Fragole contro la demenza?

Mangiare fragole quotidianamente nel corso della mezza età rallenta il comparire della demenza? Sembrerebbe questo il risultato di uno studio condotto recentemente dall’Università di Cincinnati.

Perché mangiare fragole fa bene

La ricerca, pubblicata sulla rivista di settore Nutrients, suggerirebbe come mangiare ogni giorno le fragole, dopo cinquant’anni, darebbe modo di combattere l’invecchiamento e la comparsa della demenza. Soprattutto in quelle persone che si trovano in uno stato di prediabete o che presentano resistenza all’insulina.

Come ricorda l’autore principale dello studio Robert Krikorian, sia i mirtilli che le fragole sono ricchi di antiossidanti chiamati antociani, scientificamente coinvolti in una serie di benefici per la salute. Tra di essi vi sono quelli di tipo cognitivo e metabolico. Studiando epidemiologicamente i dati della ricerca è possibile verificare come coloro che mangiano regolarmente le fragole o i mirtilli presentano un invecchiamento e un declino cognitivo più lento.

Lo studio che ha portato a tali considerazioni è basato su un campione piccolo ma abbastanza indicativo. Questo era composto da 30 pazienti di età compresa tra i 50 e i 65 anni in sovrappeso nei quali era possibile notare un lieve declino cognitivo. Per 12 settimane è stato richiesto loro di evitare il consumo di qualsiasi frutto di bosco. Metà di loro ha assunto un integratore alla fragola da mescolare con acqua a colazione, che corrispondeva a una tazza di fragole intere. L’altro gruppo ha assunto un placebo.

Miglioramenti per quel che riguarda la memoria

dieta delle fragole

Tutti i partecipanti sono stati poi sottoposti a un test cognitivo per testare la memoria a lungo termine. Chi aveva consumato la polvere di fragole aveva fatto registrare una diminuzione dell’interferenza della memoria. Questo significa che avevano mostrato un miglioramento complessivo delle capacità esecutive.

Sempre lo stesso gruppo, rispetto a quello placebo, ha mostrato anche una riduzione importante dei sintomi depressivi. Secondo gli esperti questa sarebbe derivata da un miglioramento delle capacità esecutive, capaci di fornire alla persona un maggiore controllo sulle proprie emozioni e un miglioramento del problem solving.

Come già anticipato il campione è molto esiguo sebbene condotto a doppio cieco. Cosa suggerisce però questo? Che le fragole possono fare la differenza nella nostra alimentazione se inserite in un contesto corretto.

Ovviamente al netto di qualsiasi allergia. Questo significa che dobbiamo iniziare a mangiare fragole tutti i giorni? Non proprio. Però ci indica come inserire queste o i mirtilli all’interno della nostra dieta possa darci modo di godere di numerosi benefici da non sottovalutare. E voi quanti frutti di bosco e quante fragole mangiate ogni giorno? Approfittate delle loro dosi di antiossidanti?

Mandorle, cibo immancabile nella nostra dieta

Dobbiamo pensare alle mandorle come  a un cibo immancabile all’interno della nostra dieta. Questi frutti del prunus dulcis sono consumate da secoli e da altrettanto tempo portano benefici alla nostra salute.

I benefici delle mandorle

Le mandorle sono una fonte importante di diverse sostanze nutritive essenziali per il funzionamento del nostro organismo e dovrebbero essere considerate una parte fondamentale della nostra alimentazione di tutti i giorni.

Per capire quanto queste siano importanti basta vedere ciò che contiene una singola porzione di mandorle, pari circa a 28 grammi. Senza dubbio, come quasi tutta la frutta secca, l’apporto calorico è rilevante: parliamo infatti di 160 cal. a porzione. Queste accompagnano circa 6 grammi di proteine e 3,5 grammi di fibre con una dose importante di grassi salutari pari a 14 grammi. Le mandorle rappresentano anche un’ottima fonte di magnesio (circa 19% del fabbisogno giornaliero) calcio e vitamina E.

Insomma, contengono tutta una serie di elementi in grado di sostenerci nell’attività quotidiana. I benefici per la salute poi rappresentano il loro punto forte. Le mandorle sono infatti in grado di offrirci grazie ai grassi insaturi, la possibilità di ridurre il colesterolo LDL nel sangue. Riuscendo così ad avere una maggiore protezione nei confronti delle malattie cardiovascolari.

Tante calorie ma tanti nutrienti

Sono molto caloriche, è vero: ma queste piccole perle di salute ci aiutano anche a favorire il controllo del peso grazie alle fibre e le proteine che aumentano il senso di sazietà. E non solo: diversi studi hanno dimostrato che il consumo di questo alimento consente di regolare i livelli di glucosio nel sangue, mantenendoli più stabili. Una qualità perfetta per tutti coloro che soffrono di diabete di tipo 2.

La vitamina E che contengono non solo riesce a preservare la salute della pelle mantenendola idratata e combattendo l’invecchiamento, ma funziona come un ottimo boost per il sistema immunitario. E per la protezione dai radicali liberi e dai danni che in questi causano.

Le mandorle hanno un pregio molto particolare: quello di poter essere inserite all’interno della dieta senza problemi. Possono essere utilizzate come uno snack sano di metà mattinata ma anche essere inserite nell’insalata una volta tostate. Sotto forma di burro sono un’alternativa ottima al burro di arachidi e per essere usate sul pane tostato. Più generalmente possono essere utilizzati come condimento.

Tutto ciò mostra come le mandorle siano un alimento perfetto da essere inserito in qualsiasi tipo di dieta, a patto ovviamente che vengano consumate con giudizio e facendo attenzione alle quantità. È davvero un peccato rinunciare ai loro benefici.

Cren, cosa è e benefici

Il cren è una pianta conosciuta anche con il nome di barbaforte o rafano tedesco, dal quale si può ottenere una salsa omonima da utilizzare all’interno di qualsiasi dieta.

I benefici del cren

Sebbene non sia molto conosciuta, in realtà parliamo di un vegetale utilizzato spesso anche in Italia, dal quale per l’appunto si ottiene un condimento particolarmente usato nel nordest della penisola. È uno dei cibi piccanti più noti, il cui odore è pungente in maniera molto simile a quella del wasabi.

Il suo consumo può apportare diversi benefici. Prepararla in casa non è difficile sebbene non sia perfetta per l’utilizzo di tutti. Il fatto che venga utilizzata anche della mollica di pane bianco sbriciolata rende questo condimento non utilizzabile dalle persone affette da celiachia.

Ciò che ci interessa, quando parliamo del cren, sono i benefici che può darci sia se utilizzato come ingrediente di preparati per uso esterno sia se consumato. Come ingrediente di preparazioni per uso esterno il cren è ottimo per combattere dermatosi ed herpes anche se può essere irritante per le pelli più sensibili. Le sue proprietà vaso-dilatatorie aiutano ad affrontare i sintomi legati a dolori articolari, alle tendiniti e ai reumatismi.

Il cren come sapore ricorda la senape, ragione per il quale viene utilizzato come sostituto della stessa o del pepe. È in grado di apportare ottimi benefici sia nel combattere le infezioni urinarie anche grazie al suo effetto diuretico e antimicrobico e viene considerato un ottimo vermifugo. Quindi perfetto come rimedio naturale per i vermi intestinali.

È in grado di stimolare la produzione di succhi gastrici e quindi di favorire la digestione. Grazie alle sue qualità espettoranti può essere un ottimo rimedio naturale contro la tosse grassa e la bronchite.

Ecco quando è sconsigliato

È meglio consultare il proprio medico in caso si abbia intenzione di consumarne in quantità importanti. Alcuni studi hanno dimostrato come i glicosidi che lo compongono potrebbero essere di disturbo all’attività della tiroide. Per tale motivo è sconsigliato per coloro affetti da ipotiroidismo.

Lo ripetiamo: si consumato in questo caso una volta ogni tanto e in misura contenuta non rappresenta alcun problema. Sono solo le grandi ripetute quantità che potrebbero ridurre la funzionalità tiroidea. E invece sconsigliato il consumo di questa radice a coloro che soffrono di danni renali ed è suggerito un consumo moderato nelle donne incinte, in quelle che allattano e per i bambini piccoli.

Nonostante le sue importanti capacità va ricordato che può risultare irritante. Per questa ragione è meglio evitare di consumarlo se si soffre di ulcere duodenali o gastriche.

Zucca? Ecco a cosa fa bene

A cosa fa bene la zucca? Questo ortaggio di stagione possiede numerosi benefici per la salute. Scopriamo insieme quali sono. Tra gli alimenti perfetti per la nostra alimentazione, la zucca si pone ai primi posti di una ideale classifica.

Perché mangiare la zucca

E non solo per i suoi effetti che vanno a favore sia della psiche che del corpo. Ma proprio per le sue caratteristiche organiche, che la rendono perfetta per il consumo anche di persone affette da particolari patologie.

Una delle prime cose che possiamo evidenziare della zucca è che si tratta di un alimento ipocalorico, apportando solamente 26 cal su 100 grammi. Le scarse quantità di zuccheri e grassi la rendono perfetta per essere inserita all’interno di regimi ipocalorici o destinati a persone affette da diabete.

La zucca è composta per circa il 90% di acqua ed è molto ricca di fibre. Due qualità che le consentono, tra le altre cose, di aiutare una gestione ottimale del tratto intestinale. Osservando la polpa possiamo dire che il suo arancione riflette le sue quantità di betacarotene, sostanza sfruttata dal nostro organismo per produrre la vitamina A, conosciuta per il sostegno capace di dare alla salute della pelle, della vista e delle mucose.

Le sue quantità di antiossidanti sono utili per prevenire i tumori e per combattere la formazione di radicali liberi. Contestualmente possiede buone quantità di vitamina E, vitamina C, fosforo, potassio, calcio e magnesio. E per tale ragione aiutare l’organismo a combattere il presentarsi di malattie degenerative e lo stress.

Tante proprietà valide per l’organismo

Le sua proprietà diuretiche consentono di approcciare al meglio la ritenzione idrica. La maggior parte delle persone ignora che la zucca è anche un’ottima fonte di omega 3. Questi grassi favoriscono la salute del sistema nervoso, aiutano ad abbassare i valori di colesterolo nel sangue combattendo di conseguenza l’insorgere di malattie cardiovascolari, infarti, ictus. Come? Anche mantenendo bassa la pressione arteriosa.

La zucca è in grado anche di regolare al meglio l’umore grazie al magnesio, rilassante naturale, e il triptofano. Quest’ultimo sostiene la produzione di serotonina da parte dell’organismo, ormone del buon umore. Un fattore questo che consente di aiutare a regolare il ciclo sonno-veglia, a dare una sensazione di sazietà e a regalare benessere generale a livello psichico.

Chi vuole prendersi cura dei propri capelli, dela propria pelle, delle proprie unghie può ottenere dalla zucca anche delle ottime maschere o creme fai da te. Una menzione particolare è meritata anche da i semi di zucca, considerati dei veri e propri superfood soprattutto per via delle loro fonti di magnesio, fibre, omega 3 e zinco.

Noci, fanno bene. Ma a cosa?

Le noci fanno bene alla salute. Ma in che cosa ci aiutano? Ricordiamo insieme i benefici che questa frutta secca apporta al nostro organismo.

Noci alimento forse sottovalutato

Potrà sembrare assurdo ma, se ragioniamo sul loro utilizzo, le noci sono tra gli alimenti più sottovalutati per quel che riguarda la nostra salute. Soprattutto se non si hanno particolari patologie che ne sconsigliano l’utilizzo, il loro consumo quotidiano in quantità specifiche è consigliato.

Questi piccoli frutti del Noce comune sono presenti in tutto il globo sebbene nativi dell’Asia. Il loro sapore piacevole si sposa benissimo con la quantità di nutrienti essenziali che contengono e che danno un boost incredibile al nostro organismo. Non dobbiamo dimenticare che sono piccoli concentrati di vitamine, antiossidanti, fibre, proteine e grassi saturi.

Il consumo di noci aiuta in primis la salute cardiovascolare. Questo grazie anche all’importante presenza di acidi grassi omega 3 che aiutano a tenere sotto controllo il colesterolo cattivo e migliorano la salute delle arterie. Il loro consumo regolare consente di ridurre il rischio di malattie cardiache di circa il 10%.

Le noci, se consumate nel giusto modo, possono aiutare nel controllo del peso grazie alla sensazione di sazietà derivante dalla quantità di fibre e proteine contenute al loro interno. Non deve essere sottovalutato il loro potere antiossidante. Questa particolare tipologia di frutta secca contiene dosi importanti di vitamina E, aiutando l’organismo a combattere i radicali liberi e il rischio di malattie croniche.

Fanno bene anche al cervello

Colazione leggera nutriente cosa mangiare

Proprio grazie agli antiossidanti e agli omega 3 le noci aiutano a mantenere il cervello in salute: un loro consumo regolare aiuta a combattere il declino cognitivo legato all’età e favorisce memoria e concentrazione. Le sue peculiarità aiutano anche nella gestione della glicemia: l’azione di fibre, proteine e grassi sani aiuta a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue.

Ovviamente anche il modo in cui consumiamo le noci ha la sua importanza. Per quanto siano salutari, questi frutti non devono essere consumati in quantità esagerate. È possibile quindi integrarli nella dieta come uno snack sfizioso di metà mattinata o di metà pomeriggio, soprattutto se abbiamo bisogno di recuperare energia.

Possono essere aggiunte a yogurt e cereali, insalate o anche a carne e pesce in base alle ricette, in modo tale da consumarle all’interno di un pasto. Per quanto possa sembrare inusuale per la nostra dieta, possiamo anche consumare del burro di noci insieme a della frutta o spalmato sul pane integrale come faremo con del burro di arachidi. Insomma consumarle regolarmente fa bene a molte “sezioni” del nostro corpo. Se possiamo, quindi, inseriamolo all’interno della nostra quotidianità.

Allenamento e mangiare male, cosa succede

Se facciamo ogni giorno allenamento e mangiamo male cosa succede? È una domanda che dobbiamo porci, soprattutto se abbiamo la malaugurata idea di allenarci di continuo ma mangiamo regolarmente junk food.

Allenamento accompagnato da giusti nutrienti

Sì, è una vera e propria contraddizione. E se è comunque possibile stare bene alternando l’allenamento a qualche sgarro, dobbiamo comprendere che correre ogni giorno e poi non regolarsi adeguatamente nei nutrienti fa male al nostro corpo. A essere chiamato in causa è un comportamento ben specifico: quello di ignorare le componenti deleterie per la nostra salute nella nostra alimentazione libera.

Immaginate di eseguire ogni giorno l’allenamento necessario e ogni giorno non mangiare sano. Pensare che il bruciare le calorie sia abbastanza è una sottovalutazione del problema. Se inseriamo nella nostra dieta dei grassi non salutari, dando spazio a un binge eating di bevande zuccherate, patatine o biscotti, rischiamo di far male più di quel che pensiamo alla nostra salute.

Possiamo anche non prendere peso, ma cosa dice il nostro organismo di tutto ciò? Come spiegano gli esperti è possibile in generale smaltire gli eccessi di una dieta non sana se ci si allena almeno due o tre ore al giorno tutti i giorni. Non vi è accumulo di energia in eccesso e il corpo elimina abbastanza di buon grado le tossine che accumula. L’aumento del grasso viscerale può essere tenuto abbastanza sotto controllo.

Attenzione ai fattori di rischio cardiovascolari

allenamento in palestra

Anche se si fa dell’attività sportiva agonistica e si deve mantenere al top la massa muscolare. Il problema, come già indicato, sono gli effetti che un’alimentazione non sana ha sull’organismo. Anche se in uno sportivo può non essere visibile, potrebbe accumularsi molto grasso viscerale rispetto a quello sottocutaneo. Questo potrebbe portare al restringimento delle arterie conosciuto come aterosclerosi, fattore di rischio importante per le malattie cardiovascolari.

Se si rimane molto attivi, alcuni di questi errori di alimentazione possono essere ammortizzati. Ma sarebbe meglio evitare di perpetrarli, soprattutto se si decide di smettere con l’allenamento quotidiano. O si dovessero rallentare i propri ritmi. Si rischia tra l’altro, con queste abitudini, di prendere molto peso una volta che si smette di allenarsi.

Se i grassi tipici dello junk food fanno male in allenamento, meglio non fanno le proteine in eccesso. Secondo gli esperti si dovrebbe smettere di attaccare il consumo di carboidrati, che sono necessari nelle giuste quantità e consentono di portare avanti un allenamento dalla importante resa. Bisogna fare attenzione, sottolineano, anche quando ci si affida a quelle diete considerate alla moda come il digiuno intermittente e le chetogeniche. Possono anche far raggiungere risultati importanti ma creare dei deficit in grado di dar vita a squilibri ormonali e neuroendocrini.

Allenamento e mangiare bene: è questo il segreto di un corpo in forma e sano.

Giuggiole, i benefici

Le giuggiole sono un frutto diffuso in Italia ma poco conosciuto. Tanto quanto i benefici che possono apportare con il loro consumo grazie alle loro proprietà.

Cosa sono le giuggiole

Le giuggiole, più precisamente, sono i frutti della Ziziphus jujuba, appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae. Nonostante non vengano riconosciute direttamente come superfood in generale, il loro consumo è altamente consigliato per via dei nutrienti contenuti al loro interno. Parliamo di potassio, ferro e calcio basilari per prendersi cura rispettivamente del sistema nervoso, dell’emoglobina e della salute ossea. E ancora della vitamina C perfetta per sostenere il sistema immunitario e della vitamina A ottimale per proteggere la vista le mucose.

La dose di flavonoidi e polifenoli contenuti nelle giuggiole combattono lo stress ossidativo causato dai radicali liberi riuscendo quindi a combattere l’invecchiamento cellulare e a proteggere dalle malattie cardiovascolari. Anche l’apparato gastrointestinale risente in maniera positiva del consumo delle giuggiole grazie alle loro fibre alimentari.

Da secoli questi frutti vengono utilizzati per i loro effetti sedativi sul sistema nervoso nella medicina tradizionale e alcune ricerche avrebbero provato anche la loro efficacia per quel che concerne la qualità del sonno.

Le giuggiole possono essere consumate in modi differenti. Possono essere consumate essiccate o fresche o sotto forma di succhi di frutta o tisane. Tra l’altro il loro essere dolci naturalmente consente di bypassare l’utilizzo dello zucchero.

Attenzione a patologie pregresse

Non bisogna però incorrere nel consumo esagerato se non si è sani e si combatte con delle patologie pregresse. Ad esempio non sono particolarmente indicate, soprattutto se essiccate, per le persone che soffrono di diabete. I benefici delle giuggiole sono molti ma bisogna gestirli con cautela. Se si soffre di potassio alto ad esempio il loro consumo è sconsigliato.

Ciò che bisogna fare è chiedere al medico se in base alle proprie condizioni è possibile un consumo privo di criticità. Più in generale se si è sani, inserirle nella propria dieta non dovrebbe creare problemi. Ovviamente sottintendendo un consumo adeguato di questi frutti.

Le giuggiole sono frutti molto piacevoli da consumare. Il fatto che non siano tanto conosciuti a livello mainstream non consente di sfruttarne appieno i benefici. Anche in coloro che effettivamente potrebbero notare cambiamenti positivi per la loro salute.

L’importante, a ogni modo, e consumarne sempre con giudizio. Ovviamente nella forma che si trova più gradevole e che si adatta di più alle proprie condizioni di salute. Basta molto poco per star bene mangiando. E questi frutti ne sono la dimostrazione.

Alimenti antinvecchiamento miracolosi

Alimenti antinvecchiamento miracolosi: quali sono? Ci sono dei cibi che ci consentono dì combattere il passare dell’età grazie alle loro peculiarità antiossidanti.

Gli alimenti antinvecchiamento più rilevanti

Il combattere segni del tempo che passa è il desiderio di molte persone. Bloccare del tutto questo processo dell’organismo umano non è possibile, ma esistono degli alimenti antinvecchiamento che possono rallentare il fenomeno.

Non parliamo di cibi astrusi o difficili da reperire: nella maggior parte dei casi si trovano all’interno delle case di tutti noi. E posseggono dei benefici importanti per la salute. Tre quali, come dimostrato anche da uno studio pubblicato su National Library of Medicine, la capacità di prevenire malattie degenerative, cardiache e il cancro.

Quando parliamo di alimenti antinvecchiamento miracolosi, parliamo principalmente di diversi gruppi di cibi. Al loro interno troviamo anche i cereali: soprattutto quelli che contengono fitoestrogeni e lignani nelle giuste quantità possono aiutare a ridurre il presentarsi di patologie come il cancro alla prostata o al seno e altre malattie legate agli ormoni. La giusta quantità di fibre ci consente inoltre di poter combattere con successo malattie coronariche e a carico dell’intestino.

Tra gli alimenti antinvecchiamento più di successo troviamo le noci, in diverse loro accezioni. Non molti sanno che l’infuso di gusci di noci pecan, ad esempio, contiene una quantità di fenoli molto alta capace di combattere in modo adeguato l’ossidazione.

Anche cacao e caffè aiutano

Tra gli alimenti dall’importante effetto troviamo anche il cacao. I fenoli contenuti all’interno di questi semi possono far calare del 75% l’ossidazione del corpo. Un vero e proprio strumento di giovinezza se consumato con la giusta attenzione. Anche il caffè deve essere considerato per i suoi effetti antiossidanti. In questo caso però è importante tenere sotto controllo la sua conservazione. Quando questa non è condotta in modo adeguato i suoi benefici possono calare in modo drastico.

Sebbene debba essere consumata con attenzione per chi ha necessità di controllare la funzionalità renale e i livelli di potassio nel sangue anche l’uva è un ottimo alimento antinvecchiamento. Parliamo di un frutto perfetto per contrastare tutte quelle patologie causate dai radicali liberi.

Una mela al giorno toglie il medico di torno, effettivamente. Alcuni studi hanno infatti dimostrato come un centrifugato di mele possa fare la sua parte nella riduzione della formazione di cellule tumorali e danni al colon e al fegato.

Tra gli alimenti che non ci dobbiamo mai far mancare, quando vogliamo combattere il tempo che passa, ci sono tutti quelli ricchi di carotenoidi. E con essi anche i frutti di bosco, che riducono l’ossidazione delle proteine e sostengono la produzione di piastrine.

Le note e meno note proprietà dell’anice stellato

Nel nostro articolo sul pepe del Sichuan, luogo di una delle gastronomie più apprezzate al mondo e dal quale sono appena tornati i tre social influencer italiani – Laura Comolli, Roberto De Rosa e Nicolò Leone – in viaggio ai piedi dell’Himalaya grazie all’Associazione ‘Mirabile Tibet’ e all’Agenzia di comunicazione I SAY, abbiamo visto come il Re del piccante sia una delle “cinque spezie” cinesi assieme al finocchio, ai chiodi di garofano, alla cannella e all’anice stellato. Andiamo dunque a conoscere meglio quest’ultimo, meno famoso ma altrettanto affascinante.

Extreme close-up of star anise spice;

Le proprietà di questa spezia

Originario della Cina sud-orientale e del Vietnam, quello dell’anice stellato è un albero sempreverde che arriva fino ai 10 metri di altezza. Dal quasi maturo pericarpo a stella del suo frutto si ottiene un olio aromatico molto utilizzato in cucina ma anche in profumeria, nei dentifrici e nei collutori, mentre circa il 90% delle colture viene usato per l’estrazione di un acido impiegato in alcuni farmaci antivirali per la cura e la prevenzione dell’influenza A e B.

Principalmente, che si tratti di medicina “ufficiale” o popolare, l’anice stellato:

  • stimola l’appetito e aiuta il buon sonno;
  • favorisce il rilassamento della muscolatura gastrointestinale, evitando i sintomi della “cattiva digestione” come il gonfiore addominale, l’acidità gastrica, la nausea, la diarrea o la flatulenza;
  • combatte le coliche nei neonati ma anche i dolori addominali e i disordini mestruali negli adulti;
  • ha proprietà antiossidanti, grazie al linalolo contenuto;
  • contrasta le affezioni infiammatorie delle vie respiratorie, compresi tosse e bronchiti, per via delle sue proprietà antibatteriche e antimicotiche.

La spezia viene utilizzata anche per stimolare il latte materno dopo il parto, per il trattamento dell’artrite reumatoide e della lombalgia, e persino come rimedio in caso di paralisi facciale – anche parziale. 

Come apporto nutrizionale, 100 grammi contengono 3 di carboidrati, 1 di proteine, vitamina C (il 2% del fabbisogno giornaliero), calcio (il 4% del fabbisogno) e ferro (il 13%), con l’aggiunta di 1 milligrammo di sodio.

Le controindicazioni riguardano le persone soggette agli eritemi solari o che soffrono di patologie del fegato o di epilessia. Attenzione, dunque, se si stanno assumendo farmaci fotosensibilizzanti, antidolorifici steroidei (FANS) o cortisonici: l’anice stellato potrebbe interagire o sommarsi male ad alcune componenti di queste sostanze. 

E un’ultima raccomandazione: parliamo dell’anice stellato cinese (illicium verum), laddove quello giapponese (illicium anisatum) è altamente tossico e non commestibile.

L’anice stellato in cucina

Five Spice Spoon Circle Top View on black slate cutting board

Siccome contiene anetolo, cioè la stessa molecola che conferisce profumo all’aneto, l’anice stellato è entrato anche nella cucina occidentale sia accanto alla carne (soprattutto maiale e agnello) o ai dolci, sia nella produzione di alcune bevande. Come dei francesi vin brulé e pastis o del nostro ‘Galliano’, della sambuca e del mistrà marchigiano e laziale. In India viene impiegato nella preparazione del Biryani e del Masala Chai, mentre in Vietnam è considerato fondamentale per la zuppa di spaghetti. Nel suo Paese di origine, la Cina, si usa per aromatizzare carmi bianche (compresa la famosa anatra alla pechinese), pesce, crostacei, stufati, zuppe, verdure saltate o piatti a base di tofu. 

Se vogliamo invece portare sulla nostra tavola e nella nostra dieta tutte le Cinque Spezie Cinesi, possiamo tostarle per un paio di minuti a fuoco medio in una padella antiaderente, macinarle finemente una volta raffreddate e chiuderle ermeticamente in un barattolo di vetro da conservare al buio. Operazione per la quale basteranno 2 cucchiaini di pepe di Sichuan, 1 cucchiaio di semi di finocchio, 10 chiodi di garofano, 2 cucchiai di cannella in polvere e 6 anici stellati. 

Senza esagerare però: sono potenti, quindi usiamole con misura. Come i nostri tre influencer avranno scoperto, un pizzico sarà sufficiente per la gioia del palato e i benefici alla nostra forma e salute.

Dieta post vacanze, cosa mangiare

Come deve essere una dieta post vacanze? Nel corso delle ferie spesso ci lasciamo andare a qualche peccato di gola in più del normale. Vediamo insieme come regolarci.

Regole per una dieta post vacanza ideale

Quando parliamo di dieta post vacanze non parliamo per forza di un regime alimentare restrittivo ma di un approccio all’alimentazione differente rispetto a quello sfruttato al mare o in montagna. Cosa intendiamo? Molto semplice: il seguire delle piccole regole che ci consentano di mantenere uno stile di vita sano soprattutto per quel che concerne i cibi ingeriti.

La nostra dieta post vacanze prevede prima di tutto che non saltiamo la colazione. Più in generale non dovremmo mai saltare alcun pasto ma in particolare il primo della giornata deve avvenire in modo corretto. Questo perché ci consente di regolare e tarare il senso di sazietà e di fame nel corso di tutto il giorno. Saltare la colazione infatti può portare a dei picchi di fame che ci porteranno a fare più spuntini del necessario. O ancora ad arrivare al pranzo letteralmente affamati.

Una dieta post vacanza che si rispetti prevede anche una corretta idratazione. Questo significa che dobbiamo assumere almeno due litri di acqua al giorno, suddivisi in modo tale da non risultare pesanti. Dobbiamo ricordare che i primi sintomi della mancanza di idratazione sono affaticamento e stanchezza, nonché irritabilità.

Piatti completi per assumere giusti nutrienti

Se non abbiamo seguito un corretto regime alimentare nei nostri giorni di ferie dobbiamo assicurarci di aggiungere una rilevante porzione di verdura ai nostri pasti principali. Questo porterà ad aumentare il senso di sazietà e allo stesso tempo a fornire all’organismo i giusti nutrienti. In questo modo saremo in grado di assorbire le corrette quantità di proteine, grassi e carboidrati.

Altro consiglio da seguire in tal senso è quello di consumare il più possibile dei pasti completi. Unire infatti in modo adeguato carboidrati, grassi e proteine nello stesso piatto dà modo anche di far aumentare il senso di sazietà sul lungo termine.

Ovviamente bisognerà preferire delle fonti proteiche come pesce, legumi, uova e carni magre e fonti di grassi sani come i semi e l’olio extravergine di oliva. I carboidrati consigliati sono quelli integrali, Dotati di un’ottima quantità di fibre.

In questa dieta post vacanza è anche consigliato diminuire il consumo di sale al fine di evitare un aumento della ritenzione idrica. Infine, ma non per importanza, è bene limitare il consumo di alcolici. Nel corso delle vacanze avremmo sicuramente indugiato con questa bevanda tutt’altro che salutare per il nostro organismo.

Bere caffè, quando per ottenere benefici

Quando possiamo bere caffè per trarne beneficio? Alcuni studi recentemente condotti ci regalano una risposta che non combacia con quelle che sono le nostre normali abitudini.

 

Non conviene bere caffè la mattina appena svegli

Per gli italiani bere caffè non è solo una tradizione: è quasi un rito. Qualcosa di imprescindibile per praticamente chiunque. In generale questa bevanda è tra le più consumate al mondo. L’Italia si staglia al settimo posto di una classifica ideale con circa 95 milioni di tazzine consumate ogni giorno.

Statisticamente parlando, per almeno il 75% degli italiani, bere caffè è la condizione sine qua non iniziare la giornata nel modo giusto. E questo è valido sia per i cultori della moka che per coloro che utilizzano cialde o capsule per consumare la miscela a loro più gradita.

Parliamo di tradizioni, ma dovremmo invece concentrarci sul momento in cui la caffeina effettivamente risulta più utile al nostro organismo. Alcuni studi hanno sottolineato come il suo potere possa cambiare in base all’ora in cui avviene la sua assunzione.

E proprio in tal senso è stato scoperto che bere caffè appena svegli non aiuta assolutamente a rimanere più svegli ma potrebbe essere uno strumento di supporto per la nostra stanchezza. In pratica se consumiamo questa bevanda appena svegli riduciamo l’effetto della caffeina. Senza contare che proprio l’assunzione in tale momento rischia di far sviluppare una tolleranza nei confronti della caffeina.

Attenzione all’effetto sul cortisolo

Cosa significa? Semplice: prima o poi smetterà di farci effetto. Bene il caffè appena svegli interferisce con la produzione del cortisolo che se in quantità eccessive mette a repentaglio il nostro sistema immunitario, nella giusta quantità ci consente di regolare il ritmo sonno veglia.

Consumare caffè contemporaneamente al nostro picco di cortisolo dà vita a un’assuefazione alla caffeina. Quindi noi avremmo più difficoltà a svegliarci sia per l’inibizione del cortisolo che per l’incapacità di sfruttare la caffeina in tal senso. Perché nel frattempo avremmo sviluppato un’eccessiva tolleranza.

Quando possiamo bere caffè quindi per usufruire del suo effetto migliore? Tenendo da conto quelle fasce della giornata nella quale tendiamo a produrre più cortisolo, secondo Stephen Miller della USUHS del Maryland, è consigliato assumerlo tra le 09:30 e le 11:30 e tra le 14 e le 17.

Bere caffè ci consente tra le altre cose di avere un rischio più basso di sviluppo di malattie a carico del fegato, malattie neuro degenerative, diabete di tipo due e tumori al colon retto e al fegato. Ovviamente il suo consumo, a prescindere dal piacere nel berlo, deve essere legato anche alla presenza o meno di patologie che potrebbero invece peggiorare come la sindrome del colon irritabile, il reflusso gastroesofageo o altri problemi digestivi.

Bibite, quali è meglio bere?

Quali bibite meglio bere? Quando fa molto caldo sentiamo spesso la necessità di qualcosa di dissetante, non tenendo conto delle calorie presenti all’interno della maggior parte delle bevande confezionate.

Quali bibite adatte al consumo?

Cosa possiamo quindi bere che abbia poche calorie? Le bibite in commercio spesso e volentieri contengono più conservanti e additivi di quelli che farebbero bene alla nostra salute. Anche le bibite light o zero non dovrebbero essere consumate con leggerezza.

Pensando a delle alternative che non siano la semplice acqua è importante che ricordiamo di puntare il più possibile su bevande naturali. La più consona al nostro bisogno di dissetarci e di idratazione e l’acqua aromatizzata naturalmente.

Possiamo ottenerla con frutti di bosco, cetrioli, aromi di vario tipo, limone o zenzero. Più lasciamo questi ingredienti all’interno dell’acqua più il sapore sarà intenso. Di certo in questo caso le calorie non sono un problema.

Altra alternativa alle classiche bibite è il tè freddo fatto in casa. Non parliamo di quello ottenibile da buste contenenti polverine varie ma di quello ottenuto utilizzando i filtri. Il consiglio è quello di utilizzare tè verde o nero al quale possiamo aggiungere del limone appena spremuto, delle fettine di limone e della menta, lasciando il preparato a raffreddare una notte intera in frigorifero.

Se non abbiamo problemi di eliminazione del potassio possiamo puntare sull’acqua di cocco. Questa e poco calorica, soprattutto rispetto alle bibite frizzanti, e ha le stesse caratteristiche nella maggior parte degli sport drink che troviamo in commercio. Servita fredda è buonissima.

L’importante è usare ingredienti naturali

Salendo un po’ di livello possiamo affidarci agli smoothie. Di solito se fatti con specifici frutti possono risultare eccessivi. Ma se preparati con spinacini, cetriolo, cavolo riccio e sedano arricchiti con acqua di cocco o latte di mandorla possono davvero rappresentare un’alternativa gustosa ed energizzante per tutti. Soprattutto nelle giornate più calde o quando si fa sport.

Uno dei più suggeriti in tal senso è quello al cocomero o al melone. Per quanto li riguarda soprattutto per quel che concerne il cocomero non serve nemmeno aggiungere un liquido per renderlo più fluido.

Un’alternativa alle bibite che compriamo al supermercato, soprattutto con un’aggiunta di menta è la limonata fatta in casa. Per prepararla basta molto poco: acqua, succo di limone, ramoscelli di menta, cubetti di ghiaccio ed eventualmente miele o stevia per dare più sapore. È possibile ottenerla frullando tutti gli ingredienti nel frullatore.

Insomma, le alternative possono essere molte. Tutte decisamente più salutari delle classiche bibite frizzanti che consumiamo. A meno che ovviamente non manchiamo semplicemente l’acqua con queste quando ne consumiamo.

Dieta anti insonnia, cosa mangiare

Dieta anti insonnia, cosa possiamo mangiare per dormire meglio? Un ottimo sonno ristoratore è un toccasana per la nostra salute. Da qualsiasi punto di vista. Scopriamo insieme quale regime alimentare può aiutarci a riposare per bene.

Frutta e verdura alla base della dieta anti insonnia

Cosa possiamo consumare all’interno di una vera e propria dieta anti insonnia? Di certo cibi che puntino a non creare in noi malumore o a eccitarci. Dato che la necessità che abbiamo è quella di rilassarci e dormire di più. Sono circa dodici milioni le persone che in Italia soffrono di disturbi del sonno. E il caldo estivo non aiuta a dormire riposando davvero.

È questa la ragione per la quale, soprattutto quando il meteo non è clemente, conviene seguire una dieta anti insonnia preferendo tutti quei cibi che aiutano a idratare il corpo. Parliamo di frutta e verdura in particolare. Soprattutto quella che consente di combattere il caldo o comunque offrire alla persona refrigerio o idratazione. Pesche, susine, meloni, albicocche e cocomero sono le più indicate.

Allo stesso tempo è possibile dare ampio spazio, a questa dieta anti insonnia, ad aglio, radicchio e lattuga, capaci di conciliare il sonno. Dobbiamo ricordare che questa tipologia di alimenti nutre, disseta, consente di reintegrare eventuali sali minerali persi. Il contenuto in vitamina supporta il funzionamento dell’organismo mentre quello in fibre sostiene l’apparato gastrointestinale. È importante gestire con oculatezza anche i cereali e i carboidrati che, se equilibrati, possono favorire il sonno. Riso, orzo, pane principalmente.

Evitare alcune tipologie di cibi

È importante seguire una dieta anti insonnia per combattere i disturbi del sonno proprio perché riposo e alimentazione sono strettamente collegati. E per dormire bene dobbiamo evitare tutti quegli alimenti che possono “tenerci svegli“come cacao, cioccolato, té, caffè. E per quanto siano gustose e facciano anche bene all’organismo è bene limitare le spezie. O meglio il consumo di piatti troppo speziati.  Con loro devono essere messi al bando anche i piatti troppo conditi o lavorati.

Se portata avanti bene una dieta efficace è quella mediterranea. Come recentemente sottolineato anche dalla Coldiretti, “non a caso la dieta mediterranea si è classificata come migliore dieta al mondo del 2022“. Piazzandosi anche davanti alla dieta dash e alla dieta flexariana.

Ecco quindi che se vogliamo dormire bene, dobbiamo imparare a mangiare bene. E una dieta anti insonnia come quella tracciata finora, nella sua semplicità, riesce nel doppio fine di nutrirci adeguatamente e farci riposare. Un sonno ristoratore equivale a un elisir di lunga vita, non dobbiamo dimenticarlo.

Il pepe del Sichuan: una spezia e un medicamento

Perché ne parliamo? Certo, per la passione di molti di noi per una delle gastronomie più famose e apprezzate al mondo. Ma anche perché, questo 24 agosto, tre amatissimi influencer italiani – Laura Comolli, Roberto De Rosa e Nicolò Leone – saranno in partenza per due luoghi leggendari: Chengdu, patria del Panda gigante e del piccante, e Lhasa, cuore spirituale del Tibet e regno degli yak. Un viaggio reso possibile dall’Associazione ‘Mirabile Tibet’ e dall’Agenzia di comunicazione I SAY, in questa prima estate di riapertura al turismo internazionale dopo ben tre anni di fermo.

Himalaya

Le inaspettate proprietà di questa spezia

Assieme all’anice stellato, al finocchio, ai chiodi di garofano e alla cannella, il pepe Sichuan è una delle cinque principali spezie cinesi. Che si ottiene dalla buccia, mentre il vero seme viene rimosso per via del suo sapore poco gradevole. Potente dal punto di vista nutrizionale, contiene elevati livelli di vitamina A ma anche potassio, ferro, manganese, zinco, rame e fosforo. Di aroma quasi agrumato, più fresco di quello del pepe nero, i suoi impieghi sono dunque molteplici – come i benefici alla nostra salute, già conosciuti dalla medicina cinese tradizionale:

  • il miglioramento della digestione, compresa la capacità di alleviare i dolori e i problemi intestinali;
  • il miglioramento della circolazione, grazie a un composto (cumarina) in grado di fluidificare il sangue e al ferro contenuto, proficuo contro l’anemia;
  • il miglioramento della vista, dato dal beta-carotene, dagli antiossidanti e dalle vitamine presenti;
  • l’azione antinfiammatoria, per via degli antiossidanti e dei fitosteroli;
  • l’effetto blandamente anestetico e antidolorifico, utilissimo pertanto in caso di mal di denti;
  • il rafforzamento del sistema immunitario, per via dello zinco.

La sua caratteristica più sorprendente? Quel leggero intorpidimento della bocca che, paradossalmente, attenua gli effetti di altre spezie come il peperoncino permettendo di gustarle meglio e di percepire maggiormente i sapori “nascosti”. Le uniche due raccomandazioni? Consumarlo in bassissima quantità ed evitarlo in gravidanza e allattamento.

Il pepe Sichuan non diventerà mai una “dieta” vera e propria, ma – se aggiunto ai nostri piatti di carne e verdure – saprà, come abbiamo visto, contribuire alla nostra salute. 

Quali i suoi usi nella cucina Sichuan?

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Il piatto più amato, il Sichuan Hot Pot (“pentola calda”), risulterà curioso ai nostri tre viaggiatori ma sarà una delle esperienze più “condivisibili”. Letteralmente, a tavola e sui social media. Perché parliamo di un’enorme pentola ripiena di acqua, verdure, spezie e beninteso pepe di Sichuan, posizionata su una piastra tra i commensali e portata a ebollizione, nella quale ognuno può mettere a cuocere ciò che desidera: carne, pesce, verdure e addirittura il pane. Il risultato finale sarà comunque ottimo e, la convivialità, assoluta.

Per il Pollo Kung Pao invece – piatto principalmente di pollo e noccioline, arricchite da un po’ di verdure e ovviamente peperoncino o pepe di Sichuan – basterà, anche sostituendo alcuni ingredienti, seguire la ricetta raccontata dai nostri colleghi di Ginger & Tomato. Ne avremo un piatto ricco di colori, profumi e sapori, bilanciato dalla presenza del riso in bianco, che aggiungerà a tutta questa ricchezza l’ingrediente migliore di ogni dieta: la gioia. 

Parole-chiave: varietà ed equilibrio

Perdere peso senza dieta: le quattro regole affidabili?

Perdere peso senza dieta: stanno spopolando sui social quattro regole definite rivoluzionarie che, a ben vedere, di rivoluzionario non hanno nulla. Perché stiamo dicendo questo?

Possibile perdere peso senza dieta?

Perché essenzialmente, una volta analizzate, ci si rende conto che sono dei comportamenti che sono praticamente tipici di qualsiasi regime dietetico. È possibile definirle come delle regole virtuose da seguire ma nulla di più. Vediamole una per una.

La prima regola miracolosa per perdere peso senza dieta è quella di masticare lentamente. Ora, da che mondo è mondo, è probabilmente il consiglio che si dà quando si prescrive una dieta o più generalmente quando si insegna alle persone a mangiare in modo giusto. Mangiare lentamente infatti consente una minore protezione di grelina, l’ormone che stimola l’appetito. Non è un caso che se mangiamo velocemente sentiamo meno il senso di sazietà.

Secondo queste regole miracolose, il perdere peso senza dieta è possibile se si cena presto la sera. Ora, in realtà, mangiare l’ultimo pasto della giornata diverse ore prima di andare a letto è un toccasana anche per la digestione. Ma non c’e nessuna prova che sia in grado di aiutare la persona a perdere peso. Possiamo annoverarla tra i consigli da seguire per seguire uno stile di vita sano, ma da qui a definirla essenziale per perdere peso senza dieta ce ne vuole.

La terza regola perdere peso senza dieta consisterebbe nell’eliminare tutti quei cibi che fanno ingrassare. In questo caso si demonizzerebbero pasta e patate per dare via libera semplicemente a cereali integrali, legumi e verdure. Partendo dal presupposto che già eliminando una tipologia di cibo si sta parlando di una dieta, si tratta comunque di una questione che deve essere approfondita.

Seguite sempre i consigli del medico

Una persona che ha dei problemi specifici potrebbe anche non poter mangiare la tipologia di alimento prevista da queste regole. La cosa migliore da fare è quella di seguire una dieta bilanciata con porzioni ridotte, evitando di eliminare intere classi di alimenti. Qualcosa che è difficile da capire per molti. Ed è proprio per questa ragione che prima di seguire qualsiasi tipo di regime o regola miracolosa c’è bisogno di consultare prima il proprio medico.

Tra le regole miracolose per perdere peso senza dieta c’è quella di ridurre le proteine animali. Ecco, forse questa è una delle più sagge. Dove la parola chiave e il verbo ridurre. Questo perché il nostro organismo, a meno di specifiche integrazioni, ha comunque bisogno di qualche aminoacido derivante da questo tipo di alimento.

Tirando le somme è evidente che queste quattro regole di miracoloso non hanno nulla. Possono essere considerati dei buoni consigli ma sempre all’interno di una dieta bilanciata da seguire in base alle proprie condizioni fisiche.

Crudista e vegana muore in Thailandia di malnutrizione

L’influencer crudista e vegana russa Zhanna Samsonova è morta con molta probabilità di malnutrizione In Thailandia. Il suo è un caso estremo che può essere utile per comprendere perché sia bene integrare alcune sostanze quando si segue un certo tipo di dieta.

Dieta crudista e vegana esagerata in questo caso

La donna era nota per essere una promoter di piatti non cotti e di origine vegetale. Una crudista e vegana estrema che consumava solo ed esclusivamente frutti tipici nella regione in cui viveva, conditi da qualche seme. Sebbene la madre ora parli di un’infezione simile al colera il New York Post ha ricostruito quelli che sono stati gli ultimi mesi della donna. Ed è stato possibile verificare come la sua dieta crudista e vegana abbia avuto un ruolo nella sua morte prematura.

Un’amica ha raccontato di averla già vista esausta qualche mese fa nello Sri Lanka. Con gambe e linfonodi gonfi. Situazione peggiorata una volta che l’influencer è tornata a Pukhet dopo aver inizialmente accettato di farsi aiutare. Lo ripetiamo: questo è un caso limite. Una persona la vicina raccontato che si cibava solamente di jack Fruit e durian da ormai 7 anni. Negli ultimi quattro il tutto era accompagnato, come raccontato proprio dalla stessa Samsonova, da semi, germogli, succhi e frullati.

Ora: una dieta crudista e vegana se non portata all’estremo non provoca importanti problematiche all’organismo. Soprattutto se questa è caratterizzata anche dal giusto apporto di proteine. La stessa, in caso di bisogno, deve essere poi integrata in modo tale che l’organismo possa contare su tutti i nutrienti necessari.

Attenzione a non demonizzare il regime alimentare

Ragione per la quale in questo caso limite non bisogna demonizzare la dieta crudista e vegana di per sé stessa quanto l’approccio esagerato che alcune persone sviluppano nei suoi confronti. Integrando un discorso di salute mentale. L’influencer come scopo aveva quello di ispirare le persone a mangiare sano. Qualcosa che lei stessa non faceva, dato che non integrava in maniera corretta né in modo alimentare né attraverso integratori la vitamina B12 e la vitamina D.

A prescindere dal poter amare o meno l’idea di una dieta crudista e vegana è importante comprendere che approcciarsi a questo tipo di regime alimentare deve essere fatto con cognizione di causa e sotto il controllo medico. Più che altro per stabilire quali alimenti consumare per non sviluppare carenze che potrebbero portare a conseguenze negative per la salute.

A prescindere da quello che si scoprirà nelle prossime settimane sul decesso di questa donna, è evidente che la sua dieta crudista e vegana non era abbastanza equilibrata da consentirle dei sopravvivere. Purtroppo è rimasta giovane nel peggior modo possibile.

Terapia giapponese dell’acqua, cosa è

Cosa è la terapia giapponese dell’acqua? Possiamo considerarlo un metodo abbastanza efficace per rimanere idratati soprattutto quando le temperature salgono.

acqua sali minerali

Come funziona la terapia giapponese dell’acqua

Potrà sembrare una riflessione scontata, ma quando arriva la bella stagione e il termometro sale bere la giusta quantità di acqua diventa basilare per il mantenimento di uno stato di salute ottimale. La terapia giapponese dell’acqua è un mezzo attraverso il quale è possibile riuscire a bere nella maniera corretta quei due litri di acqua al giorno di cui necessitiamo.

Va sottolineato: alcune persone non hanno problemi nel consumare questa quantità di acqua giornalmente e non hanno bisogno di strumenti di questo genere. Più in generale però in molti non hanno questa buona abitudine nelle loro corde.

La terapia giapponese nell’acqua a questa qui la giusta importanza. Su cosa si basa? Prima di tutto nel bere almeno quattro bicchieri d’acqua appena svegli a stomaco vuoto. Partiamo da un presupposto: per stare bene dovremmo bere almeno due litri di acqua e mangiare almeno 5 porzioni tra frutta e verdura nel corso della giornata.

La terapia giapponese dell’acqua funziona così: si bevono quattro bicchieri di acqua appena svegli e poi si aspettano 45 minuti per fare colazione. In questo modo, almeno teoricamente, non solo si idrata l’organismo in modo giusto a partire dalle prime ore della giornata ma si accelererebbe anche il metabolismo. Questo significa poter essere in grado di bruciare calorie più velocemente supportando l’eventuale perdita di peso.

Benefici generali per l’organismo

Va sottolineato anche che bere acqua a stomaco vuoto aiuta a contrastare l’acidità di stomaco e favorisce il benessere intestinale. Ecco quindi che la terapia giapponese dell’acqua può rivelarsi un toccasana anche contro la stipsi. Bere acqua in questo modo sostiene anche la circolazione e consente di poter sfruttare meglio l’energia a disposizione.

Rimanendo idratati, tra l’altro, possiamo combattere il mal di testa derivante dalla disidratazione. Insomma, che bere acqua a sufficienza soprattutto d’estate facesse bene era scontato. Con la terapia dell’acqua scopriamo anche come gestire al meglio i suoi benefici.

Comprendiamo che non tutti siano abituati a bere in tali quantità perché vi possano essere problematiche. Questo metodo può consentire anche a coloro che hanno più difficoltà di iniziare la giornata in modo giusto. È importante, soprattutto con le temperature calde dell’estate riuscire a rimanere sempre idratati. Soprattutto se siamo persone appartenenti a categorie fragili.

Seguire un metodo come quello sopra descritto puoi aiutare a raggiungere l’obiettivo senza soffrire troppo. In fin dei conti basta provare per rendersi conto di come se siamo idratati funzioniamo decisamente meglio.

Poche calorie: gli alimenti consigliati

Quando si vogliono assumere poche calorie quali sono gli alimenti più consigliati? Solitamente seguire una dieta significa dover ridurre l’apporto calorico. Vediamo insieme come regolarci.

Cibi con poche calorie possono essere gustosi

Assumere poche calorie non significa per forza rinunciare al gusto. Esistono tanti cibi che possono dar vita a piatti gustosi senza far salire troppo il contenuto calorico. Anche se li utilizziamo per ricette più complesse. Nel gruppo di questi alimenti con poche calorie le verdure a foglia verde sono gli alimenti più interessanti da utilizzare. Sia perché con poche calorie sia perché sono ricche di nutrienti essenziali e fibre. Parliamo di cavolo riccio, rucola, lattuga, spinaci e tutte quelle altre verdure a foglia verde. Queste possono essere consumate sia come contorno che come parte integrante di frullati e centrifughe.

Un ostaggio perfetto caratterizzato da poche calorie è la zucchina. Possono essere cotte al forno, tagliate a mo’ di spaghetti come alternativa alla pasta e molti altri modi. Queste contengono vitamina C, fibre e potassio adatti al mantenimento di una dieta bilanciata. Se cerchiamo poche calorie nella frutta, il melone è uno di quelli estivi più adeguati da utilizzare in qualsiasi regime alimentare.

Parliamo di una cucurbitacea che è composta principalmente da acqua, vitamine, minerali antiossidanti. Anche i funghi contengono pochissime calorie e possono essere mangiati in insalata, come condimento, come contorno. Insomma possono essere davvero utilizzati in moltissime maniere. Sono in grado di dare una sensazione di sazietà più perdurante nel tempo.

Un alimento che non sfruttiamo abbastanza e possiede poche calorie sono le uova. Queste contengono molte proteine nobili e possono essere consumate in tantissimi modi differenti; Rientra tra gli alimenti che consentono di più di mantenere sotto controllo l’appetito.

Proteine dal basso apporto caloriche

Tra gli alimenti proteici senza dubbio il salmone e il pesce azzurro in generale rappresentano uno dei cibi da non far mai mancare sulla tavola. Questo è ricco di acidi grassi omega 3, proteine, vitamine del gruppo B e può essere cotto in moltissimi modi differenti. Altro alimento dal basso apporto calorico è lo yogurt greco che può essere utilizzato come base di dolci molto gustosi e leggeri. Carote, quinoa e bacche possono essere utilizzate per moltissime ricette differenti.

Il loro apporto calorico basso, la capacità saziante e il loro poter essere trasformati in snack gustosi consentono di inserirli anche in diete dimagranti soddisfacendo il palato di tutti.

Insomma, poche calorie difficilmente corrisponde ha poco gusto. Soprattutto se vengono selezionati gli alimenti giusti in base ai loro nutrienti e alla loro versatilità di cottura o preparazione.