Indice glicemico: cos’è e come mantenerlo sotto controllo

indice glicemico

L’indice glicemico (IG) di un alimento rappresenta la velocità con cui aumenta la glicemia, cioè la concentrazione di glucosio nel sangue, in seguito alla sua assunzione. L’IG è espresso in centesimi, quindi, a seconda del picco raggiunto, i cibi sono divisi in tre classi: a basso indice glicemico, cioè inferiori a 40, medio, cioè tra 40 e 70, e alto, vale a dire maggiore di 70.

Tanto per fare un esempio, le patate lesse hanno un indice glicemico pari a 70, decisamente più alto rispetto alla pasta cotta al dente che ha un IG pari a 45; la pasta al dente ha un indice inferiore a quella scotta, perché le molecole non sono già rotte dalla cottura e il cibo si trasforma più lentamente in glucosio.

In sintesi, i regimi basati su questo valore reputano favorevoli, perché a basso IG, tutta la verdura, tranne le patate, quasi tutta la frutta, alcuni cereali, come orzo e avena, e sfavorevoli tutti i carboidrati raffinati, vale a dire pasta, pane, riso, dolci e zuccheri.

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