Dieta del gruppo sanguigno, perchè gli esperti la bocciano

Sangue

Con l’arrivo dell’estate e della tanto temuta prova bikini, impazzano le diete dimagranti, tra cui anche quella del gruppo sanguigno, messa a punto dal naturopata Peter D’Adamo. Secondo quest’approccio, ad ogni gruppo sanguigno corrispondono diverse glicoproteine nelle cellule che rendono più “digeribili” alcuni cibi e meno altri. Questo regime sin dalla sua comparsa è sempre stato duramente criticato e le conferme in questo senso continuano ad arrivare.

Già qualche mese fa una ricerca canadese aveva confutato questo mito, ma anche il Centro Nazionale del Sangue ne ha sbugiardato l’efficacia. Come hanno scritto gli esperti:

La teoria di D’Adamo è molto suggestiva e soddisfa il desiderio di chi vuol fare dell’alimentazione una religione severa con i trasgressori. In essa giocano un ruolo fondamentale alcune proteine, le lectine. Introducendo, infatti, nel nostro corpo lectine incompatibili con il gruppo sanguigno queste si agglutinerebbero con le cellule sanguigne, rischiando di farle precipitare con un’azione di rigetto che porterebbe, secondo il naturopata, al corredo di sintomi delle allergie alimentari.

La scienza però ha bocciato la validità di questa teoria e a condannarla basta la sola statistica. I gruppi sanguigni, infatti, sono troppo pochi per poter suddividere le caratteristiche dell’alimentazione in base ad essi. Il gruppo 0 avrebbe problemi alle articolazioni, allo stomaco e alla coagulazione; il gruppo A soffrirebbe particolarmente di anemia, disturbi epatici e cardiocircolatori, diabete di tipo I, neoplasie; il gruppo B avrebbe tendenze al diabete, alla sindrome di affaticamento cronico e malattie autoimmuni; mentre l’AB a patologie cardiocircolatorie, anemie e neoplasie.

Basta un banale screening della popolazione per accorgersi che non è così. Stesso discorso vale per l’alimentazione. L’elendo dei cibi proibiti per ogni gruppo fa credere che ognuno mangi male. Il gruppo 0 per esempio deve astenersi dal latte e latticini, mentre i gruppi B e AB devono farne largo uso. Morale della favola? Se proprio si vuole correggere la propria alimentazione, meglio consultare un buon nutrizionista.

Photo Credit| Thinkstock

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