Mestruazioni precoci con una dieta troppo ricca di carne

Secondo uno studio condotto all’Università di Brighton, coordinato dal dottor Imogen Rogers e pubblicato sulla rivista scientifica Public Health Nutrition, un consumo eccessivo di carne predispone le bambine a manifestare il menarca, ovvero le prime mestruazioni, in anticipo rispetto alle coetanee che seguono una dieta più bilanciata. Gli studiosi hanno inoltre rilevato come dal ventesimo secolo l’età media in cui il menarca fa la propria comparsa si sia abbassata notevolmente e hanno messo in relazione questi dati proprio con l’aumento del consumo di carne registrato negli ultimi decenni.

La ricerca ha preso in esame 3.000 dodicenni britanniche, le cui abitudini alimentari sono state confrontate con l’età di insorgenza del primo ciclo mestruale. Le bambine sono quindi state suddivise in due gruppi: quelle che avevano già avuto il menarca e quelle che non lo avevano ancora avuto; dall’analisi dei dati è emerso che consumare all’età di tre anni otto porzioni di carne a settimana, e dodici porzioni a sette anni, aumenta del 75% la possibilità di avere mestruazioni precoci

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Frena gli attacchi di fame con l’eucalipto

Dell’effetto dei profumi sull’organismo o sulla psiche se ne parla da tempo immemore. Si ritiene che, a seconda del profumo, si possano stimolare diverse aree del cervello e si possano ottenere effetti differenti. Uno di questi, secondo un recente studio, è il controllo sugli attacchi di fame che però mettono a repentaglio la dieta e il peso corporeo. Secondo la dott.ssa Eva Kemps e la collega Marika Tiggeman quando si è attaccati da una voglia improvvisa, magari di cioccolato,  a cui pare non si riesca a resistere basta pensare all’aroma di eucalipto e sentire questa voglia svanire.

Inoltre, questa sua interessante capacità potrebbe avere risvolti ben più importanti per l’alimentazione. Potrebbe essere d’aiuto nel trattamento dei disturbi alimentari come la bulimia, o le tossicodipendenze come l’alcolismo. Ovviamente in presenza di patologie serie l’intervento medico è d’obbligo, tuttavia un’integrazione con questo tipo di metodologia può essere d’aiuto, soprattutto laddove un desiderio ardente di qualcosa non sia necessariamente sintomo di qualcosa di patologico. Per esempio, questa strategia può essere utile a chi fatica restare a dieta o vuole cercare di mangiare meno.

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Attenzione ai Mondiali di calcio: potrebbero farci ingrassare

Tre chili in un mese. No, no è la promessa dell’ultima dieta dimagrante; i tre chili in questione sono quelli che, secondo la Coldiretti, prenderanno gli italiani durante il periodo dei Mondiali di Calcio in Sudafrica che inizieranno proprio domani. Insomma: secondo le stime, l’evento calcistico più atteso porterebbe un discreto aumento di peso per gli italiani, alla faccia delle prova costume.

La Coldiretti ha stimato che, con una media di due partite al giorno, più eventuali tempi supplementari e dibattiti televisivi, gli italiani passeranno gran parte della giornata seduti nel divano o al bar a guardare la televisione, ovviamente consumando bevande alcoliche o zuccherate e snack ipercalorici e ipersalati, come noccioline e patatine, con un conseguente aumento della sedentarietà e, quindi, di peso. Se in termini di peso si parla di tre chili in un mese, in fatto di calorie, l’introito in più sarebbe di circa 600 calorie alla settimane.

La Coldiretti sottolinea in una nota che questo aumento di peso in concomitanza con i Mondiali di calcio:

Fa aumentare ulteriormente il numero di cittadini “impreparati” alla prova costume dell’estate considerato che ben quattro italiani su dieci (43%) risultano sovrappeso o addirittura obesi (11%), con una netta prevalenza degli uomini rispetto alle donne.

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Perdi peso con peperoni e peperoncino

Ancora conferme sulle proprietà benefiche della capsaicina, la sostanza contenuta in peperoni e peperoncino che aiuta a bruciare i grassi e a favorire la produzione di energia. Ad affermarlo è un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Proteome Research ed eseguito su modello animale da un team di ricercatori della Daegu University, in Corea. Gli scienziati hanno sottoposto un gruppo di topi a una dieta ricca di grassi per favorire l’obesità. Metà di questi, per cinque settimane, hanno assunto, oltre alla quantità di cibo stabilita, una dose di capsaicina pari a 10 mg per chilo di peso corporeo.

I restanti topi, appartenenti al gruppo di controllo, hanno ricevuto per nove settimane un’integrazione alla dieta con della sola soluzione salina, ovvero un placebo. Al termine del test, le analisi hanno permesso di scoprire che i topi a cui era stata data la capsaicina avevano perso circa l’8% del peso corporeo rispetto ai topi del gruppo di controllo a cui era stata data la soluzione salina.

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Yogurt ai batteri per dimagrire

yogurt ai batteri

Con la prova costume ormai imminente c’è chi le tenta proprio di tutte per dimagrire; se siete poco convinte delle ultime tendenze in fatto di diete perché troppo restrittive, potete affidarvi alle nuove e periodiche scoperte della scienza come, ad esempio, quella fatta da un team di ricercatori giapponesi che ha individuato quanto lo yogurt ai batteri sia utile per dimagrire.

Questo yogurt ai batteri non è altro che uno yogurt al quale è stato aggiunto il lactobacillus gasseri, un batterio probiotico originario dell’intestino umano e in grado di favorire il dimagrimento.

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Mangiare il pesce fa bene alla salute

Mangiare il pesce è molto utile sia per mantenersi in salute che in linea; in particolare, consumare regolarmente questo alimento fa bene per contrastare il diabete, le malattie cardiovascolari e anche per migliorare l’umore. Attenzione, però: sono bandite le fritture, mentre va bene il pesce cotto alla griglia, al vapore e al forno.

Non dovete fare scorpacciate di pesce per sentirvi meglio: bastano anche solo un paio di porzioni a settimana; ma perché il pesce è così salutare? Innanzi tutto perché ricco di fosforo, proteine, vitamine e i famosi grassi omega 3; non a caso il pesce è al centro di una campagna di educazione alimentare della Nutrition Foundation of Italy e il noto marchio Rio Mare.

Il direttore scientifico della Nutrition Foundation of Italy, il dottor Andrea Poli, afferma:

Ci fa piacere approfondire un tema così importante come il ruolo del pesce nella dieta quotidiana, al fine di diffondere uno stile alimentare più sano ed equilibrato e contribuire ad ampliare il consumo di uno degli alimenti più preziosi per la nostra salute.

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Ketchup, ma il problema è davvero il sale?

Il colosso americano Heinz ha di recente annunciato, sul sito della CBS, che ridurrà del 15% il contenuto di sale del suo famosissimo ketchup. La versione light di una delle salse più amate al mondo sarà introdotta in commercio, almeno negli Stati Uniti, già la prossima estate e permetterà, almeno nelle intenzioni dei produttori, a coloro che sono affetti da ipertensione e alle donne da sempre in lotta contro la cellulite di concedersi un pizzico in più di questa bontà.

L’iniziativa è senza meno lodevolissima e si sposa perfettamente con il rinnovato interesse per il cibo sano che negli ultimi tempi sta investendo fette sempre più ampie della popolazione americana. Tuttavia bisogna ammettere che il ketchup, al contrario di quanto si pensa comunemente, di per se stesso non rappresenta un attentato nè per la linea, nè per la salute, soprattutto se realizzato solo con ingredienti freschi e genuini; per la sua preparazione vengono infatti impiegati pomodori, aceto e zucchero e il suo contenuto calorico è medio-basso.

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Dimagrire poco per volta per non ingrassare più!

Se desideri dimagrire, ricorda che i traguardi più durevoli sono quelli che conquisti lentamente. Tutto e subito: è questo uno dei motti di chi desidera dimagrire e si impone le maniere forti, le diete drastiche, un regime punitivo che costringa a rigare dritto per ottenere risultati rapidi e soddisfacenti. Inutile dire che con queste premesse non si va lontano, anzi: non si parte affatto! Più ci si sforza e più il corpo si ribella e protesta con la fame nervosa, innescando un circolo vizioso in cui la dieta, invece che farci dimagrire, ci fa mangiare ancora di più.

Che sensazione vi evoca l’idea di mettervi dolcemente a dieta? Probabilmente quella dell’insuccesso: le diete soft, in apparenza, favoriscono la libertà e quindi la mancanza di controllo. Invece quello che vi proponiamo è proprio di cominciare una dieta quasi senza rendervene conto, in modo dolce e graduale. Introducendo piccoli cambiamenti, uno alla volta, eviteremo di innescare quelle resistenze che boicottano le diete “serie”; e poi, i risultati ottenuti con piccoli sforzi ci faranno andare avanti con più motivazione ed entusiasmo.

Appena sveglia sei abituata a prendere un caffè e basta? poi a metà mattina fai il bis con brioche e cappuccio zuccherato? Prova a fare una colazione “vera” e sana, ad esempio un bicchiere di latte scremato, uno yogurt, un frutto e una fetta di pane nero con un velo di marmellata e abituati, mattina dopo mattina a mangiare in maniera completa lasciando invariato il tuo stile alimentare a pranzo e a cena. Una colazione equilibrata ti farà arrivare a pranzo con meno fame. E in più, questo piccolo cambiamento poco per volta ne innescherà degli altri.

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Dieta mediterranea e Dna

Ritenuta dagli esperti una delle diete, o meglio degli stili di vita alimentari, più complete e bilanciate, la dieta mediterranea è osannata in tutto il mondo per gli indiscutibili benefìci che esercita sullo stato di salute di chi la segue (abbassamento del rischio cardiovascolare e dell’insorgenza del diabete, controllo del peso). Questo è talmente vero che dinnanzi alla preoccupante avanzata di cibi e abitudini alimentari provenienti da oltreoceano si moltiplicano le iniziative tese a promuoverla e difenderla soprattutto presso i più giovani.

Tuttavia, secondo quanto emerso da una ricerca della statunitense Università di Rochester, pubblicata dalla rivista Arteriosclerosis, Thrombosis, and Vascular Biology, l’aumento del colesterolo “buono” indotto dalla dieta mediterranea, può aumentare il rischio di infarto in soggetti predisposti a causa di una particolare combinazione genetica.

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Ricette light: il pinzimonio di verdure alle erbe

Se avete deciso di intraprendere un percorso di alimentazione ipocalorica per prepararvi alla prova costume, ma senza cimentarvi in una vera e propria dieta con  menù e conteggio delle calorie, sarete sicuramente alla ricerca di piatti facili, veloce e naturalmente light che posano aiutarvi nell’intento.

Cosa c’è di meglio, quindi, di un bel piatto di verdure in pinzimonio, che oltre ad essere leggere, vi permettono di assumere una delle cinque porzioni di frutta e verdura giornaliere consigliate dai nutrizionisti per restare in forma e in salute. Vediamo come realizzare questa ricetta extra light, che oltre tutto si prepara in dieci minuti, consentendovi così di risparmiare tempo oltre che calorie.

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Morte prematura, obesità più micidiale del fumo

A quanto pare l’obesità, un disturbo che affligge buona parte della popolazione sembra diventare inarrestabile e le autorità sanitarie mondiali lanciano l’allarme. I problemi legati alla dieta scorretta e al sovrappeso stanno diventando la causa principale di morte prematura, ancora più del fumo. Uno studio australiano ha scoperto che, proprio in Australia, l’obesità è già la principale causa di morte prematura, superando di fatto il numero di vittime causate dal vizio del fumo.

Gli esperti australiani concordano sul fatto che probabilmente non sono preparati ad affrontare l’ondata di problemi di salute legati a questa condizione. Soltanto in Australia in soli 6 anni i problemi legati al sovrappeso sono più che raddoppiati. Nel 2006, per esempio, rappresentavano l’8,7% di tutte le patologie. Oggi le malattie correlate al vizio del fumo rappresentano il 6,5% e hanno ceduto il primato ai problemi di peso. Gli sforzi fatti per far diminuire il consumo di tabacco hanno avuto successo e il calo dei problemi di salute collegati ne è una prova.

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Dimagrire dedicandosi ad attività manuali

dimagrire con attività pratiche

Le attività pratiche e manuali hanno un potere terapeutico immenso. Stimolano il cervello a produrre le molecole che accelerano il metabolismo. Si dimagrisce facilmente se ci dedichiamo ad attività creative pratiche, meglio se manuali: non bisogna perdere tempo a fantasticare un futuro in cui diventeremo magri. Meglio cercare cose artigianali da fare, subito: sono il più potente farmaco bruciagrassi. Avere dei progetti, sognare ad occhi aperti fa dimagrire? No, decisamente no. Spesso i grandi sogni sono solo dei rifugi in cui nascondersi, un modo per non prendere atto di che cosa non va bene nella nostra vita attuale.

Fantasticare, come in una fiaba, miti impossibili da raggiungere come il principe azzurro che arriverà chissà quando, non serve a niente: gli alibi e i sogni irrealizzabili ci fanno ingrassare di più. La nostra interiorità, per dimagrire, ha bisogno di cose concrete e soprattutto facilmente realizzabili. Arriva così la domanda chiave: “Che cosa non mi piace nella mia vita?” Oggi più di una ricerca sul cervello ha messo in luce che proprio il fare con le mani è uno dei più potenti antidepressivi.

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Abbassare il colesterolo con la dieta e i farmaci

I numeri forniti da Progetto Cuore, portale dell’Istituto Supe­riore di Sanità, durante “Obesity Day 2009“, sono inequivocabili: il 17% degli uomini e il 21% delle donne tra i 35 e i 74 anni è obeso, mentre sono in sovrap­peso il 50% degli uomini e il 34% delle donne. Infine il girovita, indicatore-sen­tinella di fondamentale impor­tanza nel definire la “sindrome metabolica“, una delle più co­muni patologie diffuse nel mondo occidentale, è cresciuto di 6-7 cm per l’uomo e di quasi 15 per la donna. Il 67% degli uomini e il 55% delle donne hanno problemi con la cir­conferenza della vita, nonché co­lesterolo e trigliceridi, diabete e ipertensione. Questo comporta inevitabilmente rischi cardiova­scolari.

Il colesterolo, in particolare, viene trasportato nel sangue dalle lipoproteine LDL e HDL: le prime sono definite “cattive” per­ché depositano il colesterolo sulle pareti delle arterie, le se­conde “buone” perché lo rimuo­vono. Il livello di colesterolo totale nel sangue è la somma di quello pre­sente nelle lipoproteine LDL, HDL e VLDL, e questo non è un dato che determina in modo as­soluto il rischio cardiovascolare; ciò che conta infatti è il rapporto tra le varie frazioni, che definisce l’Indice di Rischio Cardiovasco­lare (IRC).

Per mettersi sufficientemente al riparo dal rischio di un evento cardiovascolare, è bene che VIRC sia inferiore a 4 per l’uomo e a 3,7 per la donna. Potete calcolare il vostro IRC anche da soli, secondo questa formula:

IRC = Colesterolo totale / HDL

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La dieta degli italiani, com’è cambiata dal dopoguerra ad oggi

Molta più carne, frutta e verdura, meno vino, pasta e pane. Così è cambiata la dieta degli italiani dal dopoguerra ad oggi, almeno secondo i dati emersi dal rappporto Coldiretti-Censis sulle nostre abitudini alimentari. In particolare l’aumento dei consumi di carne si attesta attualmente intorno al 300% mentre per i consumi di vino si registra un calo di oltre un terzo. Qausi un addio invece quello degli italiani alla pasta fatta a mano cui viene preferita, probabilmente per ragioni di praticità ed economicità, la pasta prodotta industrialmente, al lardo e allo strutto, largamente sostituiti dall’olio extravergine di oliva che scalza (fortunatamente) anche la terribile margarina.

Quanto all’aumento del consumo di carne, questo riguarda soprattutto la carne bovina a scapito di quella di pollo (più magra) mentre a dare (forse) una mano ai consumi di frutta potrebbe essere stata l’introduzione di nuove varietà fra le quali il kiwi, arrivato nel nostro paese negli anni ‘ottanta. Sotto il profilo alimentare d’altra parte l’italiano è un consumatore versatile se è vero che nel carrello della spesa mette indifferentemente surgelati (69,6%), cibo in scatola  (58,7%)  e prodotti a denominazione (Dop e Igp) non disdegnando l’opportunità di fare acquisti direttamente dal produttore (41,4%).

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Lo spuntino di metà mattina, una nuova abitudine per gli italiani

Secondo il rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani, lo spuntino è diventato un appuntamento irrinunciabile per due italiani su tre: il 62,3% di essi infatti si concede sempre una pausa per lo spuntino alla mattina, tra la colazione e il pranzo, mentre il 63,8% preferisce rimandarlo al pomeriggio (in questo caso si chiama merenda) per non arrivare troppo affamato a cena. Un buon 52,2% invece si ferma per mangiare qualcosa sia alla mattina che al pomeriggio.

Gli amanti dello spuntino sono soprattutto donne, giovani, single e residenti al Sud e nelle isole. Tra gli alimenti più gettonati troviamo: frutta e yogurt (molto bene), cracker, cornetti, brioche e merendine (un po’ meno bene). Sembra quindi che gli italiani abbiano fatto ampio spazio a questa nuova abitudine alimentare adeguandosi sostanzialmente all’indicazione della stragrande maggioranza dei nutrizionisti di consumare cinque pasti bilanciati al giorno.

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Il miglior modo per perdere peso? Rapidamente

In molti ritenevano che per il miglior modo di perdere peso e poi mantenerlo fosse quello di farlo lentamente. Un recente studio suggerisce il contrario. Per perdere efficacemente peso e mantenersi in forma bisogna farlo rapidamente. Ad affermarlo è uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università della Florida. La dott.ssa Lisa Nackers e colleghi hanno valutato le differenze tra i programmi perdita di peso in modo lento e la perdita di peso in modo veloce analizzando i dati di 262 donne obese di mezza età che hanno preso parte al programma TOURS, ovvero Obesity in Underserved Rural Settings.

Le partecipanti hanno seguito un determinato un programma per sei mesi che prevedeva una dieta ipocalorica e una moderata attività fisica, al fine di raggiungere una perdita di peso di 0,5 kg alla settimana. Al termine dei sei mesi le donne sono state seguite per un anno, in cui hanno beneficiato di un supporto che prevedeva, per due volte al mese, colloqui individuali e di gruppo, contatti telefonici e aggiornamenti per mezzo di newsletter.

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Il 40% degli italiani vorrebbe mangiare meglio ma non ci riesce

Secondo quanto emerso dal primo rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani, il 37% degli abitanti del Bel Paese vorrebbe mangiare bene ma non ci riesce: di questi il 40,5% ha un’età compresa tra i 30 e i 44 anni e oltre il 40% sono donne, nel 43% dei casi casalinghe. Quasi il 33% degli italiani dichiara invece di seguire una dieta sana; tra questi si trovano soprattutto anziani (40,3%) e laureati (37,6%). Il 43% di noi d’altra parte è in sovrappeso e l’11% obeso.

Tuttavia, sempre secondo i dati del rapporto Coldiretti/Censis, questa situazione, per certi versi sconfortante, non è il frutto di disinformazione: quasi il 62% degli intervistati dichiara infatti di essere

molto informato sui valori nutrizionali, le calorie e i grassi riguardanti i vari alimenti

Nel 51,1% dei casi queste informazioni vengono ricercate e ottenute proprio sul web, mentre solo il 34% degli italiani si rivolge a quotidiani, settimanali e periodici, il 25,5% a familiari ed amici (25,5%) e il 25,6% ai negozianti e al personale del punto vendita per saperne di più su ciò che porta in tavola.

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L’ortoressia, mangiare solo cibo naturale!

In ordine di tempo è l’ultima ossessione scoperta: si chiama ortoressia (dal greco orthòs orexis, corretto appetito). Chi ne soffre ha una vera e propria fissazione per l’alimentazione genuina e naturale. Scoperta nel 1997 da Steven Bratman, nutrizionista statunitense, l’ortoressia è un disturbo del comporta­mento alimentare che invece di rivolgersi alla quan­tità, come nel caso di anoressia e bulimia, mette al centro la qualità. L’ortoressico, prima di mettere nel carrello della spesa un prodotto controlla mille volte la sua origine sull’etichetta, è sospettoso su tutto, si informa fino allo spasimo.

E i cibi geneticamente modificati gli fanno ovviamente orrore. È un disturbo pericoloso: un regime alimentare salutista portato all’estremo -affermano gli esperti- può risultare dannoso per la salute nonostante le buone intenzioni di chi lo mette in atto. Anzitutto perché il pensiero mono­maniacale rivolto al cibo può essere il campanello d’allarme di anoressia e bulimia. Poi, l’escludere troppi cibi dalla tavola può portare a una dieta del tutto squilibrata. Al fisico, per esempio, possono venire a mancare ferro e calcio, oppure vitamine importanti. Creando così problemi di salute che non vanno sottovalutati.

Fonte http://www.consumercare.bayer.it/ebbsc/export/sites/cc_it_internet/it/Sapere_and_Salute/articoli/Febbraio_2010/09_Primo_piano.pdf