolazione dell’appetito e per i quali è stata dimostrata una sovrastimolazione in pazienti obesi con conseguente incontrollata assunzione di cibo e accumulo di grasso. Poichè stimolando i recettori per i cannabinoidi si ha un aumento della fame mentre la loro inibizione ha l’effetto opposto, rimonabant veniva utilizzato per le sue proprietà anoressizzanti che esplicava proprio bloccando l’azione di tali recettori purtroppo però con conseguenze deleterie a livello psichico.

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Le bibite gassate possono ridurre la fertilità

bere-colaConsumare più di un litro al giorno di bibite gassate può danneggiare la fertilità maschile. Lo afferma uno studio molto vasto promosso dall’University of Copenhagen. Un campione di 2.500 giovani uomini è stato recentemente sottoposto a spermiogramma, ovvero l’analisi del liquido seminale finalizzata a valutare la qualità dello sperma, dopo l’acquisizione di informazioni circa il loro stile di vita.

È emerso che un forte consumo di bevande gassate può far diminuire il numero medio degli spermatozoi fino al 30%. Il campione è stato diviso in bevitori di bevande gassate e non bevitori; nel liquido seminale degli appartenenti al primo gruppo si è riscontrata una quantità media di 35 milioni di spermatozoi per millilitro di liquido e nello sperma degli appartenenti al secondo gruppo una ben più elevata concentrazione di 50 milioni di spermatozoi per millilitro. E’ importante evidenziare che lo studio non si sofferma sul ruolo della caffeina solitamente contenuta in questo tipo di bevande, poiché è stato dimostrato che l’impatto è meno pronunciato.

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Le proteine della soia fanno dimagrire

soia

In questo momento in cui tutti iniziamo a pensare con preoccupazione alla prova costume, ecco che una buona notizia arriva da una ricerca americana, che ha scoperto come alcune proteine della soia siano in grado di frenare l’assorbimento dei grassi e di ridurre l’infiammazione.

Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Università dell’Illinois e coordinato dalla dottoressa Elvira de Mejia, professore associato di scienza dell’alimentazione e nutrizione umana, che ha spiegato:

Abbiamo scoperto che i semi di soia ricchi di beta-conglycinins limitano l’accumulo dei grassi nelle cellule inibendo un enzima chiamato acido grasso sintasi. Per di più, abbiamo identificato i peptidi specifici, proteine digestive che fanno questo, e ora stiamo iniziando a comprendere il meccanismo che sta dietro. Questa ricerca è emozionante perché potrebbe portare allo sviluppo di nutraceutici per combattere l’obesità.

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Pesto e passata light

passata pronta

I condimenti confezionati, per non “pesare” sulla linea, devono avere un’etichetta dettagliata e ingredienti il più possibile naturali. I sughi già pronti sono una facile soluzione per preparare un primo piatto veloce, ma non sempre risultano completi dal punto di vista nutrizionale. La qualità e il valore nutritivo del sugo, cambiano infatti in base al tipo di ricetta, alla sua preparazione, alle percentuali e alla qualità degli ingredienti, ai metodi di conservazione, all’aggiunta di additivi.

Spesso i sughi industriali di bassa qualità sono calorici e privi di sostanze vitali. Meglio quindi privilegiare quelli provenienti da aziende che lavorano con ingredienti biologici. I sughi del supermercato sono confezionati in vasetti di vetro o in vaschette di plastica trasparenti. Quest’ultime le troviamo nel reparto frigo e hanno una data di scadenza più breve, perché hanno subito un trattamento di conser­vazione meno incisivo rispetto ai condimenti nei vasetti di vetro o ai surgelati, trattati termicamente o sterilizzati. Il contenuto calorico di questi sughi varia in base agli ingredienti.

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Pillola anti-obesità, forse tornerà presto

Potrebbe essere presto in arrivo la nuova pillola anti-obesità, un farmaco anti-grasso simile a quello ritirato dal commercio nel 2008 ma che, a differenza del primo (Rimonabant), non agisce sul cervello ma solo sul resto del corpo. Questo è quanto emerso da una ricerca, pubblicata sull’ultimo numero della  rivista scientifica Cell metabolism, e condotta da un team di scienziati europei coordinati dall’endocrinologo dell’Università di Bologna Uberto Pagotto. Si riaccendono quindi le speranze delle persone affette da obesità che non hanno potuto avvalersi con successo del farmaco precedente a causa dei suoi sgradevoli effetti collaterali quali ansia e depressione.

Come spiega Pagotto:

Il risultato segna un punto di svolta. Senza azione sul cervello, si elimina infatti il problema degli effetti collaterali sulla psiche. Si tratta quindi di usare farmaci che non vi penetrino, come quelli recentemente sviluppati e già testati con successo sugli animali. Se si dimostrano validi anche sull’uomo il gioco è fatto. Dopo il ritiro, un mese fa, anche dell’altro importante principio attivo in campo contro l’obesità, la sibutramina, la novità risulta ancora più interessante

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Il chewing-gum combatte le carie

Masticare il chewing-gum può aiutare a combattere le carie. Secondo vari studi condotti da gruppi di ricercatori dell’University of Michigan, in USA, dell’University of Turku, in Finlandia, e dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, a Milano, sembra che il chewing-gum può rappresentare non solo un rimedio contro l‘azione corrosiva degli acidi generati dalla ingestione di carboidrati, ma anche un’efficace azione preventiva contro l’insorgenza della carie.

Il ruolo anticarie del chewing-gum è legato alla presenza dello xilitolo, un edulcorante ottenuto dalla lavorazione del legno di Betulla o di altri vegetali, presente in vari alimenti ed in percentuale maggiore o uguale al 15% nel chewing-gum. Inoltre i numerosi studi hanno dimostrato che sarebbe proprio lo xilitolo a ridurre l’insorgenza della carie sino al 85%. A sperimentare gli effetti benefici del chewing-gum sono stati alcuni soldati della Terza Divisione di Fanteria dell’esercito USA, inviati per sei mesi in Iraq.

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Il latte di mandorle, di riso e d’asina

Oltre ai latti ottenuti dai cereali (riso e avena) e dai legumi (soia), esiste anche il latte di mandorla prodotto a partire dal seme oleoso. Se hai problemi di sovrappeso, non dovresti abusare di questo prodotto, che comunque ha circa  650 calorie ogni 100 cl, per cui un bicchiere di latte di mandorle da 15 cl apporta circa 97,5 calorie. Essendo però una buona fonte di fibre e grassi “buoni”, il latte di mandorle (sempre biologico) è ottimo da usare per “correggere” il sapore degli altri latti vegetali, evitando però di esagerare con le quantità. Tutti i latti vegetali si possono consumare a temperatura ambiente o riscaldati, e sono ideali per la colazione del mattino. In tal caso, si dolcificano con miele e possono essere arricchiti con frutta fresca e cereali, per garantire un rapido svuotamento intestinale.

Il latte di riso invece è usato soprattutto da coloro che, non riuscendo a digerire il latte vaccino, non vogliono comunque rinunciare al rito della tazza di latte per colazione. Questa bevanda dal lieve gusto di cereale e piuttosto energetica, pur apportando circa la metà delle calorie del latte vaccino intero, ha fibre, vitamina A, B, D e sali minerali. Va bene anche da bere insieme al caffè e al tè, e si può utilizzare per preparare torte e budini. Lo si ottiene dalla lavorazione dei chicchi di riso germogliati, macinati, stemperati in acqua e filtrati, e contiene acqua, riso, olio di girasole, sale marino e aromi.

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Dieta vegetariana, pare che non faccia così bene all’ambiente

Secondo uno studio condotto dall’istituto di ricerca finlandese Mtt e dall’Università di Helsinki anche se tutti rinunciassimo alla carne e mangiassimo solo prodotti della terra questo non cambierebbe di molto le sorti del pianeta, come sostenuto invece dai vegetariani e da molti ambientalisti; se tutta la popolazione mondiale si convertisse al veganesimo infatti le emissioni di gas serra diminuirebbero solo del 7%.

Stando alla conclusione degli studiosi, che hanno pubblicato i risultati della loro ricerca sulla rivista Progress in Industrial Ecology, la coltivazione del suolo è la fonte principale di emissioni inquinanti nell’atmosfera e questo a prescindere che le terre siano destinate alla produzione di ortaggi, cereali e quant’altro per il consumo diretto dell’uomo piuttosto che per rifornire di foraggio gli animali.

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Le tre diete per dimagrire dopo Pasqua

Ora che le festività pasquali sono finite ci ritroviamo a dover affrontare qualche chiletto in più, frutto degli stravizi dei pranzi di questi giorni; ormai è inutile piangere sul latte versato, e se colombe, cioccolata e arrosti hanno rovinato i sacrifici di intere settimane, l’unica cosa da fare è rimettersi a dieta. Per riprendersi dagli stravizi di questi giorni, il dietologo Pietro Antonio Migliaccio, presidente della Sisa, Società italiana di Scienza dell’alimentazione, consiglia di seguire tre tipi di dieta in tre momenti diversi.

Il primo step è la dieta lampo delle durata di una sola giornata da seguire nei giorni immediatamente successivi alla Pasquetta, e prevede l’assunzione, durante l’intera giornata, di soli 700 grammi di frutta, oppure di un frutto al mattino, uno a pranzo, e la sera un bicchiere di latte con due fette biscottate.

Nei giorni successivi a questo depurativo ci sono due possibilità: seguire una dieta veloce della durata di tre giorni dall’apporto di 850 calorie quotidiane, oppure seguirne una per dieci giorni da 1.200 calorie. Vediamo nel dettaglio il menù della dieta da 850 calorie.

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Dimagrire senza soffrire la fame

La strategia per evitare la percezione di vuoto gastrico provocato dall’assenza di pane e pasta condita, sta nella quotidiana assunzione di generose quan­tità di ortaggi di stagione (anche un chilo al giorno) e di frutta fresca (200-300 g al giorno). Ortaggi e frutta, oltre a garantire sazietà con poche calorie (mediamente 20 kcal per etto gli ortaggi; 40-50 kcal per 100 g di frut­ta) rispetto alle 340-350 di 100 g di cereali (pasta, riso, orzo ecc.) abbassano l’indice glicemico dei carboidrati grazie al loro contenuto di fibre e favoriscono la depu­razione per l’apporto di antiossidanti, acqua, fibra e po­tassio.

L’altro vantaggio degli ortaggi è costituito dalla possibilità di impiegarli per preparare ragù colorati e sa­poriti che rendono golosi i piatti senza appesantirli. Analogamente la frutta offre infinite possibilità di pre­parare voluminosi dessert, sani, gradevoli, ipocalorici. Per garantirsi un primo a pranzo e un altro a cena anche nell’ambito di una razione alimentare giornaliera “contenuta” da 1500 calorie, occorre non superare i 50 gr di cereali (pasta, riso, orzo ecc…) a porzione, da proporre in ricette che prevedano però l’impiego di 200-250gr di verdure per conferire il giusto  volume al piatto.

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Prova costume, prepariamoci con la dieta frazionata

La dieta frazionata è una dieta suddivisa in sei pasti: colazione, spuntino, pranzo, merenda, cena e dopocena. Ciascuno di essi deve essere composto da alimenti iperproteici, ipercalorici, di piccolo volume ed altamente digeribili; in altre parole si tratta di mangiare poco ma spesso in modo da distribuire le calorie necessarie lungo tutto l’arco della giornata.

Più che di una vera e propria dieta dimagrante, si tratta di un regime alimentare seguito in genere da sportivi allo scopo di aumentare la massa muscolare e ridurre la massa grassa e proprio per questo motivo è fondata sul consumo di cibi iperproteici; tuttavia si adatta molto bene anche alle esigenze di chi avverte subito un certo senso di sazietà dopo aver mangiato piccole quantità di cibo salvo poi sentirsi nuovamente affamato dopo poche ore.

Dieta frazionata, esempio di menu giornaliero

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Il menù settimanale della dieta Okinawa

Qualche tempo fa vi abbiamo parlato della dieta Okinawa, un regime alimentare che prende il nome dall’isola giapponese di Okinawa, uno dei luoghi del mondo nel quale gli abitanti sono più longevi; da anni gli scienziati studiano il regime alimentare degli abitanti di Okinawa per capire i loro principi nutrizionali antietà.

La cucina di quest’isola, che si trova nel tratto di oceano compreso tra Giappone e Taiwan, è una miscela di ingredienti di origine cinese e giapponese, ottimi per combattere l’invecchiamento cellulare, ma anche il diabete, la pressione alta, i disturbi cardiovascolari e, soprattutto l’obesità.

La dieta Okinawa si basa per il 78% su alimenti vegetali, poi predilige pesce, riso e pasta di soia, ma anche i tè verdi giapponesi, che sono ricchi di antiossidanti; fondamentale nella dieta Okinawa è anche la preparazione dei piatti che deve essere accurata e amorevole, come del resto la consumazione del cibo stesso, insomma: a Okinawa lo stress dei paesi occidentali è assolutamente bandito.

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