Dieta del 30% cosa è?

La dieta del 30% è un regime alimentare unito ad attività fisica che sta guadagnando sempre più attenzione all’interno della comunità del fitness. La ragione starebbe nella sua validità nell’aiutare nella perdita di peso.

Cosa è la dieta del 30%

Da un primo sguardo, la dieta del 30% sembrerebbe essere un approccio alimentare abbastanza equilibrato e flessibile che lavora su le basi di uno stile di vita sano. Parliamo quindi dieta, riposo ed esercizio fisico. E la percentuale sopraindicata è quella che dovremmo dedicare a ogni elemento di questo stile di vita.

Va detto allo stesso tempo che la dieta dal 30% deve essere adeguata alla persona e seguita coerentemente per funzionare. Cerchiamo di scoprire meglio di cosa si tratta. Come già sottolineato la dieta del 30% è un approccio che si basa sulla suddivisione per queste percentuali di dieta, riposo ed esercizio fisico. Un modo per seguire uno stile di vita corretto e perdere i chili di troppo senza faticare.

Essenzialmente questo significa, per quanto riguarda il 30% della dieta, consumare molta frutta e verdura, cereali integrali e proteine magre. Tagliando il più possibile il consumo di alimenti troppo lavorati, bevande ad alto contenuto calorico e snack zuccherati. Ovviamente e ci sta anche una componente di restrizione calorica per dar vita a un deficit e quindi perdere peso.

Gestire anche allenamento e riposo

La dieta del 30% prevede anche questa stessa percentuale dedicata all’allenamento. Parliamo di un esercizio fisico regolare che dovrebbe unire sia esercizi di flessibilità che di forza. Nonché i cardiovascolari in modo tale da aumentare il metabolismo, far crescere i muscoli e bruciare calorie. Anche in questo caso bisogna essere coerenti nel percorso. E pianificarlo in base alle proprie condizioni di salute e non solo per quel che riguarda le preferenze.

Viene anche voi un 30% da dedicare al riposo. Si tratta di un fattore questo che spesso viene sottovalutato. Sbagliando, visto che dormire in modo adeguato consente non solo al corpo di riprendersi ma anche evitare degli squilibri ormonali. Dormire bene ci aiuta a non avere aumento dell’appetito e mantenere sempre alta l’energia.

Il 10% mancante riguarda, nella dieta del 30%, la costanza nel seguire il regime, la gestione dello stress e l’idratazione. Sono tutti elementi molto importanti di cui tenere conto. Questo perché collaborano tutti quanti uno stato di salute ottimale e possono aiutarci nel nostro tentativo di perdere peso. Il consiglio è quello di gestire lo stress attraverso delle tecniche di rilassamento, hobby o meditazione al fine di evitare quella che viene comunemente chiamata fame tossica.

Si tratta di un approccio olistico all’eliminazione dei chili di troppo, coinvolgente la salute psicofisica della persona.

Dieta dell’uovo prima di Natale, è efficace?

La dieta dell’uovo, prima di Natale, può essere considerato un regime alimentare efficace per perdere peso e farsi trovare in forma davanti alle festività e ai pranzi luculliani che ci aspettano?

Non abbiate paure delle festività

C’è chi la propone come un metodo infallibile per depurarsi e affrontare in modo sereno quei piccoli sgarri che ci concederemo nel corso delle feste. Prima di tutto è importante sottolineare come non bisogna vivere con terrore l’arrivo del Natale e del cibo che mangeremo. Il consiglio di tutti i nutrizionisti è quello di non rinunciare a nulla ma di limitarsi nelle porzioni.

Mantenendo una corretta attività fisica nel frattempo è possibile superare indenni le festività. Detto ciò la dieta dell’uovo, teoricamente, promette di far perdere fino a 5 kg nel corso di una settimana. È importante sottolineare che prima di provare qualsiasi regime alimentare particolare bisogna chiedere consiglio al proprio medico.

Nel caso della dieta dell’uovo è altrettanto giusto evidenziare che si tratta di un regime alimentare che può essere sfruttato per un tempo limitato. Ovvero soli 7 giorni. Quando impegnati in questo approccio all’alimentazione il consiglio è quello di evitare alcolici, dolci e junk food e, per quanto possibile, evitare pane e pasta. Questo potrebbe essere considerato un punto controverso, dato che soprattutto in quest’ultimo periodo in molti esperti si stanno ponendo contro le diete low carb.

Come funziona la dieta dell’uovo

Secondo la dieta dell’uovo, per i primi tre giorni bisogna fare colazione con due uova sode, due arance e una tazza di latte scremato. Dal secondo giorno in poi è possibile rinunciare al latte e alle due arance, se al loro posto beviamo del succo fresco di limone.

Il pranzo per i primi tre giorni prevede in alternativa grigliata di pesce, pollo senza pelle o un manzo bollito per una porzione di circa 170 grammi. Dal quarto giorno si può passare a mangiare a colazione tre uova strapazzate con prezzemolo e cipolla, mentre a pranzo si possono consumare fino a 140 grammi di pollo fritto. A cena in tutti i casi è previsto solo il consumo di un uovo sodo.

La colazione del quinto giorno prevede due uova sode e due carote, mentre a pranzo due carote e una tazza di succo d’arancia. La cena, in base alla dieta dell’uovo, consente il consumo di 85 grammi di pesce bollito sempre accompagnato da un uovo sodo. Il sesto giorno sono previsti 100 grammi di yogurt a colazione insieme a un’arancia fresca e al succo di un limone. A pranzo due uova sode e un pompelmo e a cena solo una tazza di acqua. L’ultimo giorno è prevista la colazione con due uova sode e un pompelmo e a pranzo sempre un pompelmo, ma accompagnato da 170 grammi di manzo. A cena sempre solo un tazza di acqua.

Ora, la speranza è che chi ha inventato questo regime alimentare lo abbia fatto come burla. Perché appare evidente che sia totalmente sbilanciato e privo dei nutrienti necessari per il corretto funzionamento dell’organismo. A partire dalla mancanza di verdure fino ad arrivare a quella delle fibre. Un consiglio? Non seguite questo regime.

Low carb sotto accusa?

La dieta low carb sotto accusa? Potrebbe essere. Almeno stando a ciò che spiegano i membri dall’International Carbohydrate Quality Consortium (ICQC).

 Attenzione alle low carb esagerate

Parliamo di una organizzazione senza scopo di lucro fondata da esperti delle Università di Harvard e Toronto. Le low carb, che suggeriscono di ridurre in modo drastico l’apporto di carboidrati nella dieta, potrebbero risultare più pericolose sul lungo periodo di quanto si creda.

Per esprimere la sua opinione in tal senso, in merito a questa nuova moda che vede le diete con i carboidrati ridotti al lumicino o ai presenti, il consorzio ha diffuso una nota dedicata. “I carboidrati sono la nostra principale fonte di energia e alcune cellule (globuli rossi, cervello, muscoli), il cui metabolismo energetico è basato sul glucosio, ne hanno in particolare necessità” racconta.

Quando alcune diete ne propongono eliminazione perché li considerano responsabili dell’accumulo di grasso corporeo e di una risposta minore dell’organismo alla insulinac’è qualcosa che non va” si legge nella nota. E la ragione sta nel fatto che non vengono presi in considerazione tutti gli elementi necessari a un’analisi di questa tipologia.

Come ricorda il consorzio vengono trascurate “le differenze tra i vari tipi di carboidrati e la composizione complessiva degli alimenti”. Qualcosa che non dovrebbe essere fatto soprattutto perché i carboidrati complessi a lento assorbimento, sono in grado di contribuire a una sensazione prolungata di sazietà anche consentendo una crescita graduale della glicemia.

Di questo gruppo di carboidrati complessi sono parte gli ortaggi, la frutta, la pasta al dente soprattutto se parte di una dieta equilibrata e ricca di fibre. Ecco quindi che entra il gioco e capire “quanto low carb” possa essere accettabile.

Importante la ricerca in tal senso

Bisognerebbe guardare con occhio sospettoso a quelle che le eliminano del tutto. I ricercatori del consorzio all’interno della nota hanno sottolineato come anche la ricerca sta iniziando a capire che vi sia una correlazione tra l’impatto metabolico di un alimento e la sua struttura. E hanno fatto l’esempio di uno studio, sperimentale, che ha osservato come nel caso delle patate. Basta schiacciarle per aumentare il suo indice glicemico fino al 20%.

Una scoperta che fa pensare come lavorare sulle tecniche di estrusione o la macinazione potrebbe portare a un miglioramento delle proprietà nutrizionali di ciò che mangiamo. Più generalmente il messaggio è quello di puntare all’equilibrio. Di evitare il più possibile diete low carb esagerate per le quali si rischia di dar vita a delle carenze che potremmo scontare in futuro. Meglio farsi seguire da un dietologo e puntare su una dieta equilibrata che contenga ogni singolo nutriente.

Alimenti energetici a colazione, quali

Quali sono gli alimenti energetici che possiamo consumare a colazione? Non ci stancheremo mai di ripetere che questo pasto è basilare per iniziare al meglio la giornata sotto ogni punto di vista.

Colazione leggera nutriente cosa mangiare

Quali sono gli alimenti energetici migliori

Il nostro organismo ha bisogno di benzina per funzionare. E a partire dalla mattina appena svegli è nostro dovere fare rifornimento nel modo giusto. Soprattutto perché le calorie ingerite dovranno essere sfruttate per funzionare bene durante il giorno. Prediligere alcuni alimenti energetici rispetto ad altri potrebbe rivelarsi la scelta più giusta.

Cosa significa questo? Dobbiamo puntare su quei cibi a basso indice glicemico come le proteine, i grassi sani e i carboidrati complessi. Questi infatti consentono di mantenere l’energia su un livello stabile per almeno 4-5 ore. A differenza di ciò che accade con gli zuccheri di dolci o cereali raffinati.

Questo si traduce prima di tutto con il consumo di frutta tipo le banane. Tra gli alimenti energetici è uno dei migliori perché sono ricche di potassio, ottimale per il fegato e sono un carboidrato a lento rilascio. Combinate con frutta secca ci consentono di consumare una colazione ricca di energia e di fibre. In questo modo ci sentiremo più sazi oltre che più forti. Possono essere aggiunte a porridge d’avena o frullati con altra frutta.

Uova e avocado perfetti per la colazione

ricette con l'avocadone

Tra gli alimenti energetici adatti alla colazione vi sono anche le uova. Non siamo propriamente abituati a consumarle in tal senso in Italia, ma danno alla nostra colazione quella dose di proteine biodisponibili che sazieranno a dovere. Condendo il tutto con quantità di biotina ottimali per unghie e capelli. E’ importante mangiarle intere, in camicia, o strapazzate o ancora in omelette, magari con una fetta di pane integrale e un po’ di verdura.

L’avocado fa parte di quegli alimenti energetici perfetti per iniziare la giornata: fibre, vitamina B e grassi buoni. In questo caso l’energia è assicurata. Soprattutto se unito a una fetta bruschettata di pane saraceno o integrale. Parlando di carboidrati anche i fiocchi d’avena sono perfetti per fare colazione. L’energia che sono in grado di fornire è molto importante. E non causa picchi glicemici. I suoi betaglucani abbassano i livelli di colesterolo cattivo e sono ricchi di calcio, ferro, magnesio e proteine vegetali oltre che di vitamine del gruppo B.

Se vogliamo sfruttare alimenti energetici possiamo aggiungere ai nostri frullati o al nostro oatmeal sia i semi di chia che i mirtilli. I primo sono una fonte incredibile di omega 3, mentre i secondi di antiossidanti capaci di proteggere le nostre cellule.

 

Fragole contro la demenza?

Mangiare fragole quotidianamente nel corso della mezza età rallenta il comparire della demenza? Sembrerebbe questo il risultato di uno studio condotto recentemente dall’Università di Cincinnati.

Perché mangiare fragole fa bene

La ricerca, pubblicata sulla rivista di settore Nutrients, suggerirebbe come mangiare ogni giorno le fragole, dopo cinquant’anni, darebbe modo di combattere l’invecchiamento e la comparsa della demenza. Soprattutto in quelle persone che si trovano in uno stato di prediabete o che presentano resistenza all’insulina.

Come ricorda l’autore principale dello studio Robert Krikorian, sia i mirtilli che le fragole sono ricchi di antiossidanti chiamati antociani, scientificamente coinvolti in una serie di benefici per la salute. Tra di essi vi sono quelli di tipo cognitivo e metabolico. Studiando epidemiologicamente i dati della ricerca è possibile verificare come coloro che mangiano regolarmente le fragole o i mirtilli presentano un invecchiamento e un declino cognitivo più lento.

Lo studio che ha portato a tali considerazioni è basato su un campione piccolo ma abbastanza indicativo. Questo era composto da 30 pazienti di età compresa tra i 50 e i 65 anni in sovrappeso nei quali era possibile notare un lieve declino cognitivo. Per 12 settimane è stato richiesto loro di evitare il consumo di qualsiasi frutto di bosco. Metà di loro ha assunto un integratore alla fragola da mescolare con acqua a colazione, che corrispondeva a una tazza di fragole intere. L’altro gruppo ha assunto un placebo.

Miglioramenti per quel che riguarda la memoria

dieta delle fragole

Tutti i partecipanti sono stati poi sottoposti a un test cognitivo per testare la memoria a lungo termine. Chi aveva consumato la polvere di fragole aveva fatto registrare una diminuzione dell’interferenza della memoria. Questo significa che avevano mostrato un miglioramento complessivo delle capacità esecutive.

Sempre lo stesso gruppo, rispetto a quello placebo, ha mostrato anche una riduzione importante dei sintomi depressivi. Secondo gli esperti questa sarebbe derivata da un miglioramento delle capacità esecutive, capaci di fornire alla persona un maggiore controllo sulle proprie emozioni e un miglioramento del problem solving.

Come già anticipato il campione è molto esiguo sebbene condotto a doppio cieco. Cosa suggerisce però questo? Che le fragole possono fare la differenza nella nostra alimentazione se inserite in un contesto corretto.

Ovviamente al netto di qualsiasi allergia. Questo significa che dobbiamo iniziare a mangiare fragole tutti i giorni? Non proprio. Però ci indica come inserire queste o i mirtilli all’interno della nostra dieta possa darci modo di godere di numerosi benefici da non sottovalutare. E voi quanti frutti di bosco e quante fragole mangiate ogni giorno? Approfittate delle loro dosi di antiossidanti?

Mandorle, cibo immancabile nella nostra dieta

Dobbiamo pensare alle mandorle come  a un cibo immancabile all’interno della nostra dieta. Questi frutti del prunus dulcis sono consumate da secoli e da altrettanto tempo portano benefici alla nostra salute.

I benefici delle mandorle

Le mandorle sono una fonte importante di diverse sostanze nutritive essenziali per il funzionamento del nostro organismo e dovrebbero essere considerate una parte fondamentale della nostra alimentazione di tutti i giorni.

Per capire quanto queste siano importanti basta vedere ciò che contiene una singola porzione di mandorle, pari circa a 28 grammi. Senza dubbio, come quasi tutta la frutta secca, l’apporto calorico è rilevante: parliamo infatti di 160 cal. a porzione. Queste accompagnano circa 6 grammi di proteine e 3,5 grammi di fibre con una dose importante di grassi salutari pari a 14 grammi. Le mandorle rappresentano anche un’ottima fonte di magnesio (circa 19% del fabbisogno giornaliero) calcio e vitamina E.

Insomma, contengono tutta una serie di elementi in grado di sostenerci nell’attività quotidiana. I benefici per la salute poi rappresentano il loro punto forte. Le mandorle sono infatti in grado di offrirci grazie ai grassi insaturi, la possibilità di ridurre il colesterolo LDL nel sangue. Riuscendo così ad avere una maggiore protezione nei confronti delle malattie cardiovascolari.

Tante calorie ma tanti nutrienti

Sono molto caloriche, è vero: ma queste piccole perle di salute ci aiutano anche a favorire il controllo del peso grazie alle fibre e le proteine che aumentano il senso di sazietà. E non solo: diversi studi hanno dimostrato che il consumo di questo alimento consente di regolare i livelli di glucosio nel sangue, mantenendoli più stabili. Una qualità perfetta per tutti coloro che soffrono di diabete di tipo 2.

La vitamina E che contengono non solo riesce a preservare la salute della pelle mantenendola idratata e combattendo l’invecchiamento, ma funziona come un ottimo boost per il sistema immunitario. E per la protezione dai radicali liberi e dai danni che in questi causano.

Le mandorle hanno un pregio molto particolare: quello di poter essere inserite all’interno della dieta senza problemi. Possono essere utilizzate come uno snack sano di metà mattinata ma anche essere inserite nell’insalata una volta tostate. Sotto forma di burro sono un’alternativa ottima al burro di arachidi e per essere usate sul pane tostato. Più generalmente possono essere utilizzati come condimento.

Tutto ciò mostra come le mandorle siano un alimento perfetto da essere inserito in qualsiasi tipo di dieta, a patto ovviamente che vengano consumate con giudizio e facendo attenzione alle quantità. È davvero un peccato rinunciare ai loro benefici.

Cren, cosa è e benefici

Il cren è una pianta conosciuta anche con il nome di barbaforte o rafano tedesco, dal quale si può ottenere una salsa omonima da utilizzare all’interno di qualsiasi dieta.

I benefici del cren

Sebbene non sia molto conosciuta, in realtà parliamo di un vegetale utilizzato spesso anche in Italia, dal quale per l’appunto si ottiene un condimento particolarmente usato nel nordest della penisola. È uno dei cibi piccanti più noti, il cui odore è pungente in maniera molto simile a quella del wasabi.

Il suo consumo può apportare diversi benefici. Prepararla in casa non è difficile sebbene non sia perfetta per l’utilizzo di tutti. Il fatto che venga utilizzata anche della mollica di pane bianco sbriciolata rende questo condimento non utilizzabile dalle persone affette da celiachia.

Ciò che ci interessa, quando parliamo del cren, sono i benefici che può darci sia se utilizzato come ingrediente di preparati per uso esterno sia se consumato. Come ingrediente di preparazioni per uso esterno il cren è ottimo per combattere dermatosi ed herpes anche se può essere irritante per le pelli più sensibili. Le sue proprietà vaso-dilatatorie aiutano ad affrontare i sintomi legati a dolori articolari, alle tendiniti e ai reumatismi.

Il cren come sapore ricorda la senape, ragione per il quale viene utilizzato come sostituto della stessa o del pepe. È in grado di apportare ottimi benefici sia nel combattere le infezioni urinarie anche grazie al suo effetto diuretico e antimicrobico e viene considerato un ottimo vermifugo. Quindi perfetto come rimedio naturale per i vermi intestinali.

È in grado di stimolare la produzione di succhi gastrici e quindi di favorire la digestione. Grazie alle sue qualità espettoranti può essere un ottimo rimedio naturale contro la tosse grassa e la bronchite.

Ecco quando è sconsigliato

È meglio consultare il proprio medico in caso si abbia intenzione di consumarne in quantità importanti. Alcuni studi hanno dimostrato come i glicosidi che lo compongono potrebbero essere di disturbo all’attività della tiroide. Per tale motivo è sconsigliato per coloro affetti da ipotiroidismo.

Lo ripetiamo: si consumato in questo caso una volta ogni tanto e in misura contenuta non rappresenta alcun problema. Sono solo le grandi ripetute quantità che potrebbero ridurre la funzionalità tiroidea. E invece sconsigliato il consumo di questa radice a coloro che soffrono di danni renali ed è suggerito un consumo moderato nelle donne incinte, in quelle che allattano e per i bambini piccoli.

Nonostante le sue importanti capacità va ricordato che può risultare irritante. Per questa ragione è meglio evitare di consumarlo se si soffre di ulcere duodenali o gastriche.

Zucca? Ecco a cosa fa bene

A cosa fa bene la zucca? Questo ortaggio di stagione possiede numerosi benefici per la salute. Scopriamo insieme quali sono. Tra gli alimenti perfetti per la nostra alimentazione, la zucca si pone ai primi posti di una ideale classifica.

Perché mangiare la zucca

E non solo per i suoi effetti che vanno a favore sia della psiche che del corpo. Ma proprio per le sue caratteristiche organiche, che la rendono perfetta per il consumo anche di persone affette da particolari patologie.

Una delle prime cose che possiamo evidenziare della zucca è che si tratta di un alimento ipocalorico, apportando solamente 26 cal su 100 grammi. Le scarse quantità di zuccheri e grassi la rendono perfetta per essere inserita all’interno di regimi ipocalorici o destinati a persone affette da diabete.

La zucca è composta per circa il 90% di acqua ed è molto ricca di fibre. Due qualità che le consentono, tra le altre cose, di aiutare una gestione ottimale del tratto intestinale. Osservando la polpa possiamo dire che il suo arancione riflette le sue quantità di betacarotene, sostanza sfruttata dal nostro organismo per produrre la vitamina A, conosciuta per il sostegno capace di dare alla salute della pelle, della vista e delle mucose.

Le sue quantità di antiossidanti sono utili per prevenire i tumori e per combattere la formazione di radicali liberi. Contestualmente possiede buone quantità di vitamina E, vitamina C, fosforo, potassio, calcio e magnesio. E per tale ragione aiutare l’organismo a combattere il presentarsi di malattie degenerative e lo stress.

Tante proprietà valide per l’organismo

Le sua proprietà diuretiche consentono di approcciare al meglio la ritenzione idrica. La maggior parte delle persone ignora che la zucca è anche un’ottima fonte di omega 3. Questi grassi favoriscono la salute del sistema nervoso, aiutano ad abbassare i valori di colesterolo nel sangue combattendo di conseguenza l’insorgere di malattie cardiovascolari, infarti, ictus. Come? Anche mantenendo bassa la pressione arteriosa.

La zucca è in grado anche di regolare al meglio l’umore grazie al magnesio, rilassante naturale, e il triptofano. Quest’ultimo sostiene la produzione di serotonina da parte dell’organismo, ormone del buon umore. Un fattore questo che consente di aiutare a regolare il ciclo sonno-veglia, a dare una sensazione di sazietà e a regalare benessere generale a livello psichico.

Chi vuole prendersi cura dei propri capelli, dela propria pelle, delle proprie unghie può ottenere dalla zucca anche delle ottime maschere o creme fai da te. Una menzione particolare è meritata anche da i semi di zucca, considerati dei veri e propri superfood soprattutto per via delle loro fonti di magnesio, fibre, omega 3 e zinco.

Noci, fanno bene. Ma a cosa?

Le noci fanno bene alla salute. Ma in che cosa ci aiutano? Ricordiamo insieme i benefici che questa frutta secca apporta al nostro organismo.

Noci alimento forse sottovalutato

Potrà sembrare assurdo ma, se ragioniamo sul loro utilizzo, le noci sono tra gli alimenti più sottovalutati per quel che riguarda la nostra salute. Soprattutto se non si hanno particolari patologie che ne sconsigliano l’utilizzo, il loro consumo quotidiano in quantità specifiche è consigliato.

Questi piccoli frutti del Noce comune sono presenti in tutto il globo sebbene nativi dell’Asia. Il loro sapore piacevole si sposa benissimo con la quantità di nutrienti essenziali che contengono e che danno un boost incredibile al nostro organismo. Non dobbiamo dimenticare che sono piccoli concentrati di vitamine, antiossidanti, fibre, proteine e grassi saturi.

Il consumo di noci aiuta in primis la salute cardiovascolare. Questo grazie anche all’importante presenza di acidi grassi omega 3 che aiutano a tenere sotto controllo il colesterolo cattivo e migliorano la salute delle arterie. Il loro consumo regolare consente di ridurre il rischio di malattie cardiache di circa il 10%.

Le noci, se consumate nel giusto modo, possono aiutare nel controllo del peso grazie alla sensazione di sazietà derivante dalla quantità di fibre e proteine contenute al loro interno. Non deve essere sottovalutato il loro potere antiossidante. Questa particolare tipologia di frutta secca contiene dosi importanti di vitamina E, aiutando l’organismo a combattere i radicali liberi e il rischio di malattie croniche.

Fanno bene anche al cervello

Colazione leggera nutriente cosa mangiare

Proprio grazie agli antiossidanti e agli omega 3 le noci aiutano a mantenere il cervello in salute: un loro consumo regolare aiuta a combattere il declino cognitivo legato all’età e favorisce memoria e concentrazione. Le sue peculiarità aiutano anche nella gestione della glicemia: l’azione di fibre, proteine e grassi sani aiuta a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue.

Ovviamente anche il modo in cui consumiamo le noci ha la sua importanza. Per quanto siano salutari, questi frutti non devono essere consumati in quantità esagerate. È possibile quindi integrarli nella dieta come uno snack sfizioso di metà mattinata o di metà pomeriggio, soprattutto se abbiamo bisogno di recuperare energia.

Possono essere aggiunte a yogurt e cereali, insalate o anche a carne e pesce in base alle ricette, in modo tale da consumarle all’interno di un pasto. Per quanto possa sembrare inusuale per la nostra dieta, possiamo anche consumare del burro di noci insieme a della frutta o spalmato sul pane integrale come faremo con del burro di arachidi. Insomma consumarle regolarmente fa bene a molte “sezioni” del nostro corpo. Se possiamo, quindi, inseriamolo all’interno della nostra quotidianità.

Merenda sana, ecco come

Una merenda sana può essere composta in tanti modi. Vediamo insieme quali sono gli alimenti consigliati quando vogliamo rimanere in forma. O quando vogliamo dare ai nostri bambini qualcosa di salutare.

Cosa scegliere per una merenda sana

Va da sé che tutto ciò che è legato al junk food e a fritti non è da considerare una merenda sana. Dobbiamo puntare il più possibile su alimenti di stagione e poco lavorati per acquisire nutrienti ed energia. Non dobbiamo dimenticare che lo spuntino pomeridiano o di metà mattina ci aiutano a spezzare la fame e a darci la giusta energia.

Una merenda sana può essere anche una merenda buona. Dobbiamo smettere di considerare i due concetti come non compatibili. E dobbiamo metterci in testa che possiamo scegliere tra dolce e salato senza problemi. L’importante è preparare qualcosa che sia gustoso ma al contempo non troppo pesante.

Una delle scelte migliori in tal senso, soprattutto se siamo in casa o possiamo prepararli al momento, è il frullato. Mixare il latte e la frutta di stagione sarà di gradimento sia per i più grandi che per i più piccoli. Un must è il frullato alla banana, al quale possiamo aggiungere mela o cioccolato a seconda dei nostri gusti. Per ottenerlo basta semplicemente utilizzare un frullatore.

Anche i dolci possono rappresentare una merenda sana, soprattutto per i bambini a scuola. Come? Sicuramente attraverso una fetta di torta fatta in casa o pane e marmellata. Buona a livello nutrizionale e di gusto. Non dobbiamo pensare che se contiene un po’ di zucchero sia per forza insalubre. Soprattutto se è qualcosa che prepariamo noi e di conseguenza non ha conservanti, come le merendine in commercio.

Va bene anche una soluzione salata

Si può anche puntare su una merenda salata. E ovviamente il re della scelta in questo caso è un panino. Attenzione: non quelli da fast food. Possiamo infatti preparare con del pane in cassetta o con altra tipologia dei panini con pomodoro e formaggio, che uniscono l’utile al dilettevole. Ovvero la necessità di consumare una merenda sana e il fatto che questa sia gustosa.

Se ci troviamo in casa e abbiamo voglia di sperimentare possiamo anche preparare dei cracker, che possono rappresentare uno spuntino salutare. Anche le chips di verdure al forno sono una merenda sana da consumare a ogni età. Rappresentano un’ottima alternativa alle classiche patatine fritte in busta.

Se avete poco tempo per preparare uno spuntino un po’ più elaborato, lo yogurt rappresenta la soluzione più veloce per una merenda sana a qualsiasi età. Possiamo consumarlo bianco, con la frutta, con i cereali. Può essere accompagnato da frutta secca come i mix che vediamo spesso al supermercato.

Allenamento e mangiare male, cosa succede

Se facciamo ogni giorno allenamento e mangiamo male cosa succede? È una domanda che dobbiamo porci, soprattutto se abbiamo la malaugurata idea di allenarci di continuo ma mangiamo regolarmente junk food.

Allenamento accompagnato da giusti nutrienti

Sì, è una vera e propria contraddizione. E se è comunque possibile stare bene alternando l’allenamento a qualche sgarro, dobbiamo comprendere che correre ogni giorno e poi non regolarsi adeguatamente nei nutrienti fa male al nostro corpo. A essere chiamato in causa è un comportamento ben specifico: quello di ignorare le componenti deleterie per la nostra salute nella nostra alimentazione libera.

Immaginate di eseguire ogni giorno l’allenamento necessario e ogni giorno non mangiare sano. Pensare che il bruciare le calorie sia abbastanza è una sottovalutazione del problema. Se inseriamo nella nostra dieta dei grassi non salutari, dando spazio a un binge eating di bevande zuccherate, patatine o biscotti, rischiamo di far male più di quel che pensiamo alla nostra salute.

Possiamo anche non prendere peso, ma cosa dice il nostro organismo di tutto ciò? Come spiegano gli esperti è possibile in generale smaltire gli eccessi di una dieta non sana se ci si allena almeno due o tre ore al giorno tutti i giorni. Non vi è accumulo di energia in eccesso e il corpo elimina abbastanza di buon grado le tossine che accumula. L’aumento del grasso viscerale può essere tenuto abbastanza sotto controllo.

Attenzione ai fattori di rischio cardiovascolari

allenamento in palestra

Anche se si fa dell’attività sportiva agonistica e si deve mantenere al top la massa muscolare. Il problema, come già indicato, sono gli effetti che un’alimentazione non sana ha sull’organismo. Anche se in uno sportivo può non essere visibile, potrebbe accumularsi molto grasso viscerale rispetto a quello sottocutaneo. Questo potrebbe portare al restringimento delle arterie conosciuto come aterosclerosi, fattore di rischio importante per le malattie cardiovascolari.

Se si rimane molto attivi, alcuni di questi errori di alimentazione possono essere ammortizzati. Ma sarebbe meglio evitare di perpetrarli, soprattutto se si decide di smettere con l’allenamento quotidiano. O si dovessero rallentare i propri ritmi. Si rischia tra l’altro, con queste abitudini, di prendere molto peso una volta che si smette di allenarsi.

Se i grassi tipici dello junk food fanno male in allenamento, meglio non fanno le proteine in eccesso. Secondo gli esperti si dovrebbe smettere di attaccare il consumo di carboidrati, che sono necessari nelle giuste quantità e consentono di portare avanti un allenamento dalla importante resa. Bisogna fare attenzione, sottolineano, anche quando ci si affida a quelle diete considerate alla moda come il digiuno intermittente e le chetogeniche. Possono anche far raggiungere risultati importanti ma creare dei deficit in grado di dar vita a squilibri ormonali e neuroendocrini.

Allenamento e mangiare bene: è questo il segreto di un corpo in forma e sano.

Dieta dissociata è davvero sana?

La dieta dissociata è davvero sana? Sono molte le persone che seguono questo tipo di regime alimentare e che sono convinte che, per essere in forma e in salute bisogna separare in modo rigoroso carboidrati, grassi e proteine.

Le incongruenze della dieta dissociata

Basta vedere quelle che sono le principali diete diffuse al mondo per comprendere come la dieta dissociata rappresenti un po il fulcro di molte abitudini alimentari globali. Di solito i carboidrati vengono consumati a pranzo, mentre le proteine fanno parte della cena.

Secondo diversi esperti questo sarebbe semplicemente un mito: la dieta dissociata non potrebbe essere considerata tanto sana come in realtà avviene. Secondo la teoria alla base di questo regime alimentare, gli alimenti dovrebbero essere divisi con precisione per un consumo salutare. E la suddivisione sopra citata sarebbe in grado di aiutare non solo a mantenere un ottimo stato di salute ma anche a dimagrire.

Secondo gli scienziati della Fondazione Umberto Veronesi si tratterebbe di un approccio troppo semplice all’alimentazione. E la ragione sta nel fatto che la dieta dissociata rischia di essere vittima di un problema molto particolare: ovvero uno sbilanciamento nutrizionale di tipo potenziale.

Questo perché eseguendo una divisione così severa si rischia di privare il corpo dei suoi nutrienti essenziali. Non dobbiamo dimenticare che i carboidrati sono una fonte di energia immediata mentre le proteine ci aiutano a riparare e a far crescere i tessuti del nostro corpo.

Tra l’altro, sempre secondo gli esperti, la suddivisione rigida dei pasti in base alla dieta dissociata falserebbe anche il senso di sazietà. Eliminando i carboidrati dal passo serale si rischia di sentire più fame perché viene meno l’azione antifame e di stabilizzazione della glicemia.

Fare attenzione senza stress

Senza contare che una divisione così severa crea spesso problemi nell’organizzazione dei pasti. Quando ci approcciamo all’alimentazione non dobbiamo essere stressati e avere ansia, ma viverla con calma e tranquillità.

Ragione per la quale, secondo gli esperti, una dieta dissociata stretta non è così corretta da seguire. Bisogna piuttosto puntare a mangiare in modo equilibrato e con moderazione, cercando di bilanciare in modo corretto le proporzioni.

Possiamo fare ciò includendo nei nostri piatti tutta una serie di alimenti che contengano una giusta quantità di carboidrati, grassi sani e proteine. Dobbiamo inoltre imparare ad ascoltare le nostre esigenze e più nello specifico il nostro organismo.

Questo significa sì fare attenzione, ma non forzare su di noi dei regimi alimentari troppo rigidi. È per questo motivo che bisogna pianificare dei pasti equilibrati che contengano proteine magre, carboidrati integrali, grassi sani e verdure. Un piatto di questo genere non solo darà modo di mantenere livelli di energia adeguati ma sosterrà corretto senso di sazietà.

Carne rossa, quanta ne possiamo mangiare?

Quanta carne rossa possiamo mangiare? Questo è un tema che spesso ricorre, anche a livello internazionale, quando riflettiamo sulla alimentazione giusta da seguire, soprattutto a livello proteico.

carne rossa aumenta colesterolo cattivo

Limitare il consumo di carne rossa

Sono numerosi gli studi che sostengono come sia necessario limitare il consumo di carne rossa se vogliamo preservare cuore, arterie, fegato e intestino. E per quanto sia innegabile che il suo sapore sia grandioso, consumarne con attenzione è quello che dobbiamo fare se vogliamo rimanere in salute.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2015 ha inserito la carne rossa nel Gruppo 2A: parliamo di quello nel quale figurano i prodotti potenzialmente cancerogeni. In quello dei sicuramente cancerogeni appaiono le carni lavorate. Questo ci suggerisce l’esistenza di una correlazione tra questi cibi e il rischio di sviluppare il cancro.

Non si ha la certezza che possano causarlo, ma potrebbero in via potenziale. Ecco quindi che dobbiamo stare attenti al consumo di carne rossa ma anche di prodotti in scatola. Wurstel, bacon, salsicce e altri alimenti simili. La pericolosità è data dai nitriti e dai nitrati usati per processare e conservare.

Come spiega anche l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) i nitriti e i nitrati una volta nel nostro organismo possono essere trasformati dai processi metabolici in nitrosammine, molecole potenzialmente cancerogene. Queste sono capaci di creare danni al DNA dando vita a mutazioni che possono portare allo sviluppo dei tumori.

Quanta possiamo mangiarne davvero

Allo stesso modo anche la cottura ad alta temperatura può portare a questa trasformazione. Immaginate quindi unire la carne rossa e il suo consumo a una cottura non salutare: è normale che vengano considerati prodotti potenzialmente a rischio. Questa nello specifico viene associata a un maggiore rischio di cancro al colon retto.

Quanta carne rossa possiamo consumare quindi? L’OMS parla di massimo 500 grammi a settimana e di evitare il consumo di carne lavorata. Molto poca se non per nulla deve essere mangiata secondo il World Cancer Research Fund, mentre per la carne rossa ci si dovrebbe limitare a tre porzioni settimanali al massimo.

Come in ogni ambito della nostra vita dobbiamo regolarci anche in base alle nostre condizioni di salute. Va da sè che qualcuno che soffre di patologie renali tenderà a consumare al massimo una porzione al mese di carne rossa, favorendo proteine vegetali o carni bianche. Mentre chi si allena, pur favorendo il petto di pollo non disdegnerà una bistecca al sangue ogni tanto. Come in ogni cosa la parola d’ordine deve essere “giudizio“.

Giuggiole, i benefici

Le giuggiole sono un frutto diffuso in Italia ma poco conosciuto. Tanto quanto i benefici che possono apportare con il loro consumo grazie alle loro proprietà.

Cosa sono le giuggiole

Le giuggiole, più precisamente, sono i frutti della Ziziphus jujuba, appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae. Nonostante non vengano riconosciute direttamente come superfood in generale, il loro consumo è altamente consigliato per via dei nutrienti contenuti al loro interno. Parliamo di potassio, ferro e calcio basilari per prendersi cura rispettivamente del sistema nervoso, dell’emoglobina e della salute ossea. E ancora della vitamina C perfetta per sostenere il sistema immunitario e della vitamina A ottimale per proteggere la vista le mucose.

La dose di flavonoidi e polifenoli contenuti nelle giuggiole combattono lo stress ossidativo causato dai radicali liberi riuscendo quindi a combattere l’invecchiamento cellulare e a proteggere dalle malattie cardiovascolari. Anche l’apparato gastrointestinale risente in maniera positiva del consumo delle giuggiole grazie alle loro fibre alimentari.

Da secoli questi frutti vengono utilizzati per i loro effetti sedativi sul sistema nervoso nella medicina tradizionale e alcune ricerche avrebbero provato anche la loro efficacia per quel che concerne la qualità del sonno.

Le giuggiole possono essere consumate in modi differenti. Possono essere consumate essiccate o fresche o sotto forma di succhi di frutta o tisane. Tra l’altro il loro essere dolci naturalmente consente di bypassare l’utilizzo dello zucchero.

Attenzione a patologie pregresse

Non bisogna però incorrere nel consumo esagerato se non si è sani e si combatte con delle patologie pregresse. Ad esempio non sono particolarmente indicate, soprattutto se essiccate, per le persone che soffrono di diabete. I benefici delle giuggiole sono molti ma bisogna gestirli con cautela. Se si soffre di potassio alto ad esempio il loro consumo è sconsigliato.

Ciò che bisogna fare è chiedere al medico se in base alle proprie condizioni è possibile un consumo privo di criticità. Più in generale se si è sani, inserirle nella propria dieta non dovrebbe creare problemi. Ovviamente sottintendendo un consumo adeguato di questi frutti.

Le giuggiole sono frutti molto piacevoli da consumare. Il fatto che non siano tanto conosciuti a livello mainstream non consente di sfruttarne appieno i benefici. Anche in coloro che effettivamente potrebbero notare cambiamenti positivi per la loro salute.

L’importante, a ogni modo, e consumarne sempre con giudizio. Ovviamente nella forma che si trova più gradevole e che si adatta di più alle proprie condizioni di salute. Basta molto poco per star bene mangiando. E questi frutti ne sono la dimostrazione.

Alimenti antinvecchiamento miracolosi

Alimenti antinvecchiamento miracolosi: quali sono? Ci sono dei cibi che ci consentono dì combattere il passare dell’età grazie alle loro peculiarità antiossidanti.

Gli alimenti antinvecchiamento più rilevanti

Il combattere segni del tempo che passa è il desiderio di molte persone. Bloccare del tutto questo processo dell’organismo umano non è possibile, ma esistono degli alimenti antinvecchiamento che possono rallentare il fenomeno.

Non parliamo di cibi astrusi o difficili da reperire: nella maggior parte dei casi si trovano all’interno delle case di tutti noi. E posseggono dei benefici importanti per la salute. Tre quali, come dimostrato anche da uno studio pubblicato su National Library of Medicine, la capacità di prevenire malattie degenerative, cardiache e il cancro.

Quando parliamo di alimenti antinvecchiamento miracolosi, parliamo principalmente di diversi gruppi di cibi. Al loro interno troviamo anche i cereali: soprattutto quelli che contengono fitoestrogeni e lignani nelle giuste quantità possono aiutare a ridurre il presentarsi di patologie come il cancro alla prostata o al seno e altre malattie legate agli ormoni. La giusta quantità di fibre ci consente inoltre di poter combattere con successo malattie coronariche e a carico dell’intestino.

Tra gli alimenti antinvecchiamento più di successo troviamo le noci, in diverse loro accezioni. Non molti sanno che l’infuso di gusci di noci pecan, ad esempio, contiene una quantità di fenoli molto alta capace di combattere in modo adeguato l’ossidazione.

Anche cacao e caffè aiutano

Tra gli alimenti dall’importante effetto troviamo anche il cacao. I fenoli contenuti all’interno di questi semi possono far calare del 75% l’ossidazione del corpo. Un vero e proprio strumento di giovinezza se consumato con la giusta attenzione. Anche il caffè deve essere considerato per i suoi effetti antiossidanti. In questo caso però è importante tenere sotto controllo la sua conservazione. Quando questa non è condotta in modo adeguato i suoi benefici possono calare in modo drastico.

Sebbene debba essere consumata con attenzione per chi ha necessità di controllare la funzionalità renale e i livelli di potassio nel sangue anche l’uva è un ottimo alimento antinvecchiamento. Parliamo di un frutto perfetto per contrastare tutte quelle patologie causate dai radicali liberi.

Una mela al giorno toglie il medico di torno, effettivamente. Alcuni studi hanno infatti dimostrato come un centrifugato di mele possa fare la sua parte nella riduzione della formazione di cellule tumorali e danni al colon e al fegato.

Tra gli alimenti che non ci dobbiamo mai far mancare, quando vogliamo combattere il tempo che passa, ci sono tutti quelli ricchi di carotenoidi. E con essi anche i frutti di bosco, che riducono l’ossidazione delle proteine e sostengono la produzione di piastrine.

Le note e meno note proprietà dell’anice stellato

Nel nostro articolo sul pepe del Sichuan, luogo di una delle gastronomie più apprezzate al mondo e dal quale sono appena tornati i tre social influencer italiani – Laura Comolli, Roberto De Rosa e Nicolò Leone – in viaggio ai piedi dell’Himalaya grazie all’Associazione ‘Mirabile Tibet’ e all’Agenzia di comunicazione I SAY, abbiamo visto come il Re del piccante sia una delle “cinque spezie” cinesi assieme al finocchio, ai chiodi di garofano, alla cannella e all’anice stellato. Andiamo dunque a conoscere meglio quest’ultimo, meno famoso ma altrettanto affascinante.

Extreme close-up of star anise spice;

Le proprietà di questa spezia

Originario della Cina sud-orientale e del Vietnam, quello dell’anice stellato è un albero sempreverde che arriva fino ai 10 metri di altezza. Dal quasi maturo pericarpo a stella del suo frutto si ottiene un olio aromatico molto utilizzato in cucina ma anche in profumeria, nei dentifrici e nei collutori, mentre circa il 90% delle colture viene usato per l’estrazione di un acido impiegato in alcuni farmaci antivirali per la cura e la prevenzione dell’influenza A e B.

Principalmente, che si tratti di medicina “ufficiale” o popolare, l’anice stellato:

  • stimola l’appetito e aiuta il buon sonno;
  • favorisce il rilassamento della muscolatura gastrointestinale, evitando i sintomi della “cattiva digestione” come il gonfiore addominale, l’acidità gastrica, la nausea, la diarrea o la flatulenza;
  • combatte le coliche nei neonati ma anche i dolori addominali e i disordini mestruali negli adulti;
  • ha proprietà antiossidanti, grazie al linalolo contenuto;
  • contrasta le affezioni infiammatorie delle vie respiratorie, compresi tosse e bronchiti, per via delle sue proprietà antibatteriche e antimicotiche.

La spezia viene utilizzata anche per stimolare il latte materno dopo il parto, per il trattamento dell’artrite reumatoide e della lombalgia, e persino come rimedio in caso di paralisi facciale – anche parziale. 

Come apporto nutrizionale, 100 grammi contengono 3 di carboidrati, 1 di proteine, vitamina C (il 2% del fabbisogno giornaliero), calcio (il 4% del fabbisogno) e ferro (il 13%), con l’aggiunta di 1 milligrammo di sodio.

Le controindicazioni riguardano le persone soggette agli eritemi solari o che soffrono di patologie del fegato o di epilessia. Attenzione, dunque, se si stanno assumendo farmaci fotosensibilizzanti, antidolorifici steroidei (FANS) o cortisonici: l’anice stellato potrebbe interagire o sommarsi male ad alcune componenti di queste sostanze. 

E un’ultima raccomandazione: parliamo dell’anice stellato cinese (illicium verum), laddove quello giapponese (illicium anisatum) è altamente tossico e non commestibile.

L’anice stellato in cucina

Five Spice Spoon Circle Top View on black slate cutting board

Siccome contiene anetolo, cioè la stessa molecola che conferisce profumo all’aneto, l’anice stellato è entrato anche nella cucina occidentale sia accanto alla carne (soprattutto maiale e agnello) o ai dolci, sia nella produzione di alcune bevande. Come dei francesi vin brulé e pastis o del nostro ‘Galliano’, della sambuca e del mistrà marchigiano e laziale. In India viene impiegato nella preparazione del Biryani e del Masala Chai, mentre in Vietnam è considerato fondamentale per la zuppa di spaghetti. Nel suo Paese di origine, la Cina, si usa per aromatizzare carmi bianche (compresa la famosa anatra alla pechinese), pesce, crostacei, stufati, zuppe, verdure saltate o piatti a base di tofu. 

Se vogliamo invece portare sulla nostra tavola e nella nostra dieta tutte le Cinque Spezie Cinesi, possiamo tostarle per un paio di minuti a fuoco medio in una padella antiaderente, macinarle finemente una volta raffreddate e chiuderle ermeticamente in un barattolo di vetro da conservare al buio. Operazione per la quale basteranno 2 cucchiaini di pepe di Sichuan, 1 cucchiaio di semi di finocchio, 10 chiodi di garofano, 2 cucchiai di cannella in polvere e 6 anici stellati. 

Senza esagerare però: sono potenti, quindi usiamole con misura. Come i nostri tre influencer avranno scoperto, un pizzico sarà sufficiente per la gioia del palato e i benefici alla nostra forma e salute.

Dieta post vacanze, cosa mangiare

Come deve essere una dieta post vacanze? Nel corso delle ferie spesso ci lasciamo andare a qualche peccato di gola in più del normale. Vediamo insieme come regolarci.

Regole per una dieta post vacanza ideale

Quando parliamo di dieta post vacanze non parliamo per forza di un regime alimentare restrittivo ma di un approccio all’alimentazione differente rispetto a quello sfruttato al mare o in montagna. Cosa intendiamo? Molto semplice: il seguire delle piccole regole che ci consentano di mantenere uno stile di vita sano soprattutto per quel che concerne i cibi ingeriti.

La nostra dieta post vacanze prevede prima di tutto che non saltiamo la colazione. Più in generale non dovremmo mai saltare alcun pasto ma in particolare il primo della giornata deve avvenire in modo corretto. Questo perché ci consente di regolare e tarare il senso di sazietà e di fame nel corso di tutto il giorno. Saltare la colazione infatti può portare a dei picchi di fame che ci porteranno a fare più spuntini del necessario. O ancora ad arrivare al pranzo letteralmente affamati.

Una dieta post vacanza che si rispetti prevede anche una corretta idratazione. Questo significa che dobbiamo assumere almeno due litri di acqua al giorno, suddivisi in modo tale da non risultare pesanti. Dobbiamo ricordare che i primi sintomi della mancanza di idratazione sono affaticamento e stanchezza, nonché irritabilità.

Piatti completi per assumere giusti nutrienti

Se non abbiamo seguito un corretto regime alimentare nei nostri giorni di ferie dobbiamo assicurarci di aggiungere una rilevante porzione di verdura ai nostri pasti principali. Questo porterà ad aumentare il senso di sazietà e allo stesso tempo a fornire all’organismo i giusti nutrienti. In questo modo saremo in grado di assorbire le corrette quantità di proteine, grassi e carboidrati.

Altro consiglio da seguire in tal senso è quello di consumare il più possibile dei pasti completi. Unire infatti in modo adeguato carboidrati, grassi e proteine nello stesso piatto dà modo anche di far aumentare il senso di sazietà sul lungo termine.

Ovviamente bisognerà preferire delle fonti proteiche come pesce, legumi, uova e carni magre e fonti di grassi sani come i semi e l’olio extravergine di oliva. I carboidrati consigliati sono quelli integrali, Dotati di un’ottima quantità di fibre.

In questa dieta post vacanza è anche consigliato diminuire il consumo di sale al fine di evitare un aumento della ritenzione idrica. Infine, ma non per importanza, è bene limitare il consumo di alcolici. Nel corso delle vacanze avremmo sicuramente indugiato con questa bevanda tutt’altro che salutare per il nostro organismo.

Bere caffè, quando per ottenere benefici

Quando possiamo bere caffè per trarne beneficio? Alcuni studi recentemente condotti ci regalano una risposta che non combacia con quelle che sono le nostre normali abitudini.

 

Non conviene bere caffè la mattina appena svegli

Per gli italiani bere caffè non è solo una tradizione: è quasi un rito. Qualcosa di imprescindibile per praticamente chiunque. In generale questa bevanda è tra le più consumate al mondo. L’Italia si staglia al settimo posto di una classifica ideale con circa 95 milioni di tazzine consumate ogni giorno.

Statisticamente parlando, per almeno il 75% degli italiani, bere caffè è la condizione sine qua non iniziare la giornata nel modo giusto. E questo è valido sia per i cultori della moka che per coloro che utilizzano cialde o capsule per consumare la miscela a loro più gradita.

Parliamo di tradizioni, ma dovremmo invece concentrarci sul momento in cui la caffeina effettivamente risulta più utile al nostro organismo. Alcuni studi hanno sottolineato come il suo potere possa cambiare in base all’ora in cui avviene la sua assunzione.

E proprio in tal senso è stato scoperto che bere caffè appena svegli non aiuta assolutamente a rimanere più svegli ma potrebbe essere uno strumento di supporto per la nostra stanchezza. In pratica se consumiamo questa bevanda appena svegli riduciamo l’effetto della caffeina. Senza contare che proprio l’assunzione in tale momento rischia di far sviluppare una tolleranza nei confronti della caffeina.

Attenzione all’effetto sul cortisolo

Cosa significa? Semplice: prima o poi smetterà di farci effetto. Bene il caffè appena svegli interferisce con la produzione del cortisolo che se in quantità eccessive mette a repentaglio il nostro sistema immunitario, nella giusta quantità ci consente di regolare il ritmo sonno veglia.

Consumare caffè contemporaneamente al nostro picco di cortisolo dà vita a un’assuefazione alla caffeina. Quindi noi avremmo più difficoltà a svegliarci sia per l’inibizione del cortisolo che per l’incapacità di sfruttare la caffeina in tal senso. Perché nel frattempo avremmo sviluppato un’eccessiva tolleranza.

Quando possiamo bere caffè quindi per usufruire del suo effetto migliore? Tenendo da conto quelle fasce della giornata nella quale tendiamo a produrre più cortisolo, secondo Stephen Miller della USUHS del Maryland, è consigliato assumerlo tra le 09:30 e le 11:30 e tra le 14 e le 17.

Bere caffè ci consente tra le altre cose di avere un rischio più basso di sviluppo di malattie a carico del fegato, malattie neuro degenerative, diabete di tipo due e tumori al colon retto e al fegato. Ovviamente il suo consumo, a prescindere dal piacere nel berlo, deve essere legato anche alla presenza o meno di patologie che potrebbero invece peggiorare come la sindrome del colon irritabile, il reflusso gastroesofageo o altri problemi digestivi.