Con la pasta integrale non si ingrassa

Il merito è della sua ricchezza in fibre e del suo basso indice glicemico: previene adipe, stipsi, colesterolo e fame nervosa. La pasta fa parte dei carboidrati a lenta assimilazione e a basso indice glicemico: è un alimento deri­vato dalla semola di farina di un cerca­le (grano, kamut, farro, segale) cui viene aggiunta acqua. Contiene  amido, pochi grassi, sali minerali, e la percentuale di proteine e vitamine varia in base al tipo di cercale. Il valore calorico di un etto di pasta di grano duro è di 340-350 kcal. Quando viene cotta le calorie diventa­no 137. Quindi un etto di pasta cotta, scolata e non condita non è un piatto così calorico come si pensa.

Ricordiamoci che la scelta del condimento da abbi­nare alla pasta è fondamentale per rendere il nostro piatto più o meno calorico: evitiamo dunque salse di pesto confezionato, formaggi e ragù di carne. Privilegiamo sughi di verdure e legumi stufati e a base di pomodoro, che riattiva il metabolismo. Nel nostro Paese si consuma soprattutto la pasta da farina di frumento raffinata, ma per fortuna sta anche aumentando il consumo della pasta integrale biologica, di kamut e di farro, riconoscibili dal colore più scuro. Essendo questi cereali più completi dal punto di vista nutrizionale, la pasta che ne deriva sazia di più e, se assunta in dosi moderate, rappresenta un pasto bilanciato nelle diete ipocaloriche.

Inoltre gli amidi dei cereali integrali hanno un indice glicemico più basso rispetto ai cereali raffinati, così da evitare gli in­numerevoli rischi legati agli alimenti ad alto indice gli­cemico. Anche le fibre in essi contenute hanno un ruolo determinante nel mantenimento della buona sa­lute dell’organismo. La fibra infatti previene gli stati di intossicazione dovuti a un malfunzionamento dell’in­testino, consente al metabolismo di restare attivo, ab­bassa i rischi di tumori al colon e ci difende dall’insor­gere di malattie cardiovascolari. Tutte le paste a base di kamut e la maggioranza di quelle a base di farro e segale provengono da coltivazione biologica, una garanzia di naturalità e integrità dell’alimento.

La pasta di kamut contiene le stesse calorie della pasta di grano duro (335-350 kcal) ma ha una maggiore percentuale di proteine, lipidi, vitamine, aminoacidi, selenio, zinco e magnesio. Per questo il kamut è considerato un cereale antiage, poiché il selenio contribuisce a ritardare l’ossidazione delle cellule contrastando la formazione dei radicali liberi. Facilmente digeribile, ha un sapore più deciso della pasta bianca: è saziante e rassodante.

Anche la pasta di farro sazia di più rispetto alla pasta raffinata: infatti il farro possiede una percentuale maggiore di proteine (il 15%) e poi più fibre, vitamine (A, B, C ed E) e sali minerali. Mantiene attivo il metabolismo. La pasta al farro ha un sapore più delicato, è poco calorica (335 calorie per 100 g) e durante la cottura assorbe più acqua e ha un notevole indice di sazietà. La pasta di farro non alza la glicemia ma stabilizza e facilita la sensazione di pienezza gastrica, prevenendo anche la stipsi.

La pasta di farina di segale è quella a più basso contenuto di carboidrati: drena e sgonfia la pancia. Per chi soffre di celiachia e di intolleranza al glutine, la pasta di grano saraceno rappresenta un valido sostituto, sebbene le calorie siano 380 l’etto. Ricca di magnesio e manganese. Apporta nutrienti all’organismo, è rimineralizzante e migliora la circolazione.

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