La dieta contro la sindrome premestruale

La sindrome premestruale non colpisce tutte le donne nello stesso modo. È però caratterizzata da depressione, predisposizione al pianto, malinconia, irritabilità, a volte con scatti di rabbia. È vittima di questa situazione circa il 25% della popolazione femminile fertile. Un vero dramma, perché gli impegni quotidiani non si possono mettere in stand by una settimana al mese per il ciclo. Ci si può aiutare con la dieta.

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La dieta per prevenire e attenuare la sindrome premestruale

Molte donne prima del ciclo soffrono di sindrome premestruale. Come si manifesta? Con dolori alla testa, sbalzi d’umore, tensione al seno, ritenzione idrica e senso di gonfiore. Ci sono signore che vivono queste giornate con forte stress emotivo e altre invece che avvertono la un po’ di depressione (vi è mai capitato di piangere per sciocchezze?). Per migliorare e soprattutto per attuare questo disturbo, è possibile aiutarsi con la dieta.

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Sindrome premestruale, un aiuto arriva dalle erbe medicinali

sindrome-premestrualeTra i disturbi legati al ciclo, la sindrome premestruale è quella che generalmente dà più problemi, tanto da diventare addirittura invalidante. Per sindrome premestruale si intende tutto quell’insieme di disturbi che si verificano nei giorni immediatamente precedenti all’arrivo del ciclo mestruale e può manifestarsi sia con sintomi fisici che psichici, come ad esempio irritabilità e variabilità dell’umore.

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Olio di enotera, le proprietà

L’olio di enotera, noto sin dall’antichità, ma tornato in voga solo recentemente, è una miniera di acidi grassi polinsaturi, soprattutto di acido gamma-linoleico (GLA), appartenente alla famiglia degli omega 6. L’olio di enotera, infatti, viene impiegato sotto forma di integratore alimentare per la cura di diverse condizioni, come la sindrome premestruale, i sintomi della menopausa, la dermatite atopica, il diabete, l’artrite reumatoide e contro le malattie cardiovascolari.

Gli acidi grassi essenziali, infatti, sono i precursori della prostaglandina E1, che alcuni studi ritengono capace di ridurre i livelli di prolattina, responsabile dei tipici disturbi della fase premestruale, come la tensione dolorosa al seno e ritenzione idrica.

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Ricette light: cannelloni ripieni di soia

I cannelloni ripieni di soia sono un piatto molto gustoso, un’ottima fonte di proteine vegetali, ideale anche per chi è alle prese con una dieta dimagrante. Questa ricetta, inoltre, grazie al contenuto di isoflavoni della soia, è particolarmente indicata in caso di sindrome premestruale e in menopausa.

Gli isoflavoni della soia, infatti, regolano l’equilibrio ormonale, sia in condizioni di eccesso di estrogeni, come capita durante la sindrome premestruale, sia in caso di carenza, come avviene durante la menopausa, alleviando anche i classici sintomi come le vampate di calore. Inoltre, la soia è uno degli alimenti con la più alta concentrazione di isoflavoni.

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La vitamina B riduce la sindrome premestruale

Noi donne sappiamo bene quanto può essere fastidiosa la sindrome premestruale, che oltre al ben noto nervosismo, spesso è fatta anche di mal di pancia, mal di schiena e altri disturbi dell’umore; per combattere la sindrome premestruale ci sono diversi rimedi, da quelli della nonna a base di tisane all’assunzione di magnesio, passando per gli antidolorifici specifici, che però non sempre sono veramente utili.

Oggi, per fortuna, c’è una buona notizia: i ricercatori dell’Università del Massachusetts hanno scoperto che basta un’integrazione alimentare di vitamina B per ridurre i disturbi legati alla sindrome premestruale.

Secondo gli autori della ricerca, pubblicata sul Journal of Clinical Nutrition, aumentare l’apporto della vitamina B con l’alimentazione, inoltre, è molto più utile che ricorrere agli integratori vitaminici; basti pensare che inserendo, o aumentando, nella propria dieta, il consumo di alimenti come cereali e spinaci, la sindrome premestruale si riduce del 25%.

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Mestruazioni dolorose, una dieta giusta può alleviarle?

Il 10% delle donne italiane soffre di mestruazioni dolorose (dismenorrea) dall’adolescenza fino ai trenta anni circa, mentre l’80% di esse lamenta dolori più sopportabili per almeno uno-due giorni al mese. Se in alcuni casi la dismenorrea può dipendere da patologie specifiche, per quanto non sempre facilmente diagnosticabili, come l’endometriosi, l’adenomiomatosi o la fibromiomatosi, nella gran parte di essi non è riconducibile ad alcuna causa precisa ed individuabile (si parla in questo caso di dismenorrea primaria).

In queste situazioni, oltre agli antidolorifici, sembra che anche la dieta, intesa più ampiamente come stile di vita alimentare, abbia un effetto benefico sul disturbo, contribuendo ad alleviare il dolore. In particolare, secondo alcuni studi, ad agire sui sintomi mestruali dolorosi, causandone una diminuzione, sarebbe un regime alimentare povero di grassi e di proteine animali e ricco di alimenti vegetali, del tutto simile a una dieta vegetariana, anzi vegana. Tra gli alimenti da evitare troviamo infatti non solo quelli di origine animale, ma anche i loro derivati come latte, formaggi e uova.

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Menù contro la sindrome premestruale

menù per la sindrome premestruale

I segni sono inconfondibili: turgore e tensione al seno, associati spesso a viso, gambe, mani e addome gonfi. Mal di testa, fame smodata di carboidrati, in particolare di cioccolato, e poi irritabilità, stanchezza, facilità al pianto e a prendere peso…sono alcuni dei principale sintomi della sindrome premestruale che affligge la maggior parte delle donne in età fertile. Le cause non sono ancora del tutto note, anche se recenti studi la collegano a ridotti livelli di serotonina, un neurotrasmettitore la  cui carenza spiegherebbe la comparsa di sintomi legati alla sfera emotiva (irritabilità, ansia, depressione….).

L’alimentazione in questi casi, è parte integrante della cura, se non addirittura l’unica terapia da adottare ( salvo diversa indicazione del medico). Evitare o ridurre i sintomi della sindrome premestruale (SPM) è possibile se assumiamo le sostanze giuste, prima di tutto con la dieta e poi, se necessario, anche con un’eventuale integrazione. Eccole le principali:

Gli acidi grassi essenziali Omega 3 e Omega 6 (GLA) sono precursori di importanti eicosanoidi, sostanze con potente azione ormonale. Un loro apporto adeguato nella dieta può favorire il mantenimento dell’equilibrio ormonale e ha effetti antinfiammatori. Questi acidi grassi si trovano nel pesce e nei semi oleosi.

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