Le bibite zuccherate non fanno ingrassare

Sulle bibite zuccherate c’è da sempre una grande varietà di opinioni: c’è chi dice che facciano ingrassare e chi, invece, sostiene che non siano dannose per la linea. Fino ad oggi, l’unica cosa certa era che fossero in grado di ridurre lo stress grazie alla presenza del glucosio che aiuta a gestire le situazioni stressanti; ora, grazie alla ricerca condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università Queen Margaret di Edimburgo, pubblicata sulla rivista “Appetite“, si può dire che le bibite zuccherate non fanno ingrassare.

Lo studio è stato condotto con l’ausilio di 53 donne di età compresa tra i 20 e i 55 anni, tutte in sovrappeso, le quali sono state monitorate per cinque settimane, una di base e quattro di test vero e proprio; le pazienti sono state divise in due gruppi e sono state offerte loro quattro bottigliette al giorno di bevande zuccherate o dolcificate con aspartame. Nel periodo dello studio, le donne dovevano tenere un diario nel quale annotare i loro stati d’animo dopo che avevamo bevuto le bevande.

Durante le cinque settimane di ricerca, inoltre, le pazienti dovevano praticare un po’ di esercizio fisico e seguire una dieta. A prescindere dal fatto che al termine dello studio alcune donne avessero preso o perso peso, questi cambiamenti non sembrano imputabili alla presenza di saccarosio.

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Poche fibre e l’intestino si indebolisce

Secondo quanto dimostrato di recente da uno studio italiano, un’alimentazione carente di fibre potrebbe causare disturbi intestinali e indebolire la flora batterica, fondamentale per combattere agenti patogeni quali virus e batteri. I risultati della ricerca, coordinata da Paolo Lionetti, ricercatore dell’Università di Firenze, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Pnas, Proceedings of the National Academy of Science.

Gli studiosi sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato la composizione e le caratteristiche della flora batterica intestinale di alcuni bambini occidentali e averle confrontate con quelle di bambini del Burkina Faso, che seguono un’alimentazione molto differente da quella tipicamente occidentale, se non altro perchè molto ricca di vegetali e cereali. 

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Gratificazione, una dieta troppo ricca di grassi la spegne

Secondo una ricerca condotta presso la University of Illinois di Chicago, negli Stati Uniti, una dieta ricca di grassi riduce la trasmissione celebrale della dopamina, l’ormone coinvolto nei processi neurologici legati a ricompensa e motivazione; di conseguenza all’aumento della gratificazione sperimentato immediatamente dopo la loro assunzione segue, nel tempo, un inesorabile calo.

Lo studio, i cui risultati sono stati presentati a Pittsburg in occasione del congresso annuale della Society for the Study of Ingestive Behavior (SSIB), è stato coordinato dal dottor Mitchell Roitman. I ricercatori hanno condotto i test su topi di laboratorio, divisi in due gruppi: il primo ha ricevuto un’alimentazione ricca di grassi, il secondo ha seguito una dieta più equilibrata; entrambi sono stati sottoposti, a distanza di due e sei settimane, a misurazioni dei livelli di dopamina emessi dal corpo striato, una regione del cervello.

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Alimentazione estiva e salute, le regole del ministero

Tra tutte le regole per mangiar bene e mantenersi in forma che gli esperti hanno voluto donarci in questa estate neppure troppo rovente, non potevano mancare quelle del Ministero della salute, che in questi giorni ha diffuso otto semplici indicazioni per fare in modo che la nostra dieta estiva non si tramuti in un nemico per linea e benessere, infatti, come spiega in una nota il sottosegretario alla Salute Francesca Martini:

D’estate, per le tipiche condizioni climatiche e l’esposizione al sole, la razione alimentare deve apportare calorie e nutrienti in quantità commisurate all’effettivo fabbisogno individuale, ma anche bilanciare adeguatamente l’equilibrio idro-salino dell’organismo. Per questo abbiamo voluto indicare 8 semplici regole per impedire che alimenti e comportamenti si trasformino in potenziali “nemici” per la salute

Vediamole:

Non saltare mai i pasti:

In estate, stagione in cui le giornate sono più lunghe, generalmente si fa più movimento e si dorme meno. Per questa ragione è particolarmente importante non saltare i pasti, ma mangiare poco e spesso. Sia per non sentirsi appesantiti che per rimanere in forma, condizione necessaria per seguire uno stile di vita attivo. Nei mesi estivi il nostro organismo è esposto a temperature elevate e per non sentirsi privi di forza un pronto rifornimento di energia e di nutrienti può essere fornito da tutti gli spuntini a base di frutta, verdura, yogurt, formaggi freschi e leggeri, carne magra e pesce cotto alla griglia.

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Una dieta dietro l’altra e aumenta il rischio di obesità

Può apparire contraddittorio, ma seguire una dieta dietro l’altra espone al rischio di diventare obesi. Ad affermarlo sono gli esperti dell’Ospedale Sacco di Milano, Fulvio Muzio e Michela Fiscella, del Servizio di dietologia e nutrizione clinica, che precisano:

Per cali ponderali consistenti è sempre consigliabile rivolgersi a uno specialista perché il modo migliore per diventare obesi è proprio fare molte diete. Per chi invece deve perdere pochi chili, il consiglio è seguire poche e semplici norme, mantenendo un’alimentazione equilibrata

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Un mondo senza carne sarebbe davvero più pulito?

Secondo gli ambientalisti eliminare la carne dalla dieta aiuterebbe a ridurre l’impatto dell’uomo sull’ambiente; tuttavia, secondo un’inchiesta realizzata da New Scientist, non è affatto sicuro che un mondo senza carne sarebbe più pulito. Questo, fermo restando che i 280 milioni di tonnellate di carne, 700 milioni di tonnellate di latte e 1,2 miliardi di uova consumati nel 2008 in tutto il mondo (dati Fao) hanno comportato un enorme costo per l’ambiente.

Infatti l’uso dei combustibili per i trattori, i pesticidi e i fertilizzanti immessi nei suoli, con la conseguente contaminazione delle acque, contribuiscono non poco all’inquinamento ambientale. A questi va poi ad aggiungersi l’enorme quantitativo di combustibile necessario per il trasporto della carne, l’erosione dei suoli causata dal calpestio degli animali, la distruzione di boschi e foreste per far posto ai pascoli e l’immissione di metano nell’atmosfera da parte degli animali da allevamento, oltre all’ingente quantità di grano necessaria per il loro nutrimento. Per non contare poi che l’uso massiccio di antibiotici nell’allevamento del bestiame rende i batteri più resistenti ad essi con ricadute negative sulla salute dell’uomo.

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Stili educativi, in che modo influenzano le abitudini alimentari dei figli

Se mamma e papà adottano uno stile genitoriale autorevole gli adolescenti mangiano meglio. Questo è quanto emerso da una ricera condotta presso l’Università del Minnessota i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of the American Dietetic Association. Nel corso dello studio i quattro stili educativi dei genitori: autoritario, autorevole, permissivo e negligente, sono stati messi a confronto con le abitudini alimentari di 1.600 studenti delle scuole medie e 3.000 studenti delle superiori che stavano partecipando al Progetto EAT (Eating Among Teens) dell’università statunitense.

I risultati hanno dimostrato che lo stile genitoriale più efficace per insegnare ai figli a mangiare in maniera sana ed equilibrata è quello autorevole, da non confondere con lo stile autoritario, tipico di figure genitoriali che esercitano un risoluto controllo sui figli, pur non ricorrendo alle maniere forti, e incoraggiano il dialogo, esprimendo allo stesso tempo in maniera calorosa il proprio affetto.

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La dieta a base di insetti: la nuova frontiera alimentare secondo la scienza

Che la notizia fosse destinata a fare il giro del mondo era prevedibile e soprattutto inevitabile perché, nonostante il monito venga dalla scienza, pare assumere i toni di una provocazione; l’assunto in questione è il risultato di una ricerca di un entomologo belga che sostiene che una dieta a base di insetti sarà l’alimentazione del futuro, in quanto consentirà di sfamare la popolazione mondiale in modo naturale e di combattere l’inquinamento ambientale.

Questa discussa considerazione arriva da una ricerca condotta dal dottor Arnold Van Huis, entomologo dell’Università di Waningen, in Belgio, e presentata alle Nazioni Unite. L’idea del dottor Van Huis si basa sul fatto che nel mondo la popolazione cresce ogni giorno di più e che, quindi, aumenta anche il fabbisogno alimentare, soprattutto di carne.

Ecco come spiega questo fenomeno il dottor Van Huis:

C’è una crisi della carne: la popolazione mondiale crescerà da 6 a 9 miliardi entro il 2050 e sappiamo anche che il consumo di carne è aumentato drasticamente: 20 anni fa la media era 20 kg ora è di 50 e sarà 80 nei prossimi 2 anni. Se continuerà davvero in questo modo, avremo bisogno di un altro pianeta.

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Attenzione alle diete troppo facili

Quando ricomincia la corsa al mare, le proposte folli di chi è interessato a guadagnare sull’obesità diventano esca particolarmente ghiotta e pericolosa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha formulato poche regole che dovrebbero servire a smascherare mistificatori e commercianti dell’industria dietetica. Un mercato ricchissimo, dove non è facile intervenire neppure per Ordini dei Medici. La tipologia del messaggio adescatore, perdita di peso facile, senza sforzi; l’uso di termini come miracoloso, esclusivo, unico, fotografie di prima e dopo, dichiarazioni di clienti soddisfatti, dispositivi come saune, stimolatori passivi.

Nessuna presenza di veri specialisti con relativo curriculum. Il tipo di programma prevede in genere diete inferiori alle 1000 calorie, accompagnate da farmaci non registrati dal Ministero della Salute; orientamenti mistici o fantasiosi, riferimenti a proprietà particolari di alimenti o ingredienti, a combinazioni di cibi, a problemi allergici o di incompatibilità; metodi per reperire i prodotti, vendita per catene di liberi venditori, per posta, tramite Internet.

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Le uova delle galline libere sono più nutrienti

Quella di tenere le galline libere e di non allevarle in batteria è una delle mie più ferme convinzioni personali, in quanto non è giusto far soffrire inutilmente questi poveri animali e lasciarli sopravvivere in condizioni di assoluto disagio; ora, poi, è giunta una notizia che dà una nuova spinta a questa convinzione, ovvero che le uova delle galline allevate in libertà sono più nutrienti di quelle prodotte dalle galline tenute in batteria.

Questo è il risultato, in breve, di uno studio condotto dall’Università Statale della Pennsylvania condotto dalla professoressa Heather Karsten e pubblicata su PhysOrg.com. I ricercatori hanno osservato 125 galline divise in due gruppi, 75 di esse hanno potuto vivere a terra e nutrirsi di vari tipi di erba, come il trifoglio e l’erba medica, le restanti 50 galline, invece, sono state allevate in batterie e nutrite con mangimi industriali. 

Alla fine delle sei settimane di esperimento, sono state confrontate le uova prodotte dai due gruppi di galline, ed è emerso che quelle prodotte dalle galline libere fossero più ricche di nutrienti rispetto a quelle degli animali allevati in batteria.

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Adolescenti obesi a rischio di artrite psoriasica

Chi già soffre di psoriasi e obesità spesso conduce una vita  poco piacevole a causa dei disagi e dei giudizi altrui. Ma le premesse per una vita migliore non sembrano affatto buone, anzi, a peggiorare la gravità della situazione, è uno studio, condotto dal dott. Razieh Soltani-Arabshahi, dell’University of Utah School of Medicine, a Salt Lake City, il quale afferma che le persone obese affette da psoriasi in giovane età hanno un elevato rischio di contrarre anche l’artrite psoriasica, una malattia reumatica infiammatoria che si manifesta nei soggetti affetti da psoriasi tra i 20 e 50 anni di età.

Le parti colpite sono soprattutto le ginocchia, tuttavia, con il passare del tempo possono essere coinvolte sempre più articolazioni. Il rischio sarebbe collegato all’indice di massa corporea, il BMI, e sarebbe predittivo di questa’altra forma di malattia reumatica infiammatoria che, a quanto pare, sembra più elevata nei soggetti di sesso femminile. Secondo i ricercatori, quindi, sarebbero gli obesi già compromessi a causa del peso ad avere la peggio.

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Mangiare poca carne aiuta la linea

Chi mangia poca carne è più magro oppure riesce e tenere meglio sotto controllo il proprio peso. A stabilirlo è uno studio condotto dall’Imperial College di Londra e pubblicato sulla rivista scientifica American Journal of Clinic Nutrition.

La ricerca è stata effettuata grazie all’ausilio di pazienti di 10 paesi europei, nello specifico 100.000 uomini e 270.000 donne, che sono stati seguiti per cinque anni; dallo studio è emerso che chi mangiava meno carne prendeva meno chili durante l’anno; invece, chi consumava molta carne aumentava di peso, in particolar modo coloro che assumevano grandi quantità di carne rossa, di pollame fritto e di preparazioni a base di carni grasse.

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Carne in scatola, alimento ideale durante l’estate

La carne in scatola, quella con la gelatina insomma, l’abbiamo provata tutti, almeno una volta. Anzi, sembra quasi che di tutti i cibi in scatola sia il principale punto fermo della tavola degli italiani, se è vero che una famiglia su due la consuma abitualmente. Le ragioni di questo successo? È pratica, sempre pronta e si conserva a lungo, sino a 4 o 5 anni. Ma possiamo dire che sia adatta anche a chi è a dieta? E può rientrare in un concetto di corretta alimentazione? Rispetto alla carne fresca, quella in scatola ha un modesto apporto energetico perché è bollita e sgrassata, infatti sempre più spesso i dietologi italiani la inseriscono nel menù di chi segue una dieta ipocalorica.

Di solito essa è composta da una parte del muscolo del bovino, lessato e inscatolato assieme alla gelatina vegetale o animale. A volte vengono aggiunte altre parti dell’animale, come la lingua, che però contribuisce ad aumentare il contenuto di grassi. Per questo, prima di acquistare una confezione, è sempre meglio dare un’occhiata alle informazioni sull’etichetta.

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Chi è in forma è anche più intelligente

Le persone intelligenti hanno forme più belle e un corpo maggiormente simmetrico rispetto a chi ha un quoziente intellettivo basso. Questo è quanto scoperto dal team di ricercatori composto da Mark Prokosch, Ronald A. Yeo e Geoffrey F. Miller del Dipartimento di Psicologia presso l’Università di New Mexico, in Albuquerque, che ha condotto una ricerca proprio per verificare l’esistenza di un legame tra la forma fisica ed il quoziente intellettivo, osservando attentamente le forme delle persone reputate intelligenti.

Per arrivare a dare una risposta ai loro quesiti, i ricercatori hanno tenuto in considerazione la misura di tutte le cosidette parti doppie del corpo umano, quali le mani, i piedi, le dita ecc., comparando la loro altezza e lunghezza. Per potere attuare questo studio gli scienziati hanno esaminato 14 studi precedenti, esplorando la possibile connessione tra le forme del corpo e l’intelligenza, in circa 1.900 persone.

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Ferie d’Agosto, no alle diete last minute

Le diete last minute? Fanno ingrassare! A spiegarlo qualche giorno fa, sono stati Fulvio Muzio e Michela Fiscella, del Servizio di dietologia e nutrizione clinica dell’ospedale universitario Luigi Sacco di Milano, che mettono in guardia dalle diete dell’ultimo minuto che espongono pericolosamente al rischio di gravi carenze nutrizionali e spianano la strada all’odioso effetto yo-yo. Ecco quindi un decalogo, l’ennesimo, per buttare giù qualche chiletto di troppo senza stressarsi e senza correre inutili rischi in vista delle ferie d’Agosto.

  • Preferite i prodotti locali per essere sicuri di portare in tavola solo prodotti freschi;
  • Fate pasti piccoli e frequenti con spuntini a base di cibi leggeri come frutta, verdura e yogurt;
  • Consumate almeno cinque porzioni al giorni di frutta e verdura fresche con carote, pomodori, peperoni, albicocche, angurie e ciliegie farete il pieno di vitamine e sali minerali e vi proteggerete dall’azione dannosa dei raggi solari;

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Legumi, perfetti anche d’estate

Mangiare i legumi anche d’estate? Sì, senz’altro. Certo, pensando a fagioli, ceci, soia, ecc. viene in mente più che altro una zuppa dal tipico sapore invernale, ma chi lo ha detto che i legumi sono un alimento adatto solo ai mesi freddi? Le numerose virtù di questi alleati della salute si possono sfruttare egregiamente anche d’estate.

Magari non proprio con una zuppa, ma con una bella e fresca insalata, e non solo, perché i modi per cucinarli e gustarli sono davvero tantissimi. Non sapete come? Nessun problema, ecco arrivare in aiuto un manuale pratico con ben 125 ricette tutte a base, ovviamente, di legumi con cui riscoprire il sapore, la bontà e il loro valore nutrizionale. Il libro si intitola Cucinare i legumi di Rosanna Passione ed edito da Terra Nuova Edizioni. Le 125 ricette selezionate provengono, oltre che dalla tradizione italiana, anche dalla cultura gastronomica di altri Paesi e propongono piatti in grado di esaltare la bontà di uno dei più antichi alimenti dell’uomo.

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Le bevande analcoliche favoriscono l’idratazione

Tutte le bevande analcoliche hanno un ruolo importante nell’idratazione. A sostenerlo è Assobibe, l’Associazione di Confindustria che tutela le aziende italiane che producono bibite analcoliche.

Facciamo un po’ di chiarezza: per bevande analcoliche si intendono quelle che non contengono tracce di alcol; tra questo tipo di bevande troviamo in primis l’acqua, e poi le altre bibite che si distinguono in gassate e non gassate. Le bevande analcoliche gassate sono quelle tipo aranciata, cola e limonata con l’aggiunta di anidride carbonica, mentre quelle non gassate sono i succhi di frutta e i nettari e le bevande calde nervine come tè e caffè.

L’affermazione dell’Assobibe trova anche un riscontro scientifico; ecco, infatti, cos’ha dichiarato Andrea Poli, il Direttore Scientifico della Nutrition Foundation of Italy:

Diverse le fonti che concorrono ad una idonea idratazione. Oltre in primis all’acqua, alimenti come il latte, la frutta, la verdura e tutte le bevande analcoliche, contribuiscono, nel contesto di una dieta equilibrata e di uno stile di vita attivo, a idratare l’organismo e a soddisfare la quotidiana richiesta di liquidi.

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E’ vero che il caffè fa passare il mal di testa?

Il caffè fa passare il mal di testa. Questa affermazione è una perla di saggezza popolare che fa gongolare chi, come me, non potrebbe mai iniziare la giornata senza berne almeno una tazza fumante; ma è veritiera? Be’ per fortuna sembra di si, almeno in parte; il caffè infatti è un vasocostrittore, ha il potere cioè di causare un restringimento dei vasi sanguigni esercitando di conseguenza una leggera azione antidolorifica. Non per nulla la caffeina entra fa parte della “lista degli ingredienti” di diversi farmaci utilizzati proprio per sconfiggere l’emicrania.

In particolare, sembra che l’azione antidolorifica del caffè si rivolga soprattutto a un preciso tipo di mal di testa, la cosiddetta cefalea ipnica, che insorge tipicamente durante la notte causando improvvisi risvegli, mentre abbia effetti piuttosto modesti sulle cefalee muscolo-tensive. Aspettate però ad esultare; infatti, come sanno molto bene i suoi consumatori più appassionati, il mal di testa può fare la propria comparsa anche in seguito all’astinenza da caffè, ovvero in quelle giornate in cui chissà per quale motivo, i forti bevitori non hanno potuto concedersene la “dose” abituale.

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