La cottura al cartoccio

Dopo i post dedicati alla cottura al vapore, con la pentola a pressione e con il wok, oggi è il momento di conoscere la cottura al cartoccio. La cottura al cartoccio prevede che l’alimento sia avvolto in un involucro per uso alimentare e il principale vantaggio di questo metodo consiste nel fatto che vengono sfruttati nello stesso momento la cottura al forno e quella al vapore, dato che quest’ultimo si forma all’interno del cartoccio.

A seconda dell’alimento da cucinare si può decidere anche di non aggiungere condimenti, come nel caso del pesce, che si cuoce nel suo stesso grasso, mantenendo inalterato il sapore e garantendo leggerezza e gusto. La cottura al cartoccio è indicata per tutti i cibi, e non soltanto per il pesce, ma anche per le carni e le verdure.

L’involucro ideale nel quale avvolgere l’alimento è la carta alluminio, che, eventualmente può essere sostituita con la carta oliata vegetale, che è più porosa e più resistente. Tra i vantaggi della cottura al cartoccio c’è la rapidità rispetto ad altri metodi di cottura, il fatto che riesce a mantenere intatti aromi e sapori, e la possibilità di non aggiungere troppi condimenti.

La preparazione del cartoccio è molto semplice: innanzi tutto l’alimento da cuocere va messo nella seconda metà della carta da usare come cartoccio, che deve essere tre volte più larga e due volte più lunga del cibo da cuocere; dopodiché vanno aggiunti i condimenti, che per una cottura più leggera possono essere omessi oppure sostituiti da erbe aromatiche; i bordi del cartoccio devono essere piegati insieme più volte in modo da non far fuoriuscire il cibo, e se necessario, usate l’albume d’uovo per creare una specie di chiusura ermetica.

Accendete il forno e fatelo riscaldare ad una temperatura di 180 o 200° e fate cuocere il cartoccio per circa 3 minuti per ogni centimetro di spessore dell’alimento; fate attenzione che la carta, pur diventando scura, non si bruci. Infine, una volta pronto, tagliate l’involucro del cartoccio sul lato superiore e servite.

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