Alzheimer, il futuro è nel tè verde

Conosciamo tutti le proprietà del tè verde, noto per essere altamente digeribile e antiossidante. Questa bevanda però, grazie alle recenti scoperte dell’Università di Newcastle (Uk), ha dei nuovi effetti positivi, fino ad oggi trascurati. Si è sempre pensato che sia sufficiente bere per ottenere beneficio, in realtà non è così: non basta assumere del tè verde per proteggersi da alcune patologie, bisogna prima digerire i suoi componenti.

I ricercatori hanno osservato come gli effetti protettivi dei polifenoli nei confronti di malattie come l’Alzheimer, la demenza in genere e il cancro, siano più evidenti dopo la digestione. È un nuovo punto di partenza per lo sviluppo anche di alcune terapie molto importanti.

Gli studi condotti in passato hanno sempre suggerito che sia il tè verde che il tè nero possiedono proprietà protettive, attribuite al contenuto di polifenoli. In particolare il tè verde, si ritiene essere ricco di flavan-3-oli (flavanoli) che sono composti attivi contro i radicali liberi. A queste si aggiungono proprietà anticolesterolo e neuroprotettive. Il dottor Ed Okello è intervenuto spiegando:

Quello che è stato davvero emozionante di questo studio è stato che abbiamo scoperto che quando il tè verde viene digerito dagli enzimi dell’intestino, i prodotti chimici derivanti sono in effettivamente più efficaci contro i principali fattori scatenanti lo sviluppo della malattia di Alzheimer che non la forma di tè non digerito.

Ma il ricercatore ha voluto anche sottolineare, che oltre a questa svolta, il team è stato in grado di verificare che questi composti digeriti hanno  proprietà anti-cancro, perché rallentano in modo significativo la crescita delle cellule tumorali. La teoria dei processi digestivi è importante per qualsiasi alimento, perché solo così si può avere la certezza che il corpo sia in grado di assordirlo. Ciò che resta ancora oscuro sta nel fatto che non si conosce ancora come il metabolismo possa influenzare le presunte proprietà di questi polifenoli.

[Fonte: LaStampa]

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6 commenti su “Alzheimer, il futuro è nel tè verde”

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