Castagne: proprietà e ricette di un frutto tipico dell’autunno

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Quando si sente il profumo delle castagne per le strade, è arrivato l’autunno. Non a caso a questo frutto, tra ottobre e novembre, sono dedicate fiere e sagre in tutta Italia. Le castagne, di cui esistono moltissime varietà (in Italia se ne contano circa 300) sono alimenti versatili dalle proprietà nutritive eccellenti.

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Le castagne non fanno ingrassare

Tra i frutti più buoni dell’autunno ci sono sicuramente le castagne; gustose e saporite, sono però molto spesso additate come alimenti dall’alto tasso calorico, ma non è così: le castagne non contengono né molte calorie né fanno ingrassare, anzi contengono diverse sostanze benefiche.

Innanzi tutto sfatiamo il mito delle calorie: ad esempio, le castagne lesse contengono solo 130 calorie per etto, quantità che non le rende così caloriche come si crede; questi frutti donano un senso di sazietà immediata ma contengono pochi grassi e poche calorie. Passiamo poi ai componenti; le castagne contengono consistenti quantità di minerali, soprattutto di quelli in grado di stimolare le difese immunitarie, ossia zinco, rame e manganese, e visto che siamo in tempo di influenza, una bella scorta di anticorpi non fa mai male.

Le castagne contengono anche molte fibre e diverse proteine, l’ideale sarebbe mangiarle insieme a qualche mandorla o a qualche noce in modo da rendere ideale il rapporto tra proteine e carboidrati. Insomma, uno spuntino a base di castagne non vi farà ingrassare, e di sicuro è da preferire ad una merenda a base di crackers o altri snack industriali.

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Castagna: impariamo a conoscerla e ad abbinarla bene!

Confesso di amare molto di più l’au­tunno rispetto alle altre stagioni e quando mi faccio un piccolo autoesame di coscienza per scoprirne i motivi reconditi, arrivo quasi sempre alla conclusione che il cibo influisce per una gran parte. E tra le cose che preferisco quando arriva l’autunno al primo posto c’è la castagna, in tutte le sue versioni. Vicino al mio paese a fine ottobre si svolge una festa del bosco ed è allora che posso esprimere al massimo questa mia tendenza. comperando e mangiando qualsiasi cosa venga ricavato dalla castagna, dolci, marmellate e tutto quello che si può trovare.

A forza di partecipare a questa festa, di parlare con gli agricoltori che ne costituiscono il fulcro es­senziale, mi sono fatta un po’ di cultura specifica, pillole e consigli che cercherò di raccontarvi al meglio. La castagna è il frutto dell’albero “Castanea Sativa”, fa­miglia delle Cupulifere di anti­chissime origini. E’ presente nei boschi submontani delle Alpi e dell’Appennino, matura in au­tunno ed è disponibile per il con­sumo fresco da settembre a novembre a seconda delle di­verse varietà. Durante il resto dell’anno si trova essiccata ed in forma di farina.

La varietà più pregiata è il “mar­rone“, più grande della castagna comune con polpa a solchi, a grana fine e molto dolce. Le sostanze della castagna fresca sono molto simili al fru­mento: 52% acqua, 35% zuc­cheri, 5% proteine, 2,6% grassi. Contiene vitamine B1, B2, PP e soprattutto vitamina C, che però si perde con la cottura o l’essic­cazione. Contiene potassio, ferro, zinco, rame, manganese, ma­gnesio, calcio, fosforo e zolfo.

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Castagne, calorie e valori nutrizionali

castagne

La castagna è il frutto del castagno, albero appartenente alla famiglia delle Fagaceae cui appartengono anche querce e faggi. Più precisamente esiste una distinzione fra castagne e marroni: le prime sono il frutto dell’albero allo stato selvatico, mentre con i secondi si fa riferimento ai frutti dell’albero coltivato. In ogni caso, la castagna è un frutto tipicamente autunnale dalla cui lavorazione si ricavano alimenti disponibili tutto l’anno quali la farina di castagne, la marmellata di castagne e le tipiche castagne secche.

Si consumano soprattutto arrostite e bollite e rappresentano un alimento nutrizionalmente molto valido: le castagne infatti sono ricche di carboidrati, fibre, vitamine e sali minerali e risultano altamente digeribili. La cottura però ne altera l’equilibrio poichè trasforma gli amidi in zuccheri semplici conferendole così il sapore zuccherino tipico e rendendole sconsigliate a chi è affetto da diabete.

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