Si conclude domani la settima mondiale del Cervello, che si è occupata di riportare la giusta attenzione alle malattie neurologiche e degenerative. Perché questa precisazione? Perché con la dieta possiamo fare molto e lo dimostra uno studio intitolato “Nutrition and Lifestyle Intervention on Mood and Neurological Disorders” (Interventi su dieta e stile di vita per i disturbi neurologici e dell’umore), pubblicato sulla rivista scientifica Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine.
Dieta vegana, spremute, verdura, integratori alimentari, esercizio fisico regolare e con tecniche anti-stress possono fare la differenza su persone affette da malattie neurologiche o psicologiche. Non parliamo quindi solo di patologie gravissime e degenerative come la malattia di Alzheimer e la malattia di Parkinson, ma anche ansia, depressione, poca memoria, demenza, ictus o sclerosi multipla.
Secondo gli autori, intervenire sullo stile di vita e sulle abitudini alimentari può apportare notevoli benefici in tutte le condizioni affrontate. Ricordiamo che ciò vuol dire l’abolizione del fumo e dell’alcol e della sedentarietà, e di un’alimentazione possibilmente vegetariana, ricca di micronutrienti come minerali e vitamine della frutta e verdura, priva di un eccessivo carico glicemico e di grassi animali.
Nel caso del Parkinson, il regime da adottare è quello vegetariano e a basso contenuto proteico per evitare ogni interferenza con il farmaco in uso più potente, la levodopa. Per l’Alzheimer so consiglia soprattutto l’assunzione di antiossidanti presenti nella dieta ricca di frutta e verdura (vitamine C ed E, licopeni, antocianine). Pochi e semplici consigli che possono affiancarsi a terapie farmacologiche e fare la differenza, perché non provare?
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