Falsi miti alimentari: eccone alcuni

Quante volte facendo la spesa al supermercato abbiamo deciso di scegliere un prodotto piuttosto che un altro in quanto light oppure perché pensiamo che sia meno grasso o che faccia meno male? Sicuramente tante volte, ma non sempre abbiamo preso la decisione giusta. Ci sono infatti diversi cibi che, nella versione leggera, sono meno sani di quelli, per così dire, “normali”; vediamone alcuni.

Tonno al naturale o tonno sott’olio?

Il tonno al naturale possiede poche calorie, solo 103 ogni 100 grammi, ed è anche leggero ma, di contro, contiene una quantità di sale molto elevata, assorbita dalla salamoia, che lo rende poco adatto per chi soffre di ritenzione idrica; meglio quindi scegliere il tonno sott’olio, che non ha sale aggiunto perché c’è l’olio che fa da conservante. Per compensare le calorie, sgocciolatelo bene e mangiatelo con l’insalata ma senza aggiungere altri grassi.

Biscotti senza zucchero o biscotti secchi?

I biscotti senza zucchero contengono dei dolcificanti alternativi e a volte, per “salvare” il sapore, vengono aggiunti più grassi: ecco che le calorie risparmiate non sono più tante. Al contrario, i biscotti secchi a base di farina e cereali integrali contengono un buon numero di fibre; attenti alle percentuali di grassi che non devono andare oltre al 10 o 12%.

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Ricette light: Penne al pesto con agrumi tonno e melanzane

Le penne al pesto con agrumi, tonno e melanzane, sono piatto decisamente raffinato, ma allo stesso tempo leggero e facile da realizzare. Inoltre, questa ricetta non è ideale solo per chi ha deciso di perdere qualche chiletto di troppo, ma anche per chi ha semplicemente voglia di tenersi in forma, senza rinunciare ai piaceri della tavola.

Si tratta, infatti, di una pietanza molto gustosa, un ottimo primo, soprattutto in questo periodo dell’anno, quando il nostro palato incomincia a desiderare piatti più leggeri e freschi.

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Tonno al monossido: quali pericoli per la salute

Abbiamo tante volte parlato dell’importanza di consumare il pesce durante una dieta equilibrata e delle tante proprietà del pesce. Sono ormai noti gli innumerevoli vantaggi che si ottengono da una dieta che prevede una frequenza di consumo settimanale di pesce maggiore rispetto alle carni rosse e molte le persone che preferiscono consumare il pesce all’interno del proprio regime alimentare.

E’ importante stare sempre molto vigili quando si acquistano gli alimenti, specie se si tratta di alimenti a rischio truffa. Le cronache italiane hanno, infatti, messo in guardia dall’ultima frode internazionale e nazionale: il finto pesce fresco. Questa frode ha puntato su una delle caratteristiche del pesce fresco, il colore del pesce: la truffa riguarda il trattamento del tonno a pinna gialla con delle sostanze che donano al pesce un colore rosso vivo.

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Tonno in scatola, calorie e valori nutrizionali

Il tonno in scatola è uno degli alimenti più consumati dagli italiani, e direi proprio a ragion veduta, visto che è buono, versatile ed economico. Il tonno è un pesce di notevoli dimensioni, le cui parti più pregiate sono il filetto, che è particolarmente magro, e la pancia che è più grassa; generalmente i tonni in scatola peggiori sono quelli preparati con tagli meno pregiati, ed è visibile dal fatto che nella scatoletta ci sono piccoli pezzi invece che pezzi di carne interi.

Il tonno in scatola può essere al naturale o sott’olio; quello al naturale contiene poche calorie in quanto è conservato nella sola acqua di cottura e non contiene mai la parte più grassa del tonno ma solo i tagli più magri; il tonno sott’olio viene conservato in olio di semi oppure in olio d’oliva, il quale lo rende anche più gustoso in quanto penetra nella carne.

Dal punto di vista nutritivo, il tonno al naturale contiene poche calorie, all’incirca 100 ogni etto, ma, tuttavia, trattiene molto sodio; il tonno sott’olio contiene più calorie, ma è anche più gustoso. Il tonno è un’ottima fonte di proteine, un po’ meno di omega 3, in quanto i grassi contenuti in questo alimento sono soprattutto dovuti all’olio di conservazione.

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Cibo in scatola: poche calore con il sottovuoto

cibo in scatola

Sono ormai píù di duecento anni che il cibo in scatola è entrato a far parte del nostro quotidiano ed è diventato una consuetudine in dispensa. Certamente ha ragione chi sostiene che il cibo fresco sia da preferire rispetto a quello conservato in scatola, ma ciò non toglie che anche quelli racchiusi in piccoli contenitori di banda stagnata possano essere un valido aiuto per preparare piatti sani, leggeri ed equilibrati. Per usarli al meglio è bene conoscerne le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi.

Gli alimenti in scatola possono essere utili per dare più sapore ad altre verdure fresche con poche calorie. Oltre al tonno naturale, al salmone o alla carne in gelatina, prova ad arricchire un’insalatona con fagioli, ceci o mais. E ancora: con una scatoletta da 80 g di tonno al naturale, con un po’ di pomodoro in scatola e una dose media di pasta puoi pre­parare un piatto unico completo con sole 400 calorie, da condire con un cucchiaino d’ olio d’oliva a crudo. Siamo abituati a guardare con attenzione ingredienti e date di scadenza dei prodotti freschi. Per quanto riguarda quelli in scatola bisogna fare ancora più attenzione, per decifrare con precisione l’etichetta e in generale informazioni riportate sulla confezione.

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Menù contro la sindrome premestruale

menù per la sindrome premestruale

I segni sono inconfondibili: turgore e tensione al seno, associati spesso a viso, gambe, mani e addome gonfi. Mal di testa, fame smodata di carboidrati, in particolare di cioccolato, e poi irritabilità, stanchezza, facilità al pianto e a prendere peso…sono alcuni dei principale sintomi della sindrome premestruale che affligge la maggior parte delle donne in età fertile. Le cause non sono ancora del tutto note, anche se recenti studi la collegano a ridotti livelli di serotonina, un neurotrasmettitore la  cui carenza spiegherebbe la comparsa di sintomi legati alla sfera emotiva (irritabilità, ansia, depressione….).

L’alimentazione in questi casi, è parte integrante della cura, se non addirittura l’unica terapia da adottare ( salvo diversa indicazione del medico). Evitare o ridurre i sintomi della sindrome premestruale (SPM) è possibile se assumiamo le sostanze giuste, prima di tutto con la dieta e poi, se necessario, anche con un’eventuale integrazione. Eccole le principali:

Gli acidi grassi essenziali Omega 3 e Omega 6 (GLA) sono precursori di importanti eicosanoidi, sostanze con potente azione ormonale. Un loro apporto adeguato nella dieta può favorire il mantenimento dell’equilibrio ormonale e ha effetti antinfiammatori. Questi acidi grassi si trovano nel pesce e nei semi oleosi.

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