Miele, tutte le virtù

Delle virtù benefiche del miele vi abbiamo parlato in diverse occasioni. Oggi però torniamo sull’argomento con l’aiuto di un esperto; il contributo che segue è infatti curato dal dottor Paolo Scicolone, tecnologo alimentare. Il dottor Scicolone, vive e lavora a Catania, dove esercita già da diversi anni la libera professione di consulente alimentare.

Buona lettura!

Considerato con distacco dagli ortodossi della dieta ipocalorica ma benedetto dalle usanze popolari e dai nutrizionisti più attenti ai valori nutrizionali complessivi degli alimenti, fra scienza e mito un posto di assoluto riguardo nelle culture di tutti i popoli è sicuramente riservato al miele. Prima  dell’avvento della “civiltà”, questo alimento rappresentava praticamente l’unico sapore dolce conosciuto dall’uomo; certo, si mangiavano anche frutta, radici zuccherine, petali di fiori dolciastri ma il gusto pieno e tondo del dolce lo trovava solo nel miele. Come tutti i prodotti dell’arnia è per noi un “superalimento”, purchè sia integrale e vergine. Universalmente e tradizionalmente riconosciuto per le sue virtù salutistiche è oggi, letteratura scientifica alla mano, considerabile come un efficacissimo integratore alimentare ed utile coadiuvante come rimedio in diverse patologie.

Attualmente i tipi di miele in commercio sono diversi e traggono proprietà e virtù dai fiori da cui sono derivati.

  • Miele di abete: di colore molto scuro, quasi nero, fortemente aromatico con sapore assai gradevole, il miele di abete è ritenuto un ottimo antisettico polmonare e delle vie respiratorie in grado di produrre effetti antipiretici, espettoranti, spasmolitici.

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Combattere l’insonnia con i preparati omeopatici

Al contrario di quanto si crede comunemente, l’insonnia è un disturbo piuttosto diffuso; si stima infatti che il 14% della popolazione ne sia affetto e che questa percentuale si attesti al 33% superati i 60 anni di età, soprattutto fra le donne. Le conseguenze di un riposo notturno carente o estremamente disturbato, soprattutto se il problema permane per lungo tempo, si rendono evidenti durante il giorno causando disagi quali emicranie ricorrenti, difficoltà di concentrazione e attenzione, disturbi della memoria, irritabilità.

Non ci vuole molto a comprendere come tutto questo incida negativamente sul rendimento fisico ed intellettuale di chi  soffre di insonnia con ricadute deleterie sulla vita lavorativa, familiare e sociale. Abbiamo già visto come, per ridimensionare il problema, sia utile adottare tutta una serie di accorgimenti atti a modificare alcune abitudini di vita e alimentari che possono favorire, se non l’insorgenza, il mantenimento del problema e/o un suo inasprimento; oggi vedremo invece quali rimedi omeopatici possono essere utili a garantirsi un buon sonno:

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Succo di ciliegia per combattere l’insonnia

Chi non riesce a dormire bene lo sa: l’insonnia è uno dei disturbi del sonno più fastidiosi, in quanto costringe a rigirarsi nel letto per ore con gli occhi sbarrati senza poter prendere sonno oppure permette di riposare male e solo per poco tempo. Qualche tempo fa avevamo già trattato l’argomento dal punto di vista dell’alimentazione, ovvero indicandovi quali sono gli alimenti che potrebbero aiutare a vincere l’insonnia.

Oggi ritorniamo a parlare di rimedi contro l’insonnia alla luce di una ricerca americana che ha scoperto come il succo di ciliegia sia utile come antidoto all’impossibilità di prendere sonno. La ricerca è stata condotta dai ricercatori dello Sleep & Neurophysiology Research Laboratory dell’University of Rocherster Medical Center di New York e pubblicata sul “Journal of Medicinal Food”; secondo questo studio, per sconfiggere l’insonnia basterebbero due bicchieri di succo di ciliegia.

La ciliegia sarebbe in grado di conciliare il sonno grazie all’alto contenuto di melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno sveglia nell’organismo.

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Le virtù del papavero giallo

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Si scrive Escholtzia e si pronun­cia Escoltzia. Per molti ancora è scono­sciuta, ma in questi ultimi anni ha fatto molto parlare di sé. Elegante, raffinata, sobria nel portamento, ve­ste di giallo, fluttua leggera nei cam­pi aridi e selvatici della sterminata California. Fu introdotta in Europa agli inizi del 1800, come pianta de­corativa proprio per la bellezza del suo giallo fiore. La raccolse per pri­mo, vicino a San Francisco, Adalber­to Chamisso, che dedicò questa sco­perta al compagno di viaggio J.F. Eschscholtz, botanico ed entomolo­go russo, responsabile di quella spe­dizione scientifica in America nei pri­mi anni del XIX secolo.

Molti si sono interessati allo studio di questa pianta, fino a scoprire che, oltre a colorare le nostre giornate con il suo giallo intenso, poteva di­ventare rimedio prezioso per sonni ristoratori. Oggi, gli studiosi ne stan­no carpendo i segreti: i principi attivi più importanti del suo fitocomples­so, gli alcaloidi, insieme ad altri che la natura ha posto nelle radici e nelle sommità di questa pianta, giocano un ruolo predominante nella sua at­tività. Ed è stato dimostrato clinica­mente che, somministrandolo per lungo periodo, l’estratto titolato di Escoltzia diminuisce il tempo di addormentamento e migliora la qua­lità del sonno.

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